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Giave

Luogo: Giave (Sassari)
Giave (Tzàve in sardo) è un comune di 603 abitanti della provincia di Sassari, nell'antica regione del Meilogu, in Sardegna. Il comune fa parte della Comunità Montana del Logudoro e della Regione Agraria numero 6 - Colline del Meilogu. Conta 289 nuclei familiari e 496 abitazioni. Il paese è dotato di una stazione ferroviaria a valle, dove sta sorgendo un piccolo insediamento industriale. Geografia fisica Territorio II territorio di Giave è contraddistinto da rilievi pronunciati, come la famosa "Pedra Mendalza", che si staglia isolata sulla pianura, suggestivamente denominata Valle dei Nuraghi a nord-est e Campu Giavesu a sud-ovest. La Pedra Mendalza rappresenta un esempio spettacolare di un antico condotto vulcanico riemerso grazie all'azione dell'erosione, nel gergo dei geologi è chiamato neck, originatosi dalla precedente presenza di un vulcano ostruito e poi spentosi, una struttura osservabile anche in località S.Giusta fra Semestene e Bonorva. Nell'ambito della riscoperta della cultura pastorale esistono una serie di itinerari agevoli, segnati dalle pinnette, le tradizionali abitazioni a cono, coperte, costruite a secco da piccole lastre di pietra e usate dai pastori. Accanto a queste testimonianze, si segnalano delle domus de janas ("Case delle fate") riconducibili al Neolitico Recente, tra le quali quella di Riu Mulinu ed i monumenti dell'età nuragica del bronzo, come il celebre Nuraghe Oes. Storia Grazie alla feracità dei suoli la zona di Giave fu intensamente abitata sin dalla preistoria, trovandosi nei pressi della Valle dei Nuraghi, una delle regione d'Europa più ricche di testimonianze della civiltà neolitica. Tuttavia le prime fonti storiche riguardo al sito attuale del villaggio risalgono al periodo punico: il nome Giave è infatti una storpiatura del toponimo "Hafa", un fragile insediamento (più a valle del sito attuale) nella tarda età cartaginese, quando gli invasori meridionali riuscirono a valicare la Costera e raggiungere Turris Lybissonis (l'odierna Porto Torres) sulla costa settentrionale. Ma furono i Romani il primo popolo forestiero a colonizzare realmente la zona, creandovi la biforcazione della strada che congiungeva Caralis (Cagliari) a Turris da una parte e ad Olbia dall'altra, e insediandovi varie legioni in difesa degli attacchi dalle tribù nuragiche non romanizzate, che si erano rifugiate nelle impervie montagne a Sud-Est. Durante il Giudicato di Torres la popolazione viveva un relativo benessere economico, che si interruppe quando la Sardegna cadde sotto l'orbita di influenza spagnola. Il sistema di oppressione del feudalesimo tra il XIV ed il XVIII secolo raggiunse nella curatoria a cui apparteneva Giave i massimi livelli di oscurantismo e disumanità, con imposizioni di corvée, decime e forse anche l'aberrante Ius primae noctis. La situazione non migliorò nel passaggio sotto la dominazione dei Savoia. Solo dopo la nascita dello Stato italiano finalmente Giave ritrovò un periodo di relativo progresso civile ed economico, grazie allo sviluppo delle rete ferroviaria e alla costruzione di una stazione a valle, che diede nuovo impulso alle tradizionali attività agro pastorali. Tuttavia dal Dopoguerra anche Giave è andato incontro al depauperamento demografico che ha interessato tutte le aree interne dell'isola, causato dai cambiamenti economici dell'epoca recente. Monumenti e luoghi di interesse Il centro storico rivela un impianto urbano di chiara derivazione tardo-medievale, contraddistinto dalla disposizione planimetrica degli insediamenti con visibili aggiunte tardo rinascimentali e settecentesche. Nel paese si contano quattro chiese: Sant'Andrea Apostolo è la chiesa parrocchiale; fondata nel XVI secolo, ha subito un grande intervento di ristrutturazione nel 1788. Da poco, l'ingresso è stato arricchito da un portale in bronzo, dono di un sacerdote giavese, su cui sono scolpiti i nomi di tutti i sacerdoti giavesi nonché dei parroci che si sono succeduti nella conduzione della parrocchia. La chiesa ha una navata centrale con un bell'altare maggiore e diverse cappelle laterali; il campanile, a base ottagonale, è la costruzione più alta del paese e in esso trovano sistemazione tre campane. Santa Croce, dove si può ammirare un antico e magnifico altare in legno. San Sisto, in ottima posizione panoramica. Santi Cosimo e Damiano dove il 27 settembre si celebra solennemente una festa che richiama pellegrini da tutti i paesi vicini, ma soprattutto richiama gli stessi giavesi che risiedono altrove e che non resistono al richiamo affettivo ed alla possibilità di incontrare i vecchi amici. Nelle campagne, in località Santa Maria, in passato esisteva l'omonima chiesetta campestre di cui ora rimangono alcune rovine. Pedra Mendarza Nuraghe Oes Chiesa dei Santi Cosma e Damiano il santuario è meta di pellegrinaggi nei giorni della festa di popolazioni di diverse parti dell'isola. Chiesa di San Sisto (antica parrocchiale) Chiesa di Sant'Andrea (attuale parrocchiale) Oratorio di Santa Croce Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Economia Le caratteristiche geomorfologiche del territorio hanno permesso sin dall'antichità uno sviluppo dell'agricoltura di sussitenza e della pastorizia, facendo arrivare ai giorni nostri un modello ideale per la comprensione dei rapporti fra insediamenti umani e attività lavorative legate alla terra. Questo è avvenuto lungo un cammino comune che dalla Civiltà Nuragica è culminato nella società agro-pastorale, tutt'oggi alla base dell'economia del paese che pure include un polo industriale di un discreto rilievo. Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia Salvatore Chessa, scheda "Giave", in Le Dimore rurali in Sardegna, con particolare riferimento al Monteacuto, al Goceano, al Meilogu e alla Gallura, Cargeghe, Documenta, 2008. Salvatore Chessa, Pinnettas e pinnettos. Una chirca in su territòriu de Giave, in LogoSardigna, Ghennargiu 2009, N. 5, pp. 23–24. Salvatore Chessa - Giovanni Deriu, Ricerche su Giave, Cargeghe, Documenta, 2008. Opera composta da due saggi: il primo - a cura di S. Chessa - ripropone la scheda "Giave", già inserita in Le Dimore rurali in Sardegna cit.; il secondo - curato da G. Deriu - consiste in un contributo intitolato Fonti per la storia della "villa" di Giave durante i secoli XII-XV (attestazioni documentarie riguardanti altresì il vicino castello doriano di Roccaforte, oggi del tutto diroccato). Giovanni Deriu, scheda "Giave", in Studio sui centri storici medioevali del Meilogu, Bonorva, Comunità Montana N. 5, 1991, ora in L'insediamento umano medioevale nella curatoria di "Costa de Addes", Sassari, Magnum, 2000. Sergio Ginesu, I vulcani del Logudoro-Mejlogu, Sassari, 1992. Giovanni Deriu - Salvatore Chessa, L'assetto territoriale dell'odierno Meilogu dal Basso Medioevo a nostri giorni, Cargeghe, Documenta, 2011; ora anche in edizione ebook, Cagliari, Logus Mondi Interattivi, 2012. Collegamenti esterni La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna
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