Luogo - Museo

Museo della Ceramica Duca di Martina

Luogo: via Cimarosa, 77 / via Aniello Falcone, Napoli
Il Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana di Napoli è sede di una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative che comprende oltre seimila opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, il cui nucleo più cospicuo è costituito dalle ceramiche. La raccolta, che dà il nome al Museo, è stata costituita nella seconda metà dell’Ottocento da Placido de Sangro, duca di Martina e donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi. Il duca, trasferitosi a Parigi dopo l’unità d’Italia, iniziò ad acquistare oggetti d’arte applicata, entrando in contatto con i maggiori collezionisti europei, come i Rothschild, e partecipando alle grandi esposizioni universali che proprio in quegli anni, tra Londra e Parigi stavano contribuendo ad alimentare l’interesse per le arti applicate all’industria. La visita al museo, si articola su tre livelli. Il piano seminterrato ospita la sezione di arti decorative orientali. Da segnalare, tra gli oggetti di manifattura cinese: una statuina che rappresenta un tamburino a cavallo, in terracotta invetriata, di epoca T’ang (VIII secolo); il vasellame bianco e blu, verde e rosa, prodotto durante le dinastie Ming e Qing; numerosi manufatti in bronzo, giada e lacca. Segue una notevole raccolta di porcellane giapponesi in stile Kakiemon e Imari. Al piano terra è conservata una raccolta di maioliche italiane dei secoli XV-XVIII: piatti, albarelli, vasi, orcioli di farmacia, fiasche e crespine delle manifatture di Deruta, Gubbio, Faenza, Palermo e Castelli. Segue la sezione dei vetri che ospita uno splendido campionario di manufatti di Murano e della “façon de Venise” databili tra il XVI e il XIX secolo, nonché cristalli boemi e inglesi. Infine, sono esposti avori gotici e smalti di Limoges dei secoli XII-XVII e raffinati oggetti di galanteria settecentesca. Nelle sale del piano superiore sono conservate porcellane di manifattura europea del XVIII e XIX secolo, esposte secondo i luoghi di produzione: nell’ordine si succedono porcellane di Meissen, Vienna, Venezia, Ginori, Sèvres e altre fabbriche francesi e tedesche. Nel salone da ballo è allestita l’esposizione delle porcellane napoletane, delle Fabbriche di Capodimonte (1743-1759) e Napoli (1771-1806). Tra le prime si segnalano il gruppo La Pietà e i Gridi, modellati da Giuseppe Gricci. Tra le seconde, vasellame decorato a vedute, con i costumi del Regno e a figure antiche, nonché diversi biscuit di Filippo Tagliolini. Nelle ultime due sale, infine, è esposta una campionatura della collezione De Sangro, donata nel 1978, tra cui spicca uno splendido servizio da cioccolata in porcellana di Meissen e un cospicuo “servito da tavola” della Real Fabbrica di Napoli, decorato a figure ercolanensi. In un’altra sala, allo stesso piano, trova posto la raccolta di oggetti in tartaruga di donazione Sbriziolo-De Felice.
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