Destinazioni - Comune

Roccamandolfi

Luogo: Roccamandolfi (Isernia)
Roccamandolfi è un comune italiano di 972 abitanti della provincia di Isernia in Molise. Geografia Roccamandolfi si trova nell'estremo sud-est della provincia di Isernia, confina con la provincia di Campobasso e con la provincia di Caserta. Il monte più alto del Massiccio del Matese (catena montuosa appenninica del Molise) è alto 2050 m s.l.m. e fa parte del comune di Roccamadolfi. Clima Attualmente Roccamandolfi non conosce più il freddo rigido che provocava nevicate eccezionali fino a qualche decennio fa, al contrario il clima estivo raggiunge e supera ormai i 35 °C ogni anno. Il clima però è secco e l'aria si mantiene più fresca che nei paesi limitrofi anche in piena estate. Storia Toponimo L'etimologia di Roccamandolfi è di origine longobarda, ovvero Rocca di Maginulfo, appartenente alla famiglia reale, che ricopriva la carica di Castaldo d'Aquino al termine del IX secolo. Per corruzione linguistica in seguito il toponimo divenne Roccamandolfi. Dal medioevo al 1700 Sotto i Longobardi il luogo era parte della Contea di Bojano; con i Normanni il borgo venne aggregato alla Contea di Molise. Castellano di Roccamandolfi fu il conte Carlo Pannone (poi diventato Pandone). Nella ricca storia feudale del maniero ricordiamo che: Nel 1195 vi trovò rifugio Ruggero di Mandra, conte di Molise, il quale l'anno seguente, resistette ai limiti del possibile all'assedio della rocca da parte delle truppe imperiali, finché non fu costretto ad arrendersi; Nel 1220 l'imperatore Federico II ordinò l'abbattimento di tutte le fortezze che potevano rappresentare un pericolo per il potere imperiale, tra cui Roccamandolfi. Il coevo castellano, Tommaso da Celano, conte di Molise disubbidì e cominciò la strenua difesa del maniero insieme con la consorte ed i figli. Il conte decise però di uscire dalla rocca una notte per riconquistare il castello di Celano. La consorte, Giuditta, stante la insostenibile situazione della prolungata difesa, cedette però le armi nel 1223. La Rocca Maginulfi venne distrutta dal conte di Acerra, Tommaso I d'Aquino, per volere del re. L'annesso borgo fu riedificato più a valle (in località “Casale”), dove sorge l'odierna Roccamandolfi. Passati questi accadimenti, sia il castello che il villaggio perdettero ogni rilevanza strategica: cominciò così la compravendita del feudo da parte dei vari nobili della città di Napoli. Carlo I d'Angiò concesse Roccamandolfi a Tommaso d'Evoli (1269), a Berengario di Tarascona (feudatario di Castelpizzuto) nel 1272, e quando questi decedette a Fulcone di Roccafolia (1278). I Roccafoglia lo detennero sino al 1391 (con una breve parentesi degli Artois). I Gaetani ne divennero feudatari nel corso della prima metà del Quattrocento, sino al 1456, quando Giacomo Gaetani lo alienò ai Cennamo, indi passò ai Perez. I Perez possedettero Roccamandolfi sino all'anno 1543, quando Francesco Perez la alienò al barone Giovanni Luigi Rizzo, patrizio napoletano, che la conservò sino al 1549. Questa famiglia possedeva anche nello stesso periodo (1541) il sopra citato feudo di Castelpizzuto (con Adriana, consorte di Ottavio Galeota). Nel 1549 il feudo di Roccamandolfi venne venduto all'asta. Nuovo proprietario fu un altro patrizio napoletano, Giambattista d'Afflitto dei conti di Trivento. Roccamandolfi cambiò velocemente proprietà, con l'alienazione alla potente famiglia napoletana di Sigismondo Pignatelli nel 1586. I Pignatelli, successivamente duchi di Roccamandolfi, conservarono il feudo fino 1806 con l'eversione della feudalità. Dal 1700 ai giorni nostri Nel 1780 la duchessa Anna Pignatelli ottenne dal Papa Pio VI il corpo di San Liberato Martire da venerare presso la Chiesa di San Giacomo Maggiore (21 marzo 1780). Roccamandolfi è famoso per essere stato, tra i molisani, la patria di molti uomini dediti al brigantaggio postunitario. Ciò che è meno noto è che a Roccamandolfi era nato già nel 1799 un tipo di brigantaggio legato alla politica più che all'esasperazione e alla rivolta. Emblematico è in questo senso il brigantaggio di Sabatino Lombardi detto il Maligno che da latitante, per sfuggire alla condanna per alcuni omicidi (di cui peraltro solo uno era stato da lui commesso certamente), divenne una delle forze dei sanfedisti filoborbonici e antigiacobini. La prova certa è che le forze occupanti francesi fecero numerose incursioni nei monti del paese alla ricerca di un ribelle proprio in quel periodo. Durante la prima e seconda guerra mondiale, Roccamandolfi subì la stessa sorte di molti altri centri italiani, bombardamenti, incursioni di soldati stranieri ed altro. Nel 1962 la RAI ha registrato un servizio giornalistico sulla Roccamandolfi degli anni sessanta. La comunità cittadina, come tutta quella molisana, è stata duramente colpita dalla più grave sciagura mineraria