Luoghi di Donna
Perdonate il vezzo ma oggi, 8 Marzo Festa della Donna, “Luoghi di Carta” si trasforma in “Luoghi di Donna”, posando uno sguardo rosa sull’Italia scritta e descritta dalle donne, da alcune tra le più brillanti penne del nostro panorama letterario.
Le parole delle donne attraversano i luoghi e i territori del reale per accenderli di nuovi riflessi, come una lanterna magica che filtra le cose e le restituisce sotto un luce diversa.
L’Italia scritta dalla donne
Il nostro viaggio alla scoperta dei Luoghi di Donna parte da una regione che, vuoi per la sua storia, la distanza dal “Continente” e la bellezza selvaggia di un entroterra che odora di mirto, è sempre stata fonte di ispirazione: la Sardegna del Premio Nobel Grazia Deledda, dove sibilano Canne al vento, e dei riti antichi, sospesi tra la vita e la morte e praticati dall’Accabadora di Michela Murgia.
“…posti dove la verità e il parere della maggioranza sono due concetti sovrapponibili, e in quella misteriosa geografia del consenso, Soreni era una piccola capitale morale”.
Dall’isola dei nuraghi ci spostiamo nell’estremo nord-est, sulle tracce di un’altra premiata autrice contemporanea, Francesca Melandri, che in Eva dorme descrive il fascino e le contraddizioni del Trentino Alto Adige e delle differenze culturali che abitano le meravigliose terra di confine:
“In montagna la luce è fatta di aria e di vento, il gelo la scaglia da grandi altezze come un dardo appuntito; questa invece è luce liquida, densa, che non colora le cose ma ne mescola gli umori”.
Tra le donne della letteratura Natalia Ginzburg più di ogni altra ha attraversato l’Italia da sud a nord, dalla nativa Palermo alla Milano della madre, accompagnando il marito nel suo esilio politico in Abruzzo, per poi stabilirsi a Torino, dove pubblicò per Einaudi.
Il viaggio in compagnia delle donne che descrivono l’Italia è infinito, fatto di luoghi e realtà complesse, contrastanti come le personalità di chi impugna la penna: passa per i quartieri romani di San Lorenzo e Testaccio della Roma del dopoguerra di Elsa Morante (La Storia) alla Firenze sempre in fermento di Oriana Fallaci, per concludersi in poesia, tra i luoghi reali e onirici di Alda Merini. Non può che essere così in questo 8 marzo.
Per incontrare i versi di Alda bisogna perdersi tra i Navigli di Milano, nell’atmosfera bohèmien che li popolava di osterie e botteghe di artigiani. Dalla sua casa in Ripa di Porta Ticinese la poetessa scriveva con disincanto:
“Non l’amo più Milano. È diventata una belva che non è più la nostra città. Adesso è una grassa signora piena di inutili orpelli”.
Eliana Iorfida
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