Zungri, la piccola Petra calabrese
Ai piedi del Monte Poro, poco distante da Tropea e dalla splendida Costa degli Dei esiste un luogo magico, noto come “Grotte degli Sbariati”, che poco ha da invidiare alla mitica città di Petra, in Giordania. Si tratta dell’Insediamento Rupestre di Zungri, la piccola Petra calabrese scavata nella roccia.
Indice
Nelle Grotte degli Sbariati
Il centro abitato di Zungri custodisce un gioiello scavato nella roccia friabile, al quale si giunge passando per via Indipendenza e il Museo della civiltà rupestre e contadina collocato nell’area in cui sorgeva un vecchio frantoio. Il Museo, che funge da accesso e biglietteria al sito dell’Insediamento Rupestre espone diversi oggetti di uso quotidiano ed è dotato di un tavolo touch che riassume le peculiarità dell’area archeologica sottostante.
Imbocchiamo l’asse viario principale e cominciamo la nostra affascinante discesa verso le Grotte degli Sbariati, che si dispongono in nuclei diversi, su più percorsi, e costituiscono uno degli esempi più suggestivi del “vivere in grotta” diffuso in tutta l’area mediterranea.
Gli ambienti scavati lasciano intuire facilmente la specializzazione e la suddivisione dell’Insediamento Rupestre di Zungri in aree produttive e residenziali, così come le tecniche di gestione e raccolta delle acque piovane e sorgive, del tutto simili agli esempi più famosi del Medio Oriente e del Nord Africa.
Dai nuclei monocellulari si giunge alla parte più monumentale del sito, caratterizzato da lunghe scalinate, canalette e numerosi anfratti abitativi realizzati in parte scavando la parete rocciosa e in parte con l’uso di blocchi lapidei. L’insieme è suggestivo e ricorda davvero uno scorcio di Giordania, caratterizzato da vere e proprie cupole incise e stanze. Benché l’area di Zungri e del Monte Poro appaia abitata sin dall’epoca preistorica, l’Insediamento Rupestre per come ci appare oggi si data tra il XII e il XIV secolo, epoca in cui i monaci d’Oriente diffusero la civiltà rupestre nel Bacino del Mediterraneo.
Giunti al termine del percorso, ci troviamo su un’ampia terrazza panoramica dove, raccontano ancora gli anziani, era piacevole sostare quando si andava al pascolo e si allevavano le api, proprio come in un Eden illuminato dall’alba al tramonto, dove ci si radunava per intonare i canti popolari.
La visita si conclude nell’abitato moderno di Zungri, con la visita alla chiesa della Madonna della Neve e la degustazione dei piatti tipici a base di pecorino del Monte Poro.
Eliana Iorfida
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