A Ferrara “furiosi” come Orlando
Ludovico Ariosto sì che si intendeva di viaggi! Inseguendo le folli gesta di Orlando e del paladino Astolfo era arrivato persino sulla luna.
Noi di ViaggiArt non pretendiamo di portarvi così lontano, ma in occasione dei festeggiamenti per i (primi) 500 anni de l’Orlando Furioso vi accompagniamo volentieri in giro per Ferrara alla scoperta dei luoghi ariostei.
Prima tappa, il Castello Estense. Frequentato dall’Ariosto fin dall’adolescenza, il forte trecentesco divenne sotto Alfonso I d’Este il cuore della vita culturale ferrarese. Pare che tra le sue sale affrescate, oggi adibite a museo, si leggessero le prime bozze dell’opera.
Nel raggio di pochi metri sono incastonati tutti i luoghi di potere e mecenatismo dove era facile incontrare il poeta: da Palazzo Marchionale, sede del primo teatro stabile italiano diretto proprio dall’Ariosto, al Palazzo Municipale – nel cui cortile andarono in scena le commedie “Cassaria”, “La Lena” e “I Suppositi” – giungendo alla Cattedrale di San Giorgio per via Mazzini, dove ci dicono sia possibile ammirare periodicamente una colorata installazione di ombrelli sospesi.
Il nostro omaggio alla “furia” di Orlando non può prescindere dalla visita a due luoghi chiave: Palazzo Paradiso, che raggiungiamo attraversando le viuzze del Ghetto Ebraico, sede della Biblioteca Comunale Ariostea in cui è la tomba stessa del poeta, e Palazzo dei Diamanti, dove visitiamo la mostra “Orlando Furioso 500 anni”.
Lungo Corso Ercole I d’Este ci imbattiamo in una delle epigrafi tratte dal poema, mentre svoltando a sinistra su Corso Rossetti, all’attuale civico 67 troviamo la Casa di Ludovico Ariosto e la celebre iscrizione in facciata:
“Parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non sordida, parta meo, sed tamen aere domus”
(La casa è piccola ma adatta a me, non soggetta a nessuno e pulita; acquistata con il mio denaro).
Per concludere in bellezza il nostro tour ariosteo e smaltire la “furia” letteraria non c’è niente di meglio che uno spuntino “Al Brindisi”, alias la “Hosteria del Chiuchiolino”, dove l’Ariosto ambientò “La Lena”. Oggi l’enoteca è nel Guinness dei primati come la più antica del mondo.
Eliana Iorfida