Destinazioni - Comune

Palma di Montechiaro

Luogo: Palma di Montechiaro (Agrigento)

Palma di Montechiaro (Parma di Munticiaru o Donnafugata in siciliano) è un comune italiano di 23.500 abitanti della provincia di Agrigento in Sicilia. Storia Età antica Palma di Montechiaro sorge su una collina sulla fascia litoranea, poco distante dal capoluogo Agrigento. Il ritrovamento di reperti archeologici risalenti al II millennio a.C. e la presenza di numerose tombe sicane dimostrano che in questo territorio, fin da tempi remoti, vi furono insediamenti umani i cui abitanti erano dediti all'agricoltura e alla pastorizia. Nel XII secolo a.C., gli eolidi e i rodio-cretesi che popolavano la fascia costiera tra Gela e Palma, a scopo difensivo, fortificarono i siti di Castellazzo e Piano del Vento, punti strategici dai quali è visibile tutta la costa. L'Itinerarium Antonini indica l'esistenza di una statio, denominata Daedalium, sita tra Agrigento e Finziade: la stazione è stata localizzata in contrada Castellazzo, a Palma di Montechiaro. Età medievale Il primo atto della storia di Palma (solo nel 1865 la città si chiamerà Palma di Montechiaro) è la costruzione del Castello Chiaramontano (1353), che si staglia lungo la costa a metà strada tra Punta Bianca e la foce del fiume Palma, ad opera di Federico Prefoglio che di lì a poco passò ai Chiaramonte, da cui prese il nome. Età moderna L'atto di fondazione della città di Palma porta la data del 25 aprile 1637. Nello stesso documento si rileva che a fondare la città fu Carlo Caro Tomasi dopo avere ottenuto il 16 gennaio 1637 la "licentia populandi" dal re Filippo IV di Spagna. Il 3 maggio 1637 fu posta la prima pietra. La scelta del luogo dove sorse la città fu davvero felice se, non appena mezzo secolo dopo, l'abate Saint-Non nel suo Voyage pittoresque ebbe a scrivere "Questa graziosa cittadina è molto popolata ed ha una posizione incantevole: i dintorni sono pieni di giardini deliziosi e tutto questo paese è in genere d'una abbondanza enorme di vigneti, di coltivazioni e di ogni sorta di alberi da frutta..." La città di Palma venne fondata il 3 maggio 1637 nella baronia di Montechiaro, dai fratelli gemelli Carlo, Barone Tomasi, e Giulio, che pochi anni dopo gli sarebbe subentrato nel titolo. L'effettivo artefice della fondazione fu però un potente zio dei gemelli, Mario Tomasi de Caro, Capitano del Sant'Uffizio dell'Inquisizione di Licata, e governatore della stessa città, da cui provenivano anche Carlo e Giulio Tomasi. Anch'egli, insieme a suo cugino sacerdote Carlo de Caro era presente alla posa della prima pietra della Chiesa della Vergine del Rosario. Il progetto della città, disegnato secondo un ideale pianta ortogonale, e ricordato da una relazione redatta dall'astronomo e primo arciprete di Palma Giovan Battista Odierna. In una tela che si conserva nella sacrestia della Chiesa Madre, si rede raffigurato l'Odierna al suo tavolo di Studio con sullo sfondo, bene in evidenza, un disegno a pianta quadrata col titolo “Chronologia Terrae Palmae”. Il paese sorge su un'altun rocciosa da cui domina la vallata sottostante che si protende fino al mare. Spiccano in primo piano, ben visibili dallo scorrimento veloce che attraversa la vallata, i monumenti storici del secondo palazzo ducale, (1659), la bellissima Chiesa Madre, (1666), in cima ad una larga scalinata e il Monastero delle Benedettine, (1637) primo edificio della città. I primi abitanti di Palma vennero da Ragusa, città natale dei Tomasi, e da Agrigento, Licata, Naro, Caltanissetta. A difesa della città dagli attacchi provenienti dal mare dei pirati saraceni il duca Carlo fece costruire, dopo avere ottenuto il permesso da Filippo IV di Spagna, una torre che dedicò a San Carlo. È da registrare che Palma, dopo pochi anni dalla fondazione, ebbe un notevole aumento demografico tanto che nel 1652 furono censite 2.470 abitanti e 473 abitazioni. La famiglia Tomasi La fondazione ex novo di città nella Sicilia del