Luogo - Edificio di culto

Monastero di San Nicolò l'Arena

Luogo: Via Teatro Greco, 121, Catania

Fondato da monaci provenienti dall'omonimo monastero situato nei pressi di Nicolosi che, a metà del XVI secolo, si trasferirono a Catania. Per estensione è uno dei più vasti complessi monastici d'Europa, dichiarato "Monumento Nazionale" nel 1869. La sua costruzione risale all 1558. Nel corso del XVII secolo, con l'aumentare delle ricchezze, Chiesa e Convento furono dotati di apparati sempre più fastosi, come nel grande chiostro del 1608 in colonne di marmo bianco e ricchi ornamenti. Il terremoto che colpì la città provocò il crollo del Monastero e la morte della maggior parte dei monaci. Le strutture furono risparmiate, ma i lavori furono interrotti per circa vent'anni. L'impianto cinquecentesco originale fu ampliato a oriente con la costruzione di un secondo chiostro, progettato dal messinese Antonino Amato. Negli anni successivi furono completati gli intagli in pietra dei prospetti principali, ad opera degli architetti Francesco Battaglia e Giovanni Battista Vaccarini. Solo nel 1780 Stefano Ittar portò a termine la cupola, mentre la facciata progettata da Carmelo Battaglia Santangelo rimase incompiuta. La chiesa conserva pregevoli pale di Bernardino Nocchi, Stefano Tofanelli, Vincenzo Camuccini, Mariano Rossi e Ferdinando Boudard, oltre al grande organo barocco di Donato Del Piano e la lunga meridiana (40 metri) di Sartorius e Peters. Gli edifici conventuali occupano un'area enorme. Circondato da un grande cortile sorge in tutta la sua imponenza il Convento vero e proprio: le facciate meridionale e orientale presentano superfici tardobarocche, con una infinita serie di volute, fiori, frutti, mascheroni, putti, e ninfe che ornano finestre e balconi. Al centro della facciata principale, il maestoso portale neoclassico. L'interno appare simmetrico, con lunghi corridoi che si intersecano e su cui si aprono le celle dei monaci e gli appartamenti reali. Il primo chiostro è occupato da un folto giardino circondato da portici, con una terrazza soprastante. Il secondo chiostro è il più antico, le fondazioni cinquecentesche sono visibili nei sotterranei. Tra i due chiostri corre il cosiddetto Corridoio dell'Orologio, il più lungo dell'edificio. Il Refettorio presenta una volta affrescata da Giovanni Battista Piparo. Oggi i locali del Museo, della Biblioteca e del Refettorio piccolo sono occupati dalle Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero".

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