Destinazioni - Comune
Aragona
Luogo:
Aragona (Agrigento)
L'Aragona (in spagnolo ed aragonese Aragón, in catalano Aragó) è una comunità autonoma del nord-est della Spagna. Ha una superficie di 47.719 km², con una popolazione di 1.347.095 abitanti (2010).
L'Aragona confina a nord con la Francia (regioni Aquitania e Midi-Pirenei), ad est con la Catalogna, a sud con Valencia, e ad ovest con Castiglia-La Mancia, Castiglia e León, La Rioja, e Navarra.
Il capoluogo è Saragozza, che è anche il centro maggiormente abitato della regione.
Le tre province in cui l'Aragona è suddivisa (Saragozza, Huesca e Teruel), si articolano, a loro volta, in trentatré comarcas (unità territoriali provviste di limitata autonomia amministrativa).
Nome
Il nome Aragón è documentato la prima volta, nell'Alto Medioevo, nell'anno 828, quando i franchi riuscirono a costituire un piccolo feudo a spese dei mori, nell'Iberia, proprio attorno al fiume omonimo.
Geografia e clima
Geografia
Sotto il profilo orografico, l'Aragona è delimitata sia a settentrione che a mezzogiorno da due grandi catene montuose, quella dei Pirenei, a nord, che qui raggiunge le sue massimi altitudini (Pico de Aneto, 3.404 metri s.l.d.m.) e quella Iberica, a sud. La parte centrale della regione, invece, è interamente occupata dalla depressione centrale dell'Ebro, costituita da una valle principale (quella dell'Ebro appunto), da alcune valli secondarie (scavate lungo il corso degli affluenti e subaffluenti del grande fiume), e da una serie di sistemi collinari mediante la quale si salda sia con il piedimonte pirenaico che con quello iberico.
La rete idrografica aragonese è costituita principalmente dall'Ebro e dai suoi affluenti, provenienti sia dai Pirenei (il Cinca e il Gállego, fra gli altri) che dalla cordigliera iberica (fra questi ultimi il principale è il Jalón). Alcuni fiumi del sud dell'Aragona, come il Turia e il Mijares, sboccano nel Mediterraneo.
Clima
La temperatura media è fortemente condizionata dall'altezza. Nelle valli al di sotto dei 500 m s.l.m. e nella depressione centrale dell'Ebro, il clima è di tipo mediterraneo o mediterraneo subcontinentale e presenta temperature medie annue generalmente comprese fra i 13 °C e i 16 °C (15,6 °C a Escatrón, 14,6 °C a Saragozza-Aeroporto, 13,4 °C a Monflorite-Lascasas, a pochi Km da Huesca), con inverni non troppo freddi (i valori invernali sono compresi per lo più fra i 5 °C e i 9 °C) ed estati calde (con temperature medie al di sopra dei 23 °C e punte che in taluni casi possono toccare anche i 40 °C). In zone di montagna, le temperature medie annue scendono sensibilmente (passando dagli 11,0 °C di Jaca fino ai 3,8 °C dell'Urdiceto central, nei Pirenei, presso Bielsa), con inverni freddi e persino rigidi ed estati miti o fresche.
Per quanto riguarda le precipitazioni, queste sono generalmente scarse nell'Aragona centrale e in gran parte di quella meridionale, presentando valori quasi sempre al di sotto dei 500 mm (Tarazona, 427 mm; Saragozza-Aeroporto, 314 mm; Teruel, 368 mm) e in taluni casi anche al di sotto dei 300 mm (Fraga, 291 mm, Belchite, 283 mm). Più copiose sono le precipitazioni nel nord pre-pirenaico (Monflorite-Las Casas, 587 mm) e pirenaico, dove possono raggiungere valori elevati (Canfranc-Los Arañones 1.857 mm) e in alcune zone del mezzogiorno aragonese inserite nel sistema iberico (Guadalaviar, 983 mm)
Ci sono due venti principali in Aragona: il cierzo e il viento de levante. Il primo è un vento freddo che attraversa la valle del Ebro da nord-ovest a sud-est e in grado di presentare una grande forza e velocità. Il secondo è un vento caldo, più irregolare e morbido, proveniente da sud-est.
Storia
Antichità
L'Aragona fu abitata in epoca preromana da Vasconi (in alcune valli pirenaiche), Iberi (in tutta la sua parte occidentale) e Celtiberi (nelle zone centro-orientali e sud-orientali). Conquistata da Roma (II secolo a.C.), entrò a far parte, in età augustea, della Tarraconense.