XVI e XVII secolo è fenomeno di grandi proporzioni; nel caso di Palma, il motivo della fondazione era una campagna di legittimazione dei Tomasi di Lampedusa (famiglia) nobiliare emergente ma ancora insufficientemente radicata nel territorio e nell'aristocrazia della Sicilia; Il capostipite, Mario Tomasi, era giunto in Sicilia al seguito di Marcantonio Colonna, che lo aveva nominato Capitano d'armi di Licata, solo nel 1585. Solo il suo matrimonio con Francesca Caro di Montechiaro aveva segnato la sua accettazione nell'alto ceto. L'acquisizione da parte di Carlo, Barone dal 1616, della Licentia populandi nel 1637 con la conseguente elevazione al titolo di Duca di Palma, è un evidente passo nella stessa direzione. Poco dopo Carlo Tomasi, dalla salute fragile e da sempre attratto dalla vita religiosa, lascia il ducato e la fidanzata Rosalia Traina, nipote del potente Vescovo di Agrigento al fratello Giulio, per entrare nell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini. La dote della Nuova Duchessa, numerosi feudi e un largo patrimonio liquido, permettono il definitivo consolidamento della Famiglia Tomasi nei più alti strati dell'aristocrazia Isolana, di cui alla fine doveva risultare tra le più durature famiglie: è ben noto che il penultimo dei Tomasi di Lampedusa Giuseppe, autore de Il Gattopardo possedeva ancora vaste seppur sterili proprietà nella zona di Palma, e che vi ambientò gran parte delle vicende del suo romanzo, appena mascherandone il nome in "Donnafugata". Palma, Città Santa Pur nel generale clima di fervore religioso della Sicilia della Controriforma la famiglia Tomasi spiccava. Palma, infatti, già dalla fondazione fu concepita come un luogo fortemente spirituale, una Nuova Gerusalemme. Il duca Giulio (detto il Duca Santo), dopo aver cresciuto nel fervore religioso i 6 figli avuti dalla moglie nel casto matrimonio, ottenne dal Papa lo scioglimento in vita del matrimonio dalla moglie e la separazione, dopo aver rinunciato al ducato e alle gioie del matrimonio, si ritira per poter vivere gli ultimi anni della sua vita da eremita. La moglie Rosalia Traina, prima duchessa di Palma, decide a sua volta di entrare in monastero insieme alle figlie, col nome di Suor Maria Seppellita e lì rimane sino alla sua morte. Il monastero era stato fortemente voluto da una delle figlie del Duca, Isabella Tomasi (la Beata Corbera del Gattopardo). Il duca preferì donare addirittura il suo palazzo e la sua cappella privata,e costruirsi un altro palazzo ai piedi della chiesa Madre. Isabella, entrata nel monastero col nome di Suor Maria Crocifissa della Concezione divenne una celebre mistica, punto di riferimento dei nobili della Sicilia e non per il suo fervore religioso e il suo grande misticismo, nella sua biografia si ricordano innumerevoli tentazioni da parte del demonio, e lettere colme di fede e devozione. Una causa di beatificazione è da anni in corso. Nel frattempo alla Tomasi è stato concesso il titolo diVenerabile. Dei due fratelli maschi il maggiore seguì lo zio fra i Teatini, e diventerà infine cardinale. È oggi venerato dalla Chiesa come San Giuseppe Maria Tomasi, le sue spoglie si conservano a Roma in Sant'Andrea della Valle. Il fratello minore sposò la figlia del principe di Aragona e visse appena il tempo di dare un erede. Muore infatti a 17 anni. Al seguito dei Tomasi arrivò a Palma don Giovanni Battista Hodierna, di Ragusa, insigne pioniere della scienza ed intellettuale. Anche nell'edificazione della città l'aspetto religioso è preponderante; trent'anni dopo la fondazione Palma conta solo 4.630 abitanti, ma vanta ben dieci chiese, più il Monastero del SS. Rosario, Il santuario extra moenia del Calvario meta di processioni, sedici sacerdoti ed altrettanti chierici, e le chiese risultano al visitatore tutte ben tenute e dotate di ricchi arredi, tutti assolutamente conformi ai dettami del recentissimo Concilio di Trento; ingenti somme sono spese nell'acquisto di reliquie, che