mai verificatasi negli Stati Uniti d'America, a Monongah, nella Virginia Occidentale, il 6 dicembre 1907: diverse delle 959 vittime della catastrofe erano emigranti provenienti da Roccamandolfi. Monumenti e luoghi d'interesse Santuario di San Liberato A Roccamandolfi è presente un santuario che custodisce le reliquie di San Liberato Martire da oltre 200 anni. È un santo molto venerato in tutta la città e nei paesi limitrofi, e molti pellegrini, durante i giorni dedicati a lui, si recano sul posto come segno di devozione. Chiesa dei Santi Martiri Un'altra chiesa presente a Roccamandolfi è quella dei Santi Martiri, detta semplicemente "Dei Santi" in cui tra le altre, sono presenti le statue di San Sebastiano, sant'Anna e san Donato. A quest'ultimo, fin dai tempi antichi considerato il protettore degli epilettici (l'epilessia in dialetto molisano si chiama "il mal di San Donato") era dedicata una fiera di bestiame e una grande festa. Oggi, dietro l'altare della piccola chiesa resta ancora lo strumento col quale gli abitanti del paese e dei borghi limitrofi venivano a pesare i propri figli, offrendo, per la loro benedizione da parte del Santo, un quantitativo di grano pari al peso dei bambini in questione. Chiesa di S. Giacomo il Maggiore Il Santuario di San Liberato è un tempietto ricavato nell'abside della Chiesa di San Giacomo Maggiore, ma attualmente l'intero edificio sacro è considerato sia "Santuario di San Liberato" che "Chiesa di San Giacomo il Maggiore", in cui sono conservate, quindi, anche alcune reliquie del Santo Apostolo. Croce Viaria All'entrata del borgo, in quella che era anticamente l'unico ingresso del paese è presente un'interessante croce viaria, la quale, insieme alla devozione per S. Giacomo il Maggiore, fanno pensare che Roccamandolfi sia stata una delle mete, o delle tappe per i pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Dialetto roccolano La varietà di dialetto meridionale parlata a Roccamandolfi è il roccolano, parlato dai mille abitanti del paese e dalle migliaia di roccolani sparsi per il mondo (dal Canada all'Australia). Questo dialetto, pur essendo chiaramente molisano è basato anche su sviluppi fonetici e lessico "simili" allo spagnolo, ad esempio il dittongamento metafonetico di "ŏ" breve latina in "ué". Pur non essendoci stati mai studi di questa varietà linguistica il dialetto di Roccamandolfi può vantare numerose testimonianze scritte, seppur non antichissime, e innumerevoli fonti orali. Fenomeni notevoli: dittongamento metafonetico: lat. Ŏ > dial./we/; propagginazione: /ru+'kanə/ = /rə'kwanə/, oppure lat. LIBERATUS = /ləbbə'rjatə/; modifica di gli in j; vocalismo del napoletano ma con vocale centrale conservata; rotacismo di /l/: dial. /'kuirə/=ital. quello. Persone legate a Roccamandolfi Salvatore Baccaro (1944-1984), attore e caratterista del cinema italiano. Cultura Eventi Festa di San Liberato Una festa molto importante per il paese è la festa di San Liberato in cui vengono venerate le spoglie del Santo Martire presente nel santuario. Si svolge la prima domenica di giugno. Giornata del pastore Verso la metà di luglio, a Campitello di Rocca (situato sui monti del Matese che sovrastano Roccamandolfi), si svolge la Giornata del pastore, dove molte persone provenienti da ogni parte del centro Italia si riuniscono per gustare i prodotti tipici del luogo. Curiosità Come testimoniato nel 1962 da un documentario RAI curato dal giornalista Giuseppe Lisi, nel paese di Roccamandolfi fino agli anni sessanta si praticava la "pesatura del corpo in cambio della grazia", usanza di origine orientale che ricorda alcune tradizioni medio-orientali ma anche la pesatura del cuore dei morti da parte del Dio Anubi nella cultura egizia antica. Nella piccola Chiesa dei Santi, in cui si venera ancora oggi, tra gli altri, San Donato Vescovo d'Arezzo, si pesava un bambino o chiunque richiedeva la guarigione al Santo e in cambio di questa gli si offriva una quantità di grano o di cereali pari al peso della persona che aveva bisogno dell'intervento miracoloso. La pratica serviva più spesso per cercare di curare le malattie che un tempo era impossibile "tenere a bada" in alcun modo, tra cui ricordiamo l'epilessia. La ricerca affannosa del popolo per curare questi disturbi ha fatto sì che i tutti i mali incurabili e dalle origini poco chiare vengano dette in dialetto (roccolano ma anche nel resto del Molise): "lə malə də Sandə Dənàtə" ossia il male di San Donato. Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2013. ^ La storia della nostra terra, comune.roccamandolfi.is.it. URL consultato il 5 gennaio 2010. ^ a b Genealogie Delle Famiglie Nobili Italiane ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Sito ufficiale Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Roccamandolfi
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