A Paestum affiorano i colori del tempio di Hera
C’è una svolta autentica negli studi il tempio di Hera sul fiume Sele, a 9 km a nord dall’antica Paestum. Secondo le analisi scientifiche finanziate dalla Fondazione Mezzogiorno Tirrenico, su proposta di Confindustria Salerno, il rilievo fu completato con l’uso di colori.
La metopa che rappresenta Apollo sembrava non finita ma grazie agli esami multispettrali capaci di rendere visibile l’invisibile si sono scoperti i lunghi capelli della divinità. Una scoperta resa possibile con il contributo di 24mila euro della Fondazione Mezzogiorno Tirrenico e di Confindustria di Salerno, con cui da tre anni il Parco di Paestum ha stretto contatti generando significative collaborazioni.
A sottolinearlo Lina Piccolo, vicepresidente di Confindustria Salerno: «Oramai da qualche anno - in una logica di complementarietà indispensabile per coniugare sviluppo culturale e attrattività territoriale - Confindustria Salerno, insieme con le sue imprese, e il Parco Archeologico di Paestum sono legate a doppio filo in iniziative congiunte che puntano alla valorizzazione dello splendido potenziale artistico e turistico del nostro territorio».
C’è chi supponeva che le metope esposte al Museo Archeologico di Paestum non avessero mai superato lo stato di bozza. Oggi le analisi archeometriche dimostrerebbero che fossero dipinte e poi montate su un tempio: uno snodo importane che ricostrusisce la storia del santuario di Hera sulla foce del Sele, secondo la leggenda fondato da Giasone.
«Oggi invece possiamo essere certi – ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum - che le metope facessero parte di un grande tempio, all’inizio dell’architettura dorica in pietra degli anni 570/60 a.C.. Si tratta di un’altra prova del contributo fondamentale che le aree coloniali dell’Italia meridionale e della Sicilia hanno dato alla formazione dell’architettura dorica nel mondo greco».
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