Teatro alla Scala
Il Teatro prende nome dalla Chiesa di Santa maria della Scala, demolita nel XVIII secolo per costruire il “Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala”, inaugurato nel 1778 col dramma musicale di Antonio Salieri (Legnago 1750 - Vienna 1825) "L'Europa riconosciuta". La visione frontale della facciata, col timpano sormontato da coppi, si è resa possibile solo dopo l'apertura di Piazza della Scala, nel 1857. La decorazione neoclassica e la disposizione degli ambienti a pianterreno non sono quelle previste dal progetto originale dell'architetto Piermarini (Foligno 1734 - 1808): entrando da uno dei cinque ingressi, si accede a un ambiente coperto da volta a botte e al foyer della platea e dei palchi. L'ambiente è diviso, parallelamente alla facciata, da una fila di sei alte colonne in marmo. Le pareti sono decorate a stucco, con paraste che sorreggono fregi e una ricca trabeazione in parte dorata, ea specchi. Anche la sala originale era molto diversa da quella odierna, curata da Luigi Canonica e dello scenografo Alessandro Sanquirico. L’attuale fossa fu costruita all’inizio del Novecento. I sei livelli si articolano in quattro ordini di palchi e due gallerie: i primi tre ordini contengono trentasei palchi, il quarto ordine ne conta trentanove. La decorazione dei palchi venne uniformata nel 1928 dall'architetto Giordani (damasco di seta rosso). I restauri più recenti (2002-2004) sono opera di Mario Botta, mentre la direzione artistica fu affidata al Maestro Riccardo Muti. Nella storia del Teatro ebbero grande successo i "castrati" (Pacchierotti, Marchesi, Crescentini); per quanto riguarda i compositori, oltre a Salieri, si citano nei primi anni di attività Cimarosa, Cherubini, Paër e Rossini. Nella prima metà dell'Ottocento fecero la loro comparsa Donizzetti e Bellini; Giuseppe Verdi vi esordì nel 1839; dopo l'Unità d'Italia, La Scala riaprì sotto la direzione di Arturo Toscanini (Parma 1867 - New York 1957).