Escursioni nel Parco della Sila: ecco le attività da fare
Come nei romanzi di Jack London ma a 1669 metri d’altezza. Anche nel Parco della Sila, e più precisamente sul monte Carlomagno che rientra nel Comune di San Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza, si pratica lo sled dog, la corsa su slitta trainata dai cani. Scopri con noi cosa fare in Sila e le escursioni nel Parco!
Sled dog in Sila
Sono husky o cani lupo cecoslovacchi gli amici a quattro zampe che, di solito, corrono sullo sfondo di paesaggi innevati nella pratica dello sled dog in Sila, regalando ai musher un’esperienza adrenalinica.
L’atmosfera è da cartolina: natura incontaminata, aria pulita, panorami fiabeschi, boschi silenziosi. Speciale la simbiosi tra uomo e cane, componenti, anche solo per un giorno, della stessa squadra. Zanna Bianca conferma!
Così, se Siberia e Alaska risultano troppo distanti, gli appassionati di wildlife potranno raggiungere, con più facilità, il Parco Nazionale della Sila - per estensione al sesto posto tra i parchi italiani - e godere del serbatoio di biodiversità che regala.
Il re incontrastato della foresta calabra, nonostante le razze di cani nordici abbiano saputo ritagliarsi un ottimo spazio nel mondo silano, rimane il lupo. Simbolo del Parco - riserva della biosfera “Mab Sila” dell’UNESCO - l’affascinante predatore continua a essere oggetto di studio scientifico e di diverse tecniche di monitoraggio, in cui pure è possibile cimentarsi.
Escursioni nel Parco della Sila tutto l'anno
D’altronde la Sila è viva tutto l’anno e, oltre alle attività tipicamente invernali, ne esistono alcune quasi inedite che, non a caso, accompagnano il visitatore sulle tracce dei lupi.
Il fototrappolaggio dei professionisti della Greenwood permette di documentare, senza essere visti, la fauna presente sul territorio. Si installa una macchina fotografica con sensore a infrarosso termico e il gioco è fatto: al passaggio di un corpo in movimento, si cattura l’immagine.
Spesso si tratta di animali elusivi e difficilmente contattabili. Sull’altopiano silano tre, in particolare, sono i branchi di lupi tuttora monitorati. Per scoprirne altri, si pratica persino il wolf-howling, meglio noto come ululato indotto, tramite cui si riproducono gli ululati con registrazioni originali amplificate o imitazioni umane. Al chiaro di luna, il wolf-howling, regala, tra pini larici e faggi, il massimo del romanticismo.
Ma non solo cani e lupi. Le nuove scoperte confermano che diverse sono le forme di vita presenti sul massiccio della Sila. Dai coleotteri tipici del nord Europa al picchio nero, dalla lontra allo scoiattolo meridionale, passando per i rettili come il saettone occhi rossi, fino all’invertebrato Cucujus Cinnabennus, l’insetto dichiarato estinto nel 2008 in tutta Italia e scoperto un anno dopo nel territorio silano, baciato dal Lago Arvo, dal Cecita e dall’Ampollino.
Nell’oasi naturale di Ariamacina, sito di interesse comunitario ai sensi della Direttiva “Habitat”, inoltre, si può effettuare birdwatching con l’aiuto di ornitologi esperti. Tra trampolieri, gru, svassi maggiori e germani reali si segue l’andamento migratorio degli uccelli con binocolo alla mano. Alcune specie attraversano il lago argenteo della Calabria prima di raggiungere l’Africa.
Sul Treno della Sila
Per vivere una tra le più suggestive escursioni nel Parco della Sila e ammirare quanto il “Gran Bosco d’Italia” dona, basta salire sui vagoni del trenino della Sila che sbuffa vapore, col fuochista, il capotreno e i passeggeri diretti dove nessun altro treno osa andare.
Si parte dalla stazione ferroviaria di Camigliatello Silano e si prosegue per Moccone e per il villaggio incantato di Silvana Mansio, vicino a Lorica, dove i ristoratori del “Brillo Parlante” hanno creato “Spitu Sila”, il piatto di polpette che rivisita il concetto di carne e formaggio cotti allo spiedo, al caldo del focolare tra racconti e leggende su briganti, lupi e montanari.
Pure all’interno dei tre vagoni in legno del trenino, intanto, le storie dei viaggiatori si intrecciano e il tempo si ferma mentre, fuori dai finestrini, la vegetazione e le nuvole fanno da contorno alla vita che scorre e al cuore grande della Sila.
Di Enrica Riera
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