d'altronde attraggono pellegrini anche da luoghi lontani. L'organizzazione della società laica era basata sulle confraternite. La storia più recente Nel 1812 Palma venne eletto a comune autonomo. L'11 luglio del 1943, subito dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia (Operazione Husky), la 3ª Divisione estese la testa di ponte della Settima Armata da Licata verso Ovest. La Settima Fanteria, dopo una dura battaglia casa per casa, spinse i difensori italiani fuori da Palma di Montechiaro. Nello stesso tempo, il Comando Combat A e la 2ª Divisione Armata, si unirono alla 3ª, fecero un attacco alla successiva città di Naro. Subisce il 24 settembre 1943 un massacro della popolazione che protestava contro il richiamo alle armi, da parte di alcuni reparti militari americani. Nel dopoguerra, diverrà terra di forte emigrazione, specie verso il nord Italia ed i paesi dell'Europa Occidentale. Giuseppe Fava, nel suo Mafia cita Palma come uno dei luoghi dove la tragedia meridionale, quella che nasce secondo lui dalla concomitanza di tre fattori, povertà, ignoranza, assenza dello Stato, "raggiunge una negativa perfezione". Palma oggi Palma oggi è un grosso centro agricolo e con molte attrattive turistiche poco sfruttate. L'emigrazione continua verso la Germania (settore della ristorazione) e le regioni settentrionali italiane (settore edilizio) ed in tutte le città universitarie italiane, dove si trasferisce gran parte degli studenti. Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Chiesa Madre Monastero delle Benedettine Costruito tra il 1653 e il 1659, inglobò il primo Palazzo ducale e accolse con la regola cassinese anche le figlie di Giulio, II duca di Palma, e in seguito anche la moglie Rosalia Traina. Si trova su una semicircolare e impervia gradinata, in una piazza quadrata con le strade che si incrociano nel luogo che un tempo era segnato dalla colonna con la croce. Venne inaugurato il 12 giugno 1659. Il monastero ha un aspetto semplice con finestre prive di decorazioni. Sul cortile interno, invece, si affacciano delle finestre decorate in stile barocco. All'interno il parlatorio ha volte a botte da cui si accede ad un giardino ricco di alberi in cui è sistemata una scultura della Madonna con San Benedetto. Le suore custodiscono, inoltre, la Madonna della Colomba Rosata. Ancora oggi è uno dei pochi monasteri di clausura in Sicilia, il cui accesso è impedito quasi a chiunque. Per maggiori informazioni collegati al sito: http://www.beatacorbera.it/ Calvario In siciliano: u'ghettu dè malati, all'ingresso del paese, dopo il parco archeologico della Zubbia, si scorge la collina detta "Calvario" con i ruderi dell'antica chiesa di Santa Maria della Luce (1650), anch'essa dalle forme barocche, dove c'è una botola nel pavimento della Chiesa; di sotto sono ancora presenti e rinchiusi i corpi delle persone lì ricoverate e morte di peste del tra il 1550 e 1700 Il Calvario segna spiritualmente l'ambiente e la storia di Palma. Infatti, Giulio Tomasi volle riproporre nella realtà locale il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota, collegando in un itinerario ideale segnato da stazioni, il centro abitato con la solitudine della collina del Calvario. Il Santo Duca, otteneva, come per i pellegrini della Terra Santa, l'indulgenza plenaria per quanti avessero percorso il tragitto sino alla collina del Calvario, dove nella chiesa di Santa Maria della Luce era custodita una copia della Sacra Sindone donata a Carlo Tomasi, Primo duca di Palma e teatino a Roma, dall'infanta Maria di Savoia. Tale reliquia oggi viene conservata nella Chiesa del Collegio. L'eremo fu inizialmente abitato dai preti Romiti e successivamente dall'ordine dei Mercedari, preposto al riscatto dei cristiani prigionieri dei pirati. Inoltre, per la sua possente struttura, quasi di fortezza e per la sua posizione dominante, serviva come punto privilegiato per l'osservazione dell'ampia valle del fiume Palma e della costa. Architetture