Torna il More, al Teatro Italia in scena la Compagnia Ragli
Il progetto More, ideato da Scena Verticale in partenariato con il MiBACT, la Regione Calabria e il Comune di Cosenza, torna in città con una rassegna inedita dedicata agli spettacoli prodotti grazie a Europe Connection: il Focus Residenze.
Dopo il successo dello spettacolo prodotto dal giovane collettivo Divina Mania e messo in scena da Mauro Lamanna, venerdì 22 novembre a calcare il palco del Teatro Italia “A. Tieri” sarà la Compagnia Ragli con The speaking machine, scritto dalla drammaturga catalana Victoria Szpunberg e diretto da Rosario Mastrota.
Dalila Cozzolino, Antonio Monsellato e Maurizio Aloisio Rippa prestano corpo e voce ad una storia ambientata in un futuro incerto quanto possibile: sono “giorni in cui non sembreremo umani, ma ancora sapremo come essere tristi” come recita il sottotitolo dello spettacolo. Una scelta registica, quella di Mastrota, che evidenzia come la solitudine sia un effetto inconsapevole degli automatismi della nostra epoca.
Il Focus Residenze di progetto More è una programmazione nata dalla volontà di presentare al pubblico cosentino le produzioni internazionali nate dal partenariato tra la compagnia di Castrovillari e Fabulamundi - Playwriting Europe.
Lo spettacolo
Siamo in un futuro incerto: giorni in cui non sembreremo umani, ma ancora sapremo come essere tristi. Una donna lavora come macchina parlante, un cane umano dà piacere e un padrone di casa attende una promozione. È un triangolo con più di tre punti. È la storia di una relazione basata sul potere, la dipendenza e, perché no, l'amore. Una storia crudele e romantica dove macchine ed emozioni si fondono in una spirale di eventi alle frontiere dell'esistenza.
Ognuno di noi ha un modo proprio di rappresentare la solitudine, di viverla e di immaginarla. Esiste dunque una solitudine diversa per ciascuno. Protesi nel ricercare all’esterno i significati delle cose, non ci si rende più conto di quanto ci si allontani da sé. Non ci si sente più realmente da soli eppure, specchiandosi realmente, ognuno si vedrebbe diviso.
Comportamenti ed oggetti uguali per tutti illudono di poter raggiungere l’individualismo ma in realtà inceppano la libertà, alimentano la fuga, la ricerca del nascondiglio e circondano l’autonomia. Si resta sempre da soli.
The Speaking Machine combina un mondo grottesco e poetico con una routine quotidiana molto specifica. Esiste la felicità nella solitudine?
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