Otranto e la leggenda del Cavaliere Senza Testa
L’ombra del Cavaliere Senza Testa aleggia sulla mitologia dei popoli europei sin dal Medioevo, soggetta a varianti a seconda dell’appartenenza culturale e geografica; approda oltreoceano sotto forma di “Sleepy Hollow” e ispira a Horace Walpole il primo romanzo gotico della storia: The Castle of Otranto.
La leggenda del cavaliere decapitato vanta infatti un’ambientazione “made in sud”, in Terra d’Otranto, che affonda le radici in un preciso fatto storico.
L’assedio del terribile Mechmèt Pascià
Era l’agosto del 1480 quando una flotta di navi turche chiuse il Canale di Otranto e cominciò a bombardare le mura della città con palle di pietra e piombo, alcune delle quali sono tuttora visibili al suolo, negli angoli del centro storico.
L’assedio di Otranto, capeggiato dal saraceno Mechmèt Pascià, aprì la strada a un attacco via terra senza precedenti: si narra che ottocento persone furono decapitate dai saraceni e che gran parte dei loro teschi sia custodita nelle teche della bellissima Cattedrale. Tra questi, anche il Conte di Conversano, Giulio Antonio Acquaviva, luogotente del Re di Napoli e abile spadaccino. Benché il Conte abbia fatto strage di nemici, finì a sua volta con la testa mozzata da un colpo di scimitarra.
È qui che la storia, come spesso accade, lascia spazio alla leggenda e i luoghi del reale diventano “luoghi di carta” e di mistero.
Il Cavaliere Senza Testa non arretra di un passo. Continua a combattere e falcidiare i saraceni fino a quando il suo fido destriero non lo conduce al Castello di Sternatia. Giunto nel cortile del palazzo il cavallo si ferma ed è qui che, secondo la leggenda, il Cavaliere cade al suolo per la prima volta. Il suo cadavere verrà quindi ricomposto nella Chiesa Maggiore.
Gli scettici potrebbero obiettare che, all’epoca, i cavalieri erano bardati di corazze tali da renderli tutt’uno col proprio cavallo – ciò spiegherebbe perché il Senza Testa sia rimasto in sella imperterrito – ma a noi romantici piace credere che il fantasma sia sopravvissuto alla lama nemica, continuando a difendere la contea d’Otranto.
Del resto, nessuno può negare che le leggende restano tali in eterno e che se nelle notti d’agosto, nei pressi dei bastioni, l’aria vibra per il passaggio rapido di un’ombra, il pensiero corre subito al Cavaliere con…la testa mozzata in mano!
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