Calcata, omaggio ai borghi del Centro Italia
Calcata è un piccolo borgo Medioevale della provincia di Viterbo che, a soli 45 chilometri a nord di Roma, è riuscito a conservare intatto il suo patrimonio naturale e culturale. Il paese vecchio è arroccato su di uno sperone tufaceo sulla valle del Treja. Si può accedere al borgo attraversando l’unica porta che si apre sulle mura. Da questo momento, il telefono dice “nessun segnale” e, costretti ad abbandonare i social network, ci si avventura alla scoperta di un luogo che sa di tranquillità, di leggerezza, di spensieratezza.
Dopo il terremoto di Messina del 1908 alcuni borghi in Italia, vengono giudicati poco sicuri e, nel 1935, una legge decreta l’abbandono delle case dei borghi ritenuti più a rischio. Anche Calcata è tra questi. Una Calcata Nuova inizia a vivere poco distante, ma il paese medievale resiste. Grazie alle successive perizie geologiche, che confermano la solidità della rupe, il borgo antico ottiene l’abitabilità e torna a vivere più forte e compatto di prima.
Gli anni ’60 segnano quindi, l’inizio di una nuova epoca per questo piccolo paese di 924 abitanti, che diventa ben presto qualcosa di diverso: un luogo d’incontro tra persone che, provenienti da tutta Italia e dal mondo, non accettano la negatività della grande città, sono interessate alla cultura apprezzando tutto ciò che è semplice, piccolo, a misura d’uomo.
Calcata è un borgo molto particolare, come sono particolari e anche un po’ stravaganti i suoi abitanti; non è difficile incontrare in piazza e per le vie artisti di strada che improvvisano uno spettacolo peri visitatori. Camminando per i vicoli si respira una magica atmosfera, quasi surreale. Qui il tempo sembra si sia fermato tra le botteghe e i negozi di artigianato e le sale da the. Si viene conquistati dall’odore di legna bruciata dei camini e dei biscotti appena sfornati in un piccolo forno che produce delizie alla cannella, al cocco, all’arancio e al cioccolato. A Calcata hai l’impressione di trovarti in un labirinto di vie strette, dove regnano tra i fiori colorati dei balconi, simpatici gatti sornioni.
Le stradine laterali, caratterizzate da archi e scalinate conducono negli angoli più nascosti e delicati, ti spingono a guardare all’esterno, dove si apre la vallata, fitta di alberi e boschi. Da non perdere, la visita del Granarone, un antico granaio del 1670 restaurato, oggi sede di una associazione culturale.
Calcata resiste, sospesa in alto come un nido d’aquila.
Mariana Mariggiò