Nelle Case delle Fate di Alghero
Secondo una popolare leggenda sarda, le janas (fate) erano donne minute, abitanti delle domus, piccole case ricavate nella roccia (da cui il nome, Domus de janas: “Case delle Fate”).
Le domus sono in realtà caverne utilizzate fin dall’antichità per seppellire i defunti: necropoli pre-nuragiche, che affondano le loro origini nelle credenze legate alla rinascita dopo la morte, quando si costruivano vere e proprie case, scavate l’una accanto all’altra nella roccia. Ciascuna di queste necropoli era in grado di ospitare un centinaio di corpi.
Entrare in una domus è un’esperienza suggestiva. Nello spazio d’incontro tra il mondo dei vivi e quello dei morti, per mezzo delle “Fate”, è possibile scoprire monumenti straordinari, importanti testimonianze storiche degli usi e dei costumi della Sardegna di oltre 5000 anni fa.
A Sant’Andrea Priu, a sud di Alghero, si può visitare una domus trasformata in chiesa in epoca bizantina, con un tipico nartece esterno destinato ai non battezzati, il presbiterio, l’altare e meravigliosi affreschi all’interno. Fra le domus che compongono la necropoli, la “Tomba del Capo”, la “Tomba a capanna circolare” e la “Tomba a camera” si distinguono per spettacolarità e ottimo grado di conservazione.
Oltre il costone che ospita le domus di Sant’Andrea Priu, s’intravede una formazione rocciosa nota come “il Campanile”, o il “Toro Sacro” per via del suo profilo, simile a quello di un grosso bovino.
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