Per le vie di Chieti, tra eroi e guerrieri
Tra le più antiche città d’Italia, Chieti ha origini lontane e misteriose, avvolte in curiose leggende. Una, in particolare, la vuole fondata nel 1181 a. C. da Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. L’eroe omerico è rappresentato nello stemma del Comune, su un cavallo rampante, mentre regge una lancia e uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su fondo rosso, con quattro chiavi che rappresentano le quattro porte d’ingresso alla città.
Chieti è tre città in una: oltre ai resti dell’antica civiltà romana, tra i quali spicca l’imponente Anfiteatro, ai piedi della Civitella, custodisce nei suoi sotterranei un nucleo ancora precedente, l’antica Theate, che si estende al di sotto dell’attuale centro storico.
Tornando in superficie, sulla scia fulminea di Achille, attraversiamo Corso Marrucino, l’arteria cittadina principale, sulla quale si affacciano imponenti palazzi, per poi ammirare la Cattedrale di San Giustino, di origine paleocristiana. Nella villa fatta costruire dal Barone Frigeri ha sede, invece, il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, tappa obbligata per omaggiare il celebre e valoroso “Guerriero di Capestrano”, che ci offre un assaggio dell’antica fierezza delle popolazioni Picene del VI secolo a.C.
Concludiamo la visita nel parco pubblico, all’ombra di alberi secolari, fontane e terrazzi panoramici sulla Majella, come quello più a monte, vicino al Museo, racchiuso tra uno spicchio di giardino all’italiana e una piccola foresta che ci rigenera dopo la lunga passeggiata.
*Foto di Raffaele Marinelli