Luogo - Castello

Maschio Angioino (o Castel Nuovo)

Luogo: Via Vittorio Emanuele III, Napoli

Il Maschio Angioino (o Castel Nuovo) è uno degli edifici simbolo della città di Napoli. Il Castello è situato in Piazza Municipio ed è sede della Società Napoletana di Storia Patria e del Comitato di Napoli dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. La sua costruzione si deve a Carlo I d’Angiò, che decretò il trasferimento della capitale del Regno da Palermo a Napoli, costituendo un polo urbanistico attorno al porto e agli altri due castelli (Castel Capuano e Castel dell'Ovo), e stabilendovi la propria residenza. I lavori iniziarono nel 1279, su progetto dell'architetto Pierre de Chaulnes, e si conclusero già tre anni dopo. Del periodo angioino sopravvive solo la "Cappella palatina": la facciata sul cortile interno presenta un portale rinascimentale con rilievi; l'interno conserva una minima parte degli affreschi originari di Giotto ("Storie del Vecchio e Nuovo Testamento") e gran parte di quelli del XIV secolo, oltre che pregevoli sculture del Rinascimento napoletano (come il "Tabernacolo della Madonna col bambino", di Domenico Gagini; e le "Madonne in Trono col Bambino", di Francesco Laurana). Agli Angiò si deve la principale sala del Castello, "Sala del Trono" (o "Sala Maior"). Tra il XIII e il XIV secolo, il Castello ospitò importanti eventi storici (abdicazione di Papa Celestino V, 1294) e personalità culturali (Giotto, Boccaccio, Petrarca) che lo abbellirono e vi espressero la propria arte.  Nel 1443 la fortezza venne completamente ricostruita nelle forme attuali sotto Alfonso d'Aragona, che ne affidò la ristrutturazione in stile gotico-catalano a Guillem Sagrera: cinque torri rotonde (quattro in piperno e una in tufo) coronate da merli e beccatelli, adatte a sostenere i colpi delle bocche da fuoco, ribadivano il ruolo difensivo del castello insieme ai grandi basamenti a scarpata lungo il fossato; mentre l'arco trionfale in marmo all'ingresso, capolavoro del Rinascimento napoletano ad opera di Francesco Laurana, sottolineava l'importanza della reggia come centro di potere. La "Sala del Trono" fu rifatta (con volta ottagonale, finestre di guardia e palchi per i musicisti) e prese il nome di "Sala dei Baroni". Successivi interventi si ebbero sotto i Borboni, con l'aggiunta dell'Arsenale di artiglieria. Nei primi anni '20, fu realizzata l'ampia fascia di aiuole esterne e l'isolamento pedonale. Il Castello include anche: la "Cappella delle Anime del Purgatorio", risalente al XVI secolo, con decorazione barocca e tele di grande pregio; la "Cappella di S. Francesco di Paola", del XV secolo, e le Prigioni, "Fossa del Coccodrillo" e "Prigione dei Baroni". Il Maschio Angioino offre un percorso museale attraverso le sale, per ammirare la collezione d'arte che va dal XV al XX secolo (inclusi i capolavori dei caravaggisti Francesco Solimena e Mattia Preti), e ospita la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria.

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