Profondamente romanizzata, l'attuale Aragona conobbe un periodo di notevole sviluppo nei primi due secoli dell'era volgare. Città come Caesaraugusta, Osca, Bilbilis si accrebbero e prosperarono sotto l'ala della Pax romana.
Età media
Durante le invasioni barbariche, l'Aragona fu uno degli ultimi baluardi romani nella penisola iberica, resistendo alla penetrazione visigota (iniziata attorno alla metà del V secolo), per oltre un ventennio. Interamente occupata fra il 472 e il 476 rivestì un ruolo marginale nell'ambito della monarchia visigota, che si protrasse fino agli inizi dell'VIII secolo, allorquando la regione cadde quasi interamente sotto il giogo moresco. Solo alcune valli pirenaiche e la città romana di Iacca riuscirono a mantenersi indipendenti (quest'ultima grazie al pagamento di un tributo).
Sul finire dell'VIII secolo l'Aragona pirenaica entrò nell'orbita carolingia e la protezione franca permise all'aristocrazia locale di iniziare una lunga e sanguinosa Reconquista, che si protrasse per oltre tre secoli e che culminò con la cacciata dei Mori da Saragozza (1118) e dagli ultimi territori restati in potere islamico nel sud della regione (inizi del XIII secolo)
Ancor prima che la regione venisse interamente liberata dai Mori, l'Aragona si era costituita in regno indipendente (1035), denominato Corona d'Aragona, che perdurò per quasi sette secoli, fino cioè alla Guerra di successione spagnola. Tale Corona comprendeva, oltre al Regno d'Aragona (attuale regione amministrativa), anche, a partire dal 1137, la Catalogna e, successivamente, le Isole Baleari, Valenzia, Sicilia, Napoli e Sardegna. Per periodi più o meno lunghi comprese anche gran parte dell'attuale Provenza e della Linguadoca, il Ducato di Atene e quello di Neopatria. Il centro di tale Corona si spostò, fin dagli inizi del XIII secolo da Saragozza a Barcellona (e per gran parte del regno di Alfonso il Magnanimo a Napoli), cuore di un impero che governava gran parte del Mar Mediterraneo ed imponeva le proprie regole sui territori da esso controllati (sistema di regole conosciuto, in catalano, con il nome di Libre del Consolat del Mar).
Unione con la Castiglia
Nel 1479 si realizzò l'unione dinastica fra la Castiglia e la Corona d'Aragona grazie al matrimonio di Ferdinando II d'Aragona ed Isabella I di Castiglia. Tuttavia anche dopo tale unione, la Corona d'Aragona continuò a costituire un'entità statuale autonoma, con un proprio Parlamento e un proprio ordinamento giuridico. La Corona d'Aragona cessò di esistere solo a seguito della promulgazione dei Decreti di Nueva Planta (inizi del XVIII secolo) che sancirono il definitivo assorbimento del Regno d'Aragona nello Stato spagnolo.
Araldica
L'antico simbolo araldico dei re della Corona d'Aragona è composto da quattro frange verticali (pali) di colore rosso su sfondo dorato. Sono presenti nello stemma spagnolo e in quelli di entità statuali iberiche, occitane, italiane ed elleniche anticamente legate alla Corona d'Aragona.
I primi riferimenti documentali dello tale stemma risalgono alla seconda metà del XII secolo e sono costituiti dai sigilli utilizzati dal re Alfonso II. Tuttavia alcuni studiosi catalani ne fanno risalire l'origine a Goffredo il Villoso. Per avallare tale teoria viene spesso citato il Libre de feyts d'Arms de Catalunya, secondo il quale Carlo il Calvo, per premiare Goffredo che aveva valorosamente combattuto al suo fianco, immerse quattro dita nel sangue che fuoriusciva dalle ferite, imprimendole sullo scudo del conte che all'epoca era privo di contrassegni, dando così origine alle barre catalane.
Lo scudo quadripartito, riporta (in senso orario da sin a dx):
l'albero eradicato su campo oro, originariamente argento, è simile alla bandiera arborense sormontata da una croce, ma deriva dal leggendario Regno di Sobrarbe;
la croce bianca in campo azzurro, simbolo originale della Contea d'Aragona;
i quattro pali rossi su fondo oro, simbolo del Regno d'Aragona;
i "quattro mori" della bandiera dei quattro mori, la cui simbologia non è precisamente definita.. Curiosamente gli stessi appaiono sulla bandiera della Sardegna che fece parte dei possedimenti aragonesi. Durante il Regno di Sardegna aragonese e spagnolo la più antica attestazione dell'emblema risale al 1281, al sigillo della cancelleria reale di Pietro d'Aragona. Dopo che la Sardegna entra a far parte della Corona d'Aragona tali sigilli vi giungono a chiusura dei documenti dei re Giacomo II (1326), Alfonso il Benigno (1327-1336) e Pietro IV (1336-1387); alcuni esemplari sono conservati nell'Archivio Storico Comunale di Cagliari.
