Il Castello Incantato di Sciacca: museo all'aperto ricco di mistero
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Il Castello Incantato di Sciacca, o Giardino Incantato, è uno tra i più strabilianti esempi di Art Brut (arte spontanea) al mondo, frutto del genio folle di Filippo Bentivegna.
“Filippo ‘u pacciu” di Sciacca
Al secolo Filippo Bentivegna, classe 1888, nato a Sciacca e conosciuto ai più come “mastru Filippu”, “Filippo delle teste” e ancora, “Filippo il pazzo”, il geniale scultore siciliano ha consegnato alla sua città, e al mondo intero, uno dei più suggestivi esempi di arte grezza: il Castello Incantato di Sciacca.
Senza alcuna formazione artistica, Bentivegna realizzò nel suo podere di Sciacca migliaia di sculture, trasformando il “Castello Incantato” in un vero e proprio museo all’aperto. A chi chiedeva il senso di quel plasmare la materia grezza, Filippo rispondeva:
Cerco la Grande Madre... Dentro la terra è il seme dell'uomo".
All’inizio fu una testa, poi ne seguirono decine, centinaia, finché ogni pezzo di roccia e formazione calcarea all’interno della sua proprietà divenne un volto: teste umane accatastate, affiancate, bifronti, persino i suoi tre cani vennero tosati e dipinti sui fianchi con le “teste di Sciacca”.
Deriso dai concittadini, in quanto pretendeva d’esser chiamato “Eccellenza”, sentendosi a capo di un regno, Filippo Bentivegna fu riconosciuto grande scultore dall’artista svedese Lilieström che, soggiornando a Sciacca negli anni ‘50, riconobbe nel Castello Incantato un museo all’aperto da inserire tra le meraviglie della città; infine, fu consacrato genio dell’arte grezza da un collaboratore di Jean Dubuffet, teorico dell’Art Brut.
Oggi, il Castello Incantato, è senza dubbio una delle attrattive artistiche più importanti di Sciacca, da non perdere assolutamente per chi visita la città.
Cosa vedere a Sciacca
Dopo aver visitato il Castello Incantato di Filippo Bentivegna, ViaggiArt consiglia di proseguire la visita con altre 4 cose da non perdere a Sciacca.
1. Il mare a Sciacca
La passeggiata lungo il porto, dove le casupole colorate dei pescatori creano scorci da cartolina e atmosfere romantiche, è una delle cose da concedersi quando si arriva a Sciacca. A circa 6 metri dalla superficie marina si trova l’Isola Ferdinandea, che ebbe origine, nel 1831, dall’eruzione di un vulcano a pelo d’acqua.
Il primo ad approdare sull'isola fu l'ammiraglio britannico James Graham; seguì una delegazione di cartografi francesi, che battezzò l'isola come Julia; poi fu la volta dei geologi e cartografi borbonici, che la rinominarono Ferdinandea. Pare che le tre nazioni stessero ancora litigando per il possesso dell’isola quando, cinque mesi dopo, lasciando tutti di stucco, la Ferdinandea di Sciacca si inabissò per sempre tra flutti e vapori.
2. Le terme di Sciacca
Tra le cose da non perdere, le terme di Sciacca: le fonti del bacino termale saccense derivano da un’attività vulcanica sotterranea, in particolare nella cosiddetta "Valle dei Bagni", alle pendici del Monte San Calogero.
Delle cinque fonti ancora esistenti, soltanto tre vengono sfruttate: l'Acqua dei Molinelli, l'Acqua Santa e l'Acqua Sulfurea. Le terme di Sciacca sono fruibili presso lo stabilimento delle Nuove Terme, un edificio in stile Liberty in posizione panoramica, su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare.
3. Il Carnevale di Sciacca
Considerato uno degli eventi più importanti della Sicilia e del Sud Italia, il Carnevale di Sciacca ha origini antichissime, che sembrano affondare radici addirittura nei saturnali romani. Ogni anno, il Carnevale di Sciacca ha inizio il Giovedì Grasso con la sfilata dei carri capeggiata da Peppe Nepa, maschera locale che apre e chiude la festa.
Chi visita la città negli altri periodi dell’anno, può assaporarne la magia visitando l’apposito Museo del Carnevale di Sciacca.
4. La ceramica di Sciacca
La ceramica di Sciacca, divenuta DOP, rappresenta il fiore all'occhiello della produzione artistica e artigianale della città.
Famose in Italia e all'estero, le maioliche di Sciacca si riconoscono per i colori accesi che vanno dal giallo, al verde e al blu cobalto, e accendendo di colori le vie del centro storico, esposte fuori dalle botteghe dei maestri ceramisti, cui spetta il merito di aver saputo elevare l'arte della ceramica di Sciacca a patrimonio mondiale: tra i tanti spiccano i nomi di Lombardo, Piparo, Di Facio, Lu Xuto, Lo Boj e Giuseppe Bonachia.
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