Capraia: reportage da un’isola (ancora) incontaminata
Cari amici, oggi ViaggiArt ha il piacere di ospitare Giacomo Alberto Vieri (La Repubblica) e il suo bel reportage dall’isola di Capraia, delizioso angolo di paradiso in cui trascorrere un week end di relax immersi nella natura.
Giacomo Alberto Vieri è nato a Settembre del 1986, quando in Italia uscì il primo numero di Dylan Dog e in Cile attentarono alla vita di Pinochet. Vive a Firenze, cura una rubrica per La Repubblica dal nome Breakfast on Tour in cui parla di cibo, tentativi e luoghi comuni. Si occupa anche di reportage e processi di integrazione. La vulnerabilità prima del KO, l’architettura delle zone di periferia e la pasta corta: tre cose di cui non sa proprio farsene una ragione.
Difficile da credere che a poco più di 60 miglia marine dal porto di Livorno esista e si conservi un’isola così greggia, dalla bellezza disarmante, come Capraia: dopo due ore e quaranta di traversata (almeno un collegamento giornaliero è garantito anche nel periodo invernale) si può sbarcare in una realtà parallela, una sorta di isola che non c’è, con poco più di quattrocento abitanti, una sola strada asfaltata, lunga un km e percorsa da un bus navetta che fa servizio continuo fino a tarda sera, che collega il porto col centro del paese, posto ad un’altitudine di 52metri ed arroccato dietro il Forte di San Giorgio, eretto dai genovesi nel 1540.
Parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, con una vegetazione ricchissima e vette di oltre 400m nell’area interna montuosa, la stagione turistica di Capraia si apre infatti col “Festival del camminare in Primavera” e si conclude con la famosa “Sagra del totano” ai primi di Novembre, quando il porticciolo dell’isola diventa una catena di barchini, racconti di pescatori e cartocci di pesci fritti.
I giri dell’isola in barca e le escursioni organizzate dai charter locali rappresentano un’occasione unica per ammirare la conformazione vulcanica dell’isola, (il cono di eruzione di Cala Rossa è una meraviglia naturale a ingresso gratuito), le numerose grotte marine formatisi a ridosso delle coste, le falesie che cadono a picco sul mare e la suggestiva Punta dello Zenobito con la torre in decadimento in cima ai basalti.
Riservata, per conformazione e storia (la colonia penale agricola è stata chiusa nel 1986) Capraia oggi è uno spazio ai confini del tempo dove i bambini corrono scalzi nella Piazza di San Nicola, un’isola a numero chiuso, con poche strutture ricettive, priva di mercificazione turistiche e di vezzi o abbellimenti per i forestieri: un luogo da godersi appieno coi comfort di minima necessità.
Seduti in un bar del porto al tramonto, davanti ad un bicchiere di mirto e ad un tagliere di formaggi di capra, rigorosamente locali e biologici; proprio adesso che dopo tanti anni, grazie alle forze di un’azienda agricola e dell’amministrazione locale, finalmente le capre sono tornate sull’isola.