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La Sardegna de “L’uomo che comprò la luna”

Scritto da Valeria Bonacci, 12/05/19

C’è una Sardegna ancestrale e incantevole ne “L’uomo che comprò la luna” diretto da Paolo Zucca, anche sceneggiatore insieme a Barbara Alberti e ad una sarda doc come Geppi Cucciari. Questo piccolo gioiello, distribuito da Indigo Film, uscito in Sardegna il 4 aprile e dal 2 maggio in distribuzione nei maggiori cinema italiani, ha quasi battuto il film più atteso dell’anno, “Avengers: Endgame”. 

Con 15 copie distribuite nelle principali città italiane e in qualche piccolo centro il film pare abbia incassato oltre i 400k, numeri da capogiro per questo road movie sardo in chiave di commedia, prodotto da La luna, Indigo Film e Rai Cinema. 

Diventato già un piccolo cult, il film di Paolo Zucca con Iacopo Cullin, Angela Mollina, Stefano Fresi, Francesco Pannofino, Benito Urgu e Lazar Ristoviski guadagna il podio al boxoffice nel weekend come media per sala. 

La trama del film “L’uomo che comprò la luna”

Dino e Pino sono due agenti segreti italiani che ricevono una soffiata dagli States: qualcuno in Sardegna è diventato proprietario della luna, un vero e proprio oltraggio per gli USA che furono i primi a metterci piede. Per risolvere il caso i due agenti reclutano Gavino Zoccheddu, soldato milanese incaricato di scoprire, sotto il falso nome di Kevin Pirelli, l’anonimo acquirente sardo.

Per non dare nell’occhio Kevin dovrà essere trasformato in un vero e proprio sardo! L’arduo compito tocca a Badore, scorbutico e ostile formatore culturale. Dopo un grottesco esame finale e rocambolesche difficoltà nell’addestramento, Kevin s’imbarcherà per la Sardegna raggiungendo, senza esclusione di assurde avventure, il paese di Cuccurumalu per svolgere la sua indagine. 

La vicenda che ispirò Zucca

Un’idea illuminante quella del regista Zucca, che si è ispirato ad una assurda vicenda realmente accaduta: l’americano Dannis Hope nel 1980 inizia a rivendicare diritti di proprietà sulla luna mettendosi a vendere, anche a cifre abbordabili, interi lotti. Questo stravagante uomo non ha ricevuto nessuna obbiezione né dal governo Americano né tantomeno dall’Onu, a cui aveva addirittura inviato una richiesta con tanto di mappatura con la divisione dei lotti, così ha continuato a vendere impadronendosi letteralmente della luna!

La luna di S’Archittu

Il regista sardo è sempre stato convinto che la scogliera di S’Archittu, una piccola e sconosciuta frazione di Cuglieri, nella provincia di Oristano, somigli proprio a quella di una superfice lunare. È a partire da questo incredibile luogo che Zucca ha dato vita al piccolo capolavoro cinematografico. 

S’Archittu è solo il luogo di partenza di un road movie ambientato nel fittizio paese di Cuccurumalu che in realtà svela luoghi misconosciuti di una Sardegna bucolica, atavica e al tempo stesso incantevole che partendo da S’Archittu arriva a Santu Lussurgiu, passando da Cagliari e San Salvatore di Sinis. 
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Viaggio a S’Archittu 

Già noto per aver ispirato poeti, registi e scrittori, S’Archittu è un piccolo borgo della costa del Montiferru, nella frazione di Cuglieri, in provincia di Oristano, noto per un’incantevole spiaggetta e un monumento naturale a forma di ponte levigato nei millenni dal vento e dal mare sardo.

S’Archittu di Santa Caterina di Pittinurri prende il nome dalla sua lunga roccia a forma di arco, proprio quella che ispirò Zucca ne “L’uomo che comprò la luna” proprio perché ricorda una landa lunare. La scogliera è costituita infatti da roccia sedimentaria chiamata lunare perché crea dei riflessi simili a quelli del nostro satellite.

