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La Cappella Sistina della Calabria? Al MuSaBa di Spatari

Scritto da Eliana Iorfida, 02/12/18

Esiste un museo di arte contemporanea nel Comune di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, che è riduttivo definire “museo”, “parco” o “ecomuseo”. Qualunque definizione risulta inadeguata di fronte al MuSaBa, il Museo Santa Barbara nato dal genio degli artisti Nik Spatari e moglie, Hiske Maas.   

Una visita al MuSaBa immersi nell'arte di Nik Spatari

Chi arriva a Mammola - piccolo centro della provincia di Reggio Calabria famoso per il pesce stocco - percorrendo la strada che congiunge Ionio e Tirreno, non può restare indifferente di fronte all’apparire variopinto delle sculture di Nik Spatari: monumentali opere che fanno capolino dall’alto della collina sulla quale sorge il Parco Santa Barbara, museo a cielo aperto da citare tra le più originali bellezze d’Italia.

Dalla filiforme Ombra della sera (2006), gigantesca figura di uomo alta 15 metri al centro del chiostro della foresteria, al Concetto universale (1983), l’opera più imponente del Parco Santa Barbara, divenuta il simbolo per eccellenza del museo MuSaBa, il colpo d’occhio conquista il visitatore e cattura il semplice curioso che, ignaro, si trova a percorrere un’anonima Statale di Calabria.

Ombra della sera

L’incontro tra l’artista di fama internazionale Nik Spatari e sua moglie Hiske Maas con la terra calabra, sulla collina abbandonata tra due mari, è stato amore a prima vista, benché Spatari venisse da un ambiente come Parigi, dove frequentava abitualmente lo studio di Le Corbusier, che lo iniziò al Primitivismo, e incontrava Jean Cocteau, Pablo Picasso e Max Ernst.

È il 1969 quando Nik Spatari, assieme alla consorte, con la quale condivide la Fondazione Spatari-Maas, decide di regalare alla Calabria un’esperienza utopica, senza precedenti nella regione e, ad oggi, con pochi confronti sul territorio nazionale: il MuSaBa - Parco Santa Barbara, ovvero un museo-laboratorio, sui ruderi abbandonati dell’antico Monastero di Santa Barbara (IV secolo a. C.), dove sperimentare e far sperimentare ad altri artisti internazionali i molteplici linguaggi dell’arte contemporanea.

Nasce così un connubio irresistibile di bellezza, capace di fondere paesaggio, archeologia e arte contemporanea in un museo a cielo aperto, vero e proprio caleidoscopio di emozioni alle porte del Comune di Mammola.     

Col naso all’insù per la Cappella Sistina della Calabria

Tra le opere più significative per il percorso creativo e spirituale di Nik Spatari, oltre che tra le più suggestive dell’intera visita al MuSaBa, Il sogno di Giobbe, altrimenti noto come la “Cappella Sistina della Calabria”.

Un sogno lungo 14 metri, largo 6 e alto 9, quello che Giobbe dispiega sulla volta dell’abside dell’ex Monastero di Santa Barbara, nel quale confluiscono scene bibliche, oniriche e ossessive, che l’artista rielabora direttamente dal subconscio:  

“Mia madre riceveva in casa un settimanale cattolico che conteneva, a fascicoli, la Bibbia illustrata da Gustavo Doré”.

Racconta Spatari, che di tutti i personaggi biblici amò in particolare Giobbe, l’uomo abbandonato da Dio e ossessionato dal doppio: il gemello, le due mogli, le due terre.

E a ben guardare, quel Giobbe che sogna e crea, a partire dal proprio sogno, la Cappella Sistina della Calabria, ha i tratti dell’artista: la stessa imponenza fisica di Nik Spatari, la sua barba e, forse, la sua dolce malinconia.

Nel Comune di Mammola e dintorni

Salutando l’incanto del MuSaBa e dei suoi appassionati fondatori, con addosso l’energia sprigionata dalle forme e dai colori di questo straordinario museo all’aperto, visitiamo il borgo di Mammola giusto in tempo per un pranzo a base del piatto tipico locale: il famoso stocco di Mammola, declinato in tutte le varianti, dall’antipasto al secondo di un menu gustosissimo.

Dopo pranzo, due passi nel centro storico di Mammola consentono di ammirare la bellezza degli edifici e delle chiese: la Matrice (XII secolo) a tre navate, la cinquecentesca Chiesa della SS. Annunziata, quella della Madonna del Carmine e di San Filippo Neri (XVI secolo). 

Veduta di Mammola 

Il Comune di Mammola è una delle porte d’accesso al Parco Nazionale d’Aspromonte e a uno dei suoi centri visita. Poco distante dall’abitato, nel territorio del Parco, il Santuario di San Nicodemo, dove l’abate basiliano visse nel X secolo, insieme con altri monaci. 

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