A Matera il World Press Photo 2019, il premio fotogiornalistico
Tra i Sassi, patrimonio UNESCO, il racconto di drammi, speranze e rinascita con il World Press Photo 2019, il prestigioso premio fotogiornalistico che dal 1955 premia le migliori fotografie che raccontano le notizie dell’anno precedente.
Fino al 14 luglio gli Ipogei Motta di via Ridola, sotto Palazzo De Miccolis, ospiteranno l’esposizione degli scatti vincitori dell’edizione 2019, precisamente il primo, il secondo e il terzo premio di ciascuna categoria.
«In un mondo sempre così indaffarato e occupato, trovarsi qui a Matera Capitale Europea della Cultura 2019, in questa location suggestiva e tranquilla quali gli ipogei Motta – dichiara Caroline Lapidaire, referente del World Press Foto Foundation - costituisce una opportunità di riflessione e offre la possibilità di soffermarsi su quello che accade nel mondo, osservando sì storie drammatiche, lontane dal nostro quotidiano, ma anche racconti di grandi speranze e di riscatto»
A partecipare al premio ben 4.783 fotografi provenienti da 129 Paesi diversi per un totale di 78.801 scatti, 8 le categorie divise in “scatti signoli” e “storie” del World Press Photo 2019 che ha proclamato i vincitori lo scorso 11 aprile ad Amsterdam: Attualità (Contemporary Issues), Ambiente (Environment), Notizie Generali (General News), Progetti a Lungo Termine (Long-Term Projects), Natura (Nature), Ritratti (Portraits), Sport, Spot News.
La foto dell’anno
La foto dell’anno è di John Moore, il fotografo americano ha vinto il World Press Photo of the Year 2019 con Crying girl on the border. Lo scatto, premiato nella categoria Spot News, immortala una bambina honduregna di due anni che piange mentre sua madre viene perquisita da un’agente alla frontiera tra Messico e Stati Uniti.
Gli italiani premiati
Lorenzo Tugnoli con Yemen Crisis che si aggiudica il primo posto nella categoria General News, Stories, (tra i finalisti del World Press Photo Story of the Year). «Dopo quasi quattro anni di conflitto nello Yemen - si legge in una nota stampa - la stima delle Nazioni Unite riporta che almeno 8,4 milioni di persone sono a rischio di morte per la fame e 22 milioni di persone - il 75% della popolazione - hanno bisogno di assistenza umanitaria. Struggenti le foto di una madre che implora fuori ad un negozio di alimentari o quella del piccolo Taif Tares, innocente vittima dei conflitti in corso, nel reparto di terapia intensiva di un ospedale dove a causa della crisi, erano state sospese le forniture di ossigeno e medicinali».
Marco Gualazzini con The Lake Chad Crisis, primo posto nella categoria Environment, Stories (tra i 6 finalisti candidati al World Press Photo of the Year, e tra i candidati al World Press Photo Story of the Year) con la foto singola Almajiri Boy: un ragazzo orfano davanti a un muro dipinto con disegni raffiguranti lanciagranate a razzo. Siamo a Bol, nel bacino del Ciad, dove è in corso una forte crisi umanitaria causata da conflitti politici e fattori ambientali.
Daniele Volpe vince invece il con secondo premio nella categoria General News, Singole con Still Life Volcano. Lo scatto immortala il soggiorno di una casa abbandonata a San Miguel Los Lotes, in Guatemala, sommerso dalla cenere dopo l’eruzione del Volcan de Fuego, il 3 giugno dello scorso anno. L'eruzione è arrivata senza preavviso anche per i vulcanologi e gli abitanti del posto, molti al pranzo della domenica, sono stati colti all’improvviso da cenere, gas velenosi, lava e detriti fiammeggianti.
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