Demografia
Suddivisioni amministrative
L'Aragona è divisa in tre province e trentatré comarche. Le province sono:
Saragozza
Huesca
Teruel
Le principali città dell'Aragona sono:
Saragozza
Huesca
Teruel
Calatayud
Monzón
Ejea de los Caballeros
Lista delle comarche (in aragonese redoladas):
Economia
Il PIL pro capite dell'Aragona era di € 26.323 nel 2008, superiore alla media nazionale e corrispondente al 3 % circa di quello totale di Spagna.
Cultura
Lingue
Accanto allo spagnolo, lingua ufficiale dello Stato e della Comunità autonoma d'Aragona, è diffuso, seppur limitatamente ad alcune zone della Provincia di Huesca, l'aragonese, parlato attorno al XIII secolo in gran parte della la regione, fino a quando, nel secolo successivo, iniziò a retrocedere davanti al castigliano. Idioma romanzo, viene usato, generalmente in una situazione di diglossia con lo spagnolo, in alcune valli dei Pirenei (da poche migliaia di parlanti). Accanto alla lingua propriamente aragonese esistono anche forme dialettali di castigliano parlate in Regione.
Il catalano è anch'esso diffuso in alcune comarche (comarques in catalano) adiacenti alla Catalogna, che formano la cosiddetta Frangia d'Aragona in particolare: il dialetto Ribagorzano nella Ribagorza (Ribagorça in catalano) e nella Litera (Llitera in catalano), e un dialetto simile a quello della Terra Alta nel Matarraña (Matarranya in catalano) e nel Bajo Cinca (Baix Cinca in catalano). Tali parlate appartengono tutte al catalano occidentale. Da tempo è stato elaborato un progetto di legge per equiparare il catalano, nell'ambito dei territori in cui è diffuso, al castigliano.
Nazionalismo aragonese
La cultura aragonese si discosta sensibilmente sia da quella castigliana che da quella catalana, e il nazionalismo aragonese, sviluppatosi notevolmente a partire dagli anni settanta del XX secolo, riflette tale diversità. Ricordiamo tuttavia che la stragrande maggioranza dei nazionalisti aragonesi non rivendica l'indipendenza per la propria regione di appartenenza, bensì una quota maggiore di autonomia e una maggiore attenzione, da parte del governo centrale, per gli usi, le istituzioni e, più in generale, per le specificità storiche e culturali dell'Aragona.
Aragonesi celebri
Antipapa Benedetto XIII
Arnau de Torroja
Avempace
Avicebron
Baltasar Gracián
Carlos Saura
Ferdinando d'Aragona
Caterina d'Aragona
Giuseppe Calasanzio
Josemaría Escrivá de Balaguer
Isabella di Aragona
Luis Buñuel
Marco Valerio Marziale
Michele Serveto
Miguel Fleta
Pablo Gargallo
Rocque Joaquin de Alcubierre
Santiago Ramón y Cajal
Alfonso d'Aragona
Ferrante d'Aragona
Note
^ Tutti i valori si riferiscono alle medie del trentennio 1961-1990. Cfr. il Portale d'Aragona
^ Tutte le precipitazioni si riferiscono alle medie del trentennio 1961-1990. Cfr. il Portale d'Aragona
^ Tutti i dati climatologici riportati nella tabella sono estratti (arrotondati al 1° decimale) dal Portale d'Aragona. Sia temperature che le precipitazioni si riferiscono al trentennio 1961-1990. Le altitudini in metri sul livello del mare delle stazioni meteorologiche di Monflorite e Jaca sono estratte da: Milenarium (Prov. di Huesca); quelle di Saragozza e Zuera da: Milenarium (Provincia de Zaragoza); quelle di Teruel da: Milenarium (Prov. di Teruel)
Voci correlate
Aragonite
Corona d'Aragona
Storia dell'Aragona
Nazionalismo aragonese
Frangia d'Aragona
Aragonesi (gruppo etnico)
Altri progetti
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Collegamenti esterni
(ES) Governo dell'Aragona
(ES) Dati statistici di base dell'Aragona
(ES) Gran Enciclopedia Aragonesa Grande Enciclopedia Aragonese
(ES) Sentieri dell'Aragona Scarica tracks per GPS