Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016
Sospesa tra cielo e terra, la bellezza sognante di Mantova si specchia sulle acque dei tre laghi che la circondano e ispira da sempre generazioni di scrittori: Torquato Tasso, Baudelaire, Dickens e Corrado Alvaro l’hanno descritta in modi diversi, sull’onda di sensazioni contrastanti, rapiti dai suoi paesaggi irreali che sfumano nella nebbia, tra giunchi, canneti e salici. Città nata dalle acque – che una leggenda vuole siano le lacrime dell’oracolo Manto – e attraversata dai ponti, regala fiabe e visioni indimenticabili, come la fioritura estiva del loto a tappezzare la superficie del Lago Superiore.
Città etrusca, poi romana, attraversata da goti, bizantini, franchi e longobardi, visse il massimo splendore nel Rinascimento, sotto i Gonzaga. Per scoprirne il centro storico, inforchiamo la bicicletta e, attraversando Ponte San Giorgio, raggiungiamo l’omonimo e maestoso Castello quattrocentesco, parte del grande complesso di Palazzo Ducale. Quella che scorgiamo lassù in alto, sulla torre di destra, è la finestra della bellissima “Camera degli Sposi” (o “Camera Picta”) che il Mantegna affrescò in onore di Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo. Alla nostra sinistra, si apre Piazza Sordello e più in là, il Duomo di San Pietro, che con le sue cinque navate ci stordisce di bellezza.
Girato l’angolo, ecco la Casa di Rigoletto, deforme buffone di corte protagonista dell’opera di Giuseppe Verdi. La sua favola drammatica di gobbo dal cuore generoso rivive nell’immaginario collettivo e nella scultura in bronzo, opera di Aldo Falchi, che lo ritrae al centro del piccolo e raccolto giardino interno.
Da vera “Capitale della Cultura”, Mantova si popola ogni anno di scrittori, artisti e lettori, dando vita nel mese di settembre all’ormai tradizionale Festival della Letteratura.
E siccome nella nostra bella Italia la cultura passa anche per il cibo, ci sembra il periodo ideale per concludere questa visita con l’assaggio del prodotto principe della cucina mantovana: la zucca. Coltivata in modo intensivo e qualificato, è declinata in decine di appetitose ricette tradizionali.
Eliana Iorfida
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