Luogo - Monumento
Mitreo
Luogo:
Vicolo Mitreo, Santa Maria Capua Vetere (Caserta)
Il monumento, un sacello dedicato al culto di Mitra, antica divinità di origine persiana, costituisce uno dei maggiori esempi tra i rari santuari mitraici con decorazione pittorica.
La sala principale, ha una pavimentazione in cocciopesto con frammenti di marmo inseriti ed è coperta da una volta a botte; sui lati lunghi sono addossati i banconi in muratori (praesepia) con il piano inclinato verso la parete, muniti di piccole vasche e pozzetti per abluzioni purificatrici, su cui sedevano gli iniziati al culto durante le cerimonie e si appoggiavano i cibi e le lucerne.
Sulla parete di fondo, sopra l’altare, è dipinto un affresco raffigurante Mitra che uccide il toro. La scena si svolge davanti all’ ingresso di una grotta, che risalta sul fondo chiaro del cielo, in presenza di alcuni personaggi; al centro è rappresentato il dio che punta al ginocchio sinistro sulla groppa dell’animale con la gamba destra tesa all’indietro e puntata a terra, mentre con la mano sinistra afferra il muso della bestia per immobilizzarla e colpirla alla gola con il pugnale tenuto nella destra. Il toro bianco è ritratto in una smorfia di dolore e con le zampe piegate. Mitra è raffigurato giovane, abbigliato con il colorato costume orientale: al di sotto di un berretto frigio rosso con bordure in verde ed oro spuntano i capelli ricci con le ciocche scomposte, che circondato il volto del dio, in parte lacunoso, ritratto in posizione frontale. Sulle sue spalle è fissato un mantello rosso con ricami in oro all’esterno e celeste con sette stelline dorate all’interno, che si gonfia a creare una volta stellata con evidente allusione ai sette pianeti. Una corta tunica cinta in vita è indossata al di sopra di una casacca con lunghe maniche e delle anassiridi (pantaloni) di colore rosso con bordure verde ed oro. Dalla ferita del toro sgorgano rivoli di sangue che un cane corre a leccare, mentre uno scorpione punge i testicoli dell’animale moribondo ed un lungo serpente striscia sotto il suo ventre per succhiarne il sangue. Ai lati sono due portatori di fiaccole (dadophoroi) vestiti in abito frigio ed armati di arco e frecce. In basso a sinistra della grotta è raffigurata la testa barbata di Oceano, a destra quella della Terra con i capelli verdastri a simboleggiare la vegetazione; in alto, nel cielo sono a sinistra il Sole, con mantello rosso e corona di raggi dalla quale se ne diparte uno più lungo verso Mitra, ed a destra la Luna, caratterizzata dalla falce e dai lunghi capelli. Sulla lunetta della parete orientale è raffigurata su una biga la Luna, vestita con un mantello bianco svolazzante, che regge le redini ed incita con la frusta i due cavalli bianco e scuro.
Sulle pareti laterali, presso l’ingresso, sono rappresentati altri due dadophoroi, sempre in abito frigio, che reggono le fiaccole e di ramoscelli sacri dei sacerdoti persiani. Sulle facciate dei podi sono raffigurate scene di iniziazione dell’adepto, il quale, nudo ed accompagnato da sacerdoti attraversa i vari gradi di purificazione. Sulla parete Sud è infine fissato un rilievo in marmo, contornato di colore rosso, con la rappresentazione di Amore e Psiche. Questo soggetto, simbolo dell’amore mistico caro alle rappresentazioni funerarie, presente anche nella religione cristiana primitiva, non è comunemente rappresentato nei mitrei, per cui si ritiene trattarsi di un reimpiego successivo.