civili Palazzo Ducale Il palazzo Ducale fu costruito dopo che il primo venne inglobato nel Monastero delle Benedettine ( 1653-1659 ). Acquisito dal demanio comunale e recentemente restaurato dopo anni di grave degrado, mostra un esterno semplice e compatto con due grandi facciate, una verso il mare e l'altra a oriente, unite a livello del piano nobile da un balcone angolare. L'edificio è caratterizzato da una estensione di soffitti a lacunari lignei dipinti che coprono le otto sale del primo piano e corrono su due fasce parallele, l'una verso il mare e l'altra verso la collina. Si distinguono i soffitti delle sale delle armi, quella degli Ordini militari equestri e religiosi, quella dedicata interamente all'Ordine di San Giacomo della Spada di cui il duca Giulio era aggregato, quella con lo stemma ducale dei Tomasi, inquartato con gli emblemi dei Caro, La Restia, Traina e infine la sala angolare che conteneva l'arme dei Tomasi col leopardo rampante sul profilo del monte a tre cime. Qui si trova la decorazione più sfarzosa con i lacunari più profondamente intagliati e dipinti in bianco, rosso e oro. I locali del piano terra ospitano la Biblioteca "Giovanni Falcone". Palazzo degli Scolopi L'edificio, oggi sede degli uffici comunali, è certamente uno dei più belli del patrimonio tardo-barocco. Edificato nel 1698 da Giulio II duca di Palma e principe di Lampedusa, fu portato a termine l'8 dicembre 1712, giorno dell'Immacolata e il cardinale Giuseppe Maria Tomasi lo affidò ai Padri Scolopi di San Giuseppe Calasanzio che vi insediarono l'istituto delle Scuole Pie che nell'800 divenne una vera e propria Università frequentata da diversi rampolli dell'aristocrazia isolana. Addossata al Palazzo è la Chiesa della Sacra Famiglia con la quale costituisce un unico complesso architettonico. Architetture militari Castello di Montechiaro Nei dintorni, in prossimità di Marina di Palma, si può visitare il castello Torre San Carlo L'edificazione della Torre San Carlo, appena oltre la foce del fiume Palma, risale al 1639 ad opera di Carlo Tomasi, primo duca di Palma, che ottenne il permesso da Filippo IV di Spagna ed ebbe scopi difensivi stante le continue incursioni dei pirati saraceni sul litorale palmese. La fortezza fu fornita di armi, attrezzi da guerra e di un adeguato numero di soldati. Essa s'innalza con un corpo quadrangolare su un basamento a forma di piramide tronca. Vi sono tracce che indicano la presenza di un ponte levatoio e mensoloni sui quali si dovevano poggiare i piombatoi. Accanto alla Torre fu fatta costruire una piccola chiesa, oggi non più esistente, col titolo del Santissimo Rosario, guidata da un cappellano, per la messa dei soldati. Gli apparati difensivi furono mantenuti fino al 1820. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti p+lp+ Persone legate a Palma di Montechiaro Giovanni Battista Hodierna, presbitero, astronomo, architetto Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del romanzo Il Gattopardo Francesco Lo Sardo, 1° Gramsci siciliano, e uno dei primi parlamentari siciliani del movimento dei lavoratori. Salvatore Racalbuto, ex arbitro di calcio, poi insegnante, nato a Palma di Montechiaro, ora residente a Gallarate. Salvatore Todaro, Comandante di sommergibili della Regia Marina, durante la seconda guerra mondiale ricevette diverse decorazioni. Domenico Provenzani, uno dei maggiori pittori del '700 siciliano Amministrazione Gemellaggi Hagen, dal 2011 Altre informazioni amministrative Il comune di Palma di Montechiaro fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.6 (Colline litoranee). Note ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2012. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008. URL consultato il 24-07-2011. Voci correlate Lettera del Diavolo Monte Grande (Palma di Montechiaro) Solfara Gibeldolce Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Palma di Montechiaro

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