Un luogo che ha fatto da musa anche a registi dal calibro di Lina Wertmuller – è in questi luoghi che ha deciso di girare la scena d’apertura di “Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico” (1986) –  Davide Manuli e Rocco Papaleo. 

Circondato da tre isolotti arrotondati dalle onde del mare S’Archittu offre, accanto al meraviglioso arco naturale, una spiaggia riparata dal vento dal fondale basso che forma una vera e propria piscina naturale ideale per i più piccoli ma anche per chi cerca relax e tranquillità. Questo incantevole angolo di paradiso è raggiungibile con una passeggiata attraverso un sentiero ben pavimentato posto a nord del paesino che giunge quasi fino all’arco. 

Imperdibile qui è l’ora del tramonto quando l’arco sembra fare da cornice all’arancia rossa e il mare si dipinge di rosso, azzurro e viola. 

S'Archittu [alkanc/123rf]

Viaggio a Santu Lussurgiu 

Da S’Archittu ci spostiamo nell’entroterra sardo per scoprire un altro dei luoghi eletti dal film di Paolo Zucca: Santu Lussurgiu

Siamo sempre nella subregione del Montiferru, nel cuore occidentale della Sardegna, qui si erge antico e fiero il borgo di Santu Lussurgiu circondato dalla natura incontaminata e selvaggia. A 500 metri d’altezza, questo centro medievale di poco più di duemila anime deve il suo nome a Lussorio, il santo soldato che, prima del suo martirio, qui predicò la parola di Cristo nel 303 d.C.

Il centro storico con le sue sei meravigliose chiese, le stradine strette acciottolate e le tipiche abitazioni a torre, insieme alla cultura testimoniata dal museo della civiltà contadina e alle possibili escursioni nella natura incontaminata circostante rendono questo borgo medievale tappa ideale per i turisti che decidono di esplorare il versante centro-occidentale della Sardegna

Anche il cibo fa gola ai visitatori di Santu Lussurgiu, imperdibile sono i suoi formaggi come “Su casizolu”, buono sia fresco che stagionato, o la “Sa Trizza e “Sa Fresa” che invece vanno consumati freschi. Tra i piatti da gustare i “Sos Culurzones”, ravioloni ripieni di formaggio fresco e ricotta, e il “Su Ghisadu”, uno spezzattino d’agnello cotto in salsa di pomodoro. 

Viaggio a San Salvatore di Sinis 

Il nostro viaggio nei paesi della pellicola che sta conquistando il Bel Paese continua sul versante centro occidentale della regione sarda, più a nord, verso la borgata medievale vicina a Oristano, già conosciuta come luogo di culto e divenuta anche set cinematografico a cielo aperto. 

Siamo a San Salvatore di Sinis, frazione di Cabras, fu già dall’età nuragica identificato come luogo sacro e nella seconda metà del ‘900 noto set del western all’italiana proprio per il suo caratteristico paesaggio. È in questo incantevole scenario che sa di antico e che ha visto passare la storia di spaghetti-western che Zucca decide di ambientare alcune scene del suo “L’uomo che comprò la luna”.

Il borgo di San Salvatore di Sinis deve il suo aspetto attuale al dominio medievale spagnolo e all’omonima chiesa costruita durante il XVII secolo sul preistorico santuario scavato nella roccia. Nello stesso secolo attorno al monumento cultuale sorsero anche piccole abitazioni in cui alloggiavano i pellegrini nel periodo estivo durante le novene dedicate al santo. 

Un luogo dal triplice fascino che conserva ancora storia antico, misticismo e cultura.

San Salvatore di Sinis [alkanc/123RF]

Viaggio a Cagliari 

Il nostro itinerario nei luoghi de “L’uomo che comprò la luna” si conclude nella capitale sarda, Cagliari, dalla parte opposta dei territori esplorati fin ora. 

Città di storia e di mare, è tappa obbligatoria per chi visita la prima volta l’Isola. Meravigliosi scorci sul mare dai sui vicoli del centro storico, le vie dello shopping e le terrazze panoramiche dove poter gustare un drink o assaporare i piatti tipici della regione, sono solo alcune delle cose che Cagliari ha da offrire.  

Cagliari [Pinnaignazio/pixabay]

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