Basilica di Sant'Ambrogio
La Basilica di Sant'Ambrogio è una delle più antiche chiese di Milano e si trova in Piazza Sant'Ambrogio. Seconda per importanza, dopo il Duomo, fu costruita tra il 379 e il 386 per volere del vescovo Ambrogio, nell'area dove erano sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane. L'aspetto attuale dell'edificio risale all'inizio dell'anno Mille, quando fu ricostruita secondo gli schemi dell'architettura romanica. Amministrata dai Benedettini fino al 1497, passò poi ai Cistercensi dell'Abbazia di Chiaravalle, che promossero numerose iniziative culturali (apertura al pubblico della grande biblioteca). Malgrado la Basilica sia costruita interamente con materiali poveri (mattoni, pietra e intonaco locali), rappresenta l'espressione di un intenso rinnovamento architettonico, soprattutto nella concezione dell'illuminazione e dello spazio: la luce proviene principalmente dai finestroni della facciata e lo spazio è geometricamente ben definito. La facciata è "a capanna", con due logge sovrapposte. Il quadriportico si sviluppa con arcate sostenute da pilastri e semicolonne con capitelli pre-romanici, a soggetto animale e vegetale. Il campanile di destra, detto "dei Monaci", risale all'VIII secolo e ha l'aspetto tipico delle torri di difesa; quello di sinistra, detto "dei Canonici", è più alto e risale al 1144. L'interno è coperto da volte a crociera a costoloni; le volte delle navate laterali poggiano su pilastri minori e reggono i matronei. L'altare maggiore, realizzato tra l'824 e l'859 da Vuolvino, è impreziosito da un paliotto aureo con pietre incastonate e sormontato dal ciborio "Angilberto", che poggia su quattro colonne in porfido rosso con rilievi istoriati. All'interno della Basilica trova posto il celebre "Sacello di San Vittore in Ciel d'Oro", una delle opere d'arte paleocristiana più famose e raffinate di Milano. La piccola cappella fu costruita nel IV secolo per accogliere le spoglie del martire Vittore e, successivamente, anche quelle del fratello di S. Ambrogio, Satiro, divenendo una vera e propria chiesa nella chiesa. La rilevanza di questo ambiente deriva dalla decorazione a mosaico delle pareti e del soffitto, che raffigura i Santi Ambrogio (uno dei più antichi ritratti del Vescovo), Gervaso, Protaso e Materno. L'attuale cripta ipogea venne costruita nel X secolo, durante i lavori di risistemazione dell'area absidale.