Nasce il MIAC, il museo italiano dell’Audiovisivo e del Cinema
Nel cuore di Cinecittà nasce il MIAC, il museo italiano dedicato alla settima arte, un luogo dove riscoprire e vivere la storia dell’Audiovisivo. Il medium che ha determinato il nostro modo di vedere, conoscere e immaginare il mondo, attraverso le lenti del Cinema, della Televisione, fino alla tecnologia digitale della Realtà Virtuale e Aumentata, e del Videogioco.
Il MIAC - Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema aprirà a dicembre e sarà il primo museo multimediale dedicato alla settima arte di Roma grazie al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Un percorso diviso in 12 ambienti, ognuno dei quali esplorerà un tema, che accompagnerà il visitatore alla scoperta di un patrimonio di 120 anni, dalle origini del Cinema fino al digitale.
Realizzato da Istituto Luce – Cinecittà, in partenariato con Rai Teche e con il Centro Sperimentale di Cinematografia e in collaborazione con Cineteca di Bologna, AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Fondazione Cineteca Italiana, Cineteca del Friuli, Mediaset, con il Patrocinio di SIAE, il MIAC è curato da Gianni Canova, Gabriele D’Autilia, Enrico Menduni e Roland Sejko.
«L’unico vero realista è il visionario affermava Federico Fellini. Si può dire che l’intera storia della cultura visuale italiana sia racchiusa nell’affermazione lapidaria di Federico Fellini, maestro dell’immaginario.
Come l’altalena del suo “Sceicco bianco” (a sua volta materializzazione di un sogno da rotocalco) la nostra visualità, fotografica, cinematografica, televisiva, è stata un continuo alternarsi di realtà e fantasia, di prosaica quotidianità e di invenzioni poetiche. Non poteva che essere così. L’Italia, gli italiani, la loro storia, sembrano essere scaturiti da una mente visionaria.
Lo splendore di un paesaggio caleidoscopico ha ispirato la fantasia dei pittori del passato come dei direttori della fotografia, i caratteri di alcuni straordinari o sconcertanti personaggi di invenzione trovano puntuale corrispondenza nella realtà di tutti i giorni, molte originali forme del potere comparse in Italia nell’ultimo secolo sarebbero del tutto impensabili in altri paesi.
Dunque l’immaginario italiano, prevalentemente visuale in un paese di lettori pigri, non poteva che costruirsi su storie e immagini popolate da figure amabili o detestabili, eroiche o infami, inventate dalla fantasia degli autori o semplicemente osservate dall’occhio impassibile dell’obiettivo. Sogni, fantasie, speranze, opinioni di ognuno di noi sono custodite nelle sale di questo museo, dove possiamo osservarci come in uno specchio».
Gianni Canova, Gabriele D’Autilia, Enrico Menduni, Roland Sejko
L’allestimento è ideato, progettato e curato da NONE collective. Il progetto edilizio è curato dall’architetto Francesco Karrer.
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