Da Olbia a Tortolì: un Giro nel cuore sardo
Se avete in tasca l’App ViaggiArt siete pronti per affrontare la seconda tappa del Giro d’Italia, Olbia-Tortolì, che porta la carovana di #ViaggiArtGiro100 dritta nel nuorese.
La partenza ci è servita per “scaldare i pedali” lungo la costa nord della Sardegna, ma adesso si fa sul serio: tappa di mezza montagna alla scoperta del fascino dell’entroterra sardo, della provincia di Nuoro, della Barbagia e dell’Ogliastra.
Pedalando nella Sardegna autentica
Lasciate le bianche spiagge di Olbia seguiamo la carovana del Giro lungo un percorso che ci svela i misteri del territorio più interno e ci fa inerpicare sulle salite di Bitti e Orune (GPM – Gran Premio della Montagna), nel cuore pulsante della Barbagia.
Su queste cime panoramiche riecheggiano gli antichi canti corali dei tenores, che intonano le tradizionali canzoni pastorali (canti a tenore) riconosciute “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO. Sempre in queste terre, tendendo l’orecchio, ci sembra di sentire anche la più grande voce letteraria che le ha cantate, Grazia Deledda, i cui versi ci accompagnano fino alla sua Casa-museo, a Nuoro.
La città, il cui nome si pronuncia rigorosamente con l’accento sulla “u” (deriva infatti da Nùgoro), è circondata da un intorno preistorico di grande valore archeologico-culturale: ripari in grotta (Monte Ortobene, Pala ‘e casteddu, Tanca Manna, ecc.), nuraghi e tipiche domus de janas, le cosiddette “case delle fate”, raccontano una storia millenaria che ci fa sentire in un’altra dimensione.
Il centro storico di Nuoro è invece un susseguirsi di tracce medievali e abitazioni con contrafforti dal sapore aragonese e spagnolo che richiamano il tempo in cui la città era un’Encontrada.
Discendiamo a gran velocità verso Oliena – che la Deledda in Canne al vento descrive come “villaggio bianco sotto i monti azzurri e chiari come fatti di marmo e d’aria, ardeva come una cava di calce: ma ogni tanto una marea di vento lo rinfrescava e i noci e i peschi negli orti mormoravano tra il fruscio dell’acqua e degli uccelli” – e raccogliamo le forze per l’ultima salita prima del traguardo, il Passo di Genna Silana (GPM).
Dopo aver scollinato, 20 Km di discesa veloce ci fanno schizzare dritti a Tortolì, traguardo di questa seconda tappa del Giro.
Il borgo rivela un’origine fenicio-punica (VII secolo a.C.), testimoniata dai resti di un antico porto rinvenuto durante i lavori di dragaggio dello stagno. Seguirono romani, bizantini, arabi e aragonesi, lasciando ciascuno traccia indelebile del proprio passaggio.
Dopo aver visitato la Cattedrale di Sant’Andrea, i palazzi e le numerose torri, ci spostiamo sulle rinomate spiagge di sabbia granitica per ammirare un panorama mozzafiato che spazia dall’incantevole frazione di Arbatax, in posizione panoramica sul golfo, agli Scogli Rossi della Spiaggia di Cea e a Lido di Orrì.
Eliana Iorfida
Ph: Tenores barbaricini (Wikipedia)