Destinazioni - Comune

Barrali

Luogo: Barrali (Cagliari)
Barrali (Barrabi in sardo) è un comune italiano di 1.120 abitanti della provincia di Cagliari, in Sardegna. Geografia fisica Situato nella Trexenta, il comune di Barrali occupa una superficie di 11,46 km quadrati ed è abitata da oltre 1100 persone, che in sardo vengono chiamati barrabesus. Il paese si colloca ai piedi del monte Uda, che ha un'altezza di 370 metri e ospita una pineta estesa 300 ettari. Dalla cima del monte Uda si può ammirare un vastissimo paesaggio: in direzione nord è visibile l'alta Trexenta con tutti i paesi, guardando oltre sono visibili le colline dell'alto Sarcidano, le montagne del Gennargentu che sovrastano le due Barbagie di Belvi e di Seulo. Nella direzione opposta si ammira il resto della Trexenta e gran parte delle Marmilla, fino all'altipiano della Giara; guardando in direzione sud est, si vede una vasta estensione del Campidano fino alle propagini delle montagne di Villacidro (monti Mannu sulla catena del Linas), tutta la catena delle montagne di Capoterra (monte Arcosu), nonché il golfo degli Angeli, il mare di Cagliari, e la Sella del Diavolo. Barrali è ubicato in un incrocio geografico, fra tre importanti zone del sud Sardegna: confina con Donori che appartiene al Parteolla, con Sant'Andrea Frius, Ortacesus e Pimentel che sono all'interno della Trexenta, e con Samatzai che si trova nel Campidano, usufruendo dei benefici economici e sociali che tale posizione di crocevia comporta. Gran parte del territorio di Barrali è attraversato dalla Strada Statale 128, un'antica via di comunicazione che ha sempre collegato il sud della Sardegna col centro dell'isola nel cuore della Barbagia nuorese. Storia Studi approfonditi hanno evidenziato vita a Barrali già nel medio neolitico, 4.700 a.C. (Grotte Su Musuleu). Molte sono le testimonianze della presenza dell'uomo nel territorio dell'attuale Barrali già in età nuragica. Numerosi sono i resti di nuraghi che risalgono a questa epoca. Importante centro di avvistamento fu quello costruito sul Monte Uda e quello in direzione di Donori, dove è possibile ammirare la torre nuragica di "Sa Domu de S'Orcu". Tutti i nuraghi si trovano su alture che dominano il territorio circostante: questo tipo di abitazioni, più che resti di villaggi, possono probabilmente essere annoverati come edifici di controllo e avvistamento. Visibili residui archeologici, su altre zone (Muridinas-Onigu-Natali-trinidadi-S'Aruta-Sant'Elia) del territorio, fanno supporre presenze di gruppi umani su quei siti appena più a valle, nel periodo nuragico o immediatamente successivo. È assai improbabile infatti che nel territorio dove oggi sorge il centro abitato potesse sorgere un insediamento, visto che l'intera vallata era occupata da una laguna. In epoca romana, sembra che l'imperatore Vespasiano abbia mandato a morire in quel luogo insalubre alcuni ebrei, che invece non solo sopravvissero, ma prosperarono e diedero vita al villaggio dal quale scaturì poi Barrali. In passato Barrali apparteneva alla curatoria di Dolia, con sede in San Pantaleo. Questo è attestato dagli studi su Barrali fatti su alcuni reperti trovati reperti risalenti al 1320, trovati in un archivio pisano. Dalle notizie riportate risulta che Barrali era un villaggio di modeste dimensioni. Intorno alla prima metà del XIV secolo, tutti i villaggi della curatoria di Dolia vennero assegnati a signori catalani e aragonesi. Infatti gli aragonesi presero possesso di tutta la Sardegna, e proprio sotto il loro dominio, si verificarono degli accorpamenti territoriali che portarono Barrali nei feudi della Trexenta. Nel 1348 tutto il territorio di Dolia subì molti danni gravi a causa di una tremenda epidemia di peste bubbonica: tutti i villaggi persero un numero consistente di abitanti e alcuni restarono disabitati. Il primo parroco di Barrali Biagio Pia di Ussana fondò insieme al Marchese di Villasor nel 1646 la Villa di Barrali dopo anni di desolazione e abbandono. In ordine cronologico i sindaci succedutisi a Barrali dal 1948: Marcia Giovanni, Callai Carlo, Porcedda Agostino, Lallai Silvano, Baccoli Francesco, Serpau Luigi, Porcedda Vittorio, Baccoli Gianfranco, Melis Natalino, Baccoli Gianfranco, Piga Fausto (attuale). L'origine del toponimo L'origine etimologica di Barrali ha radici incerte. Secondo una prima teoria deriverebbe dal termine aramaico che tradotto significa "figlio di Abi" o "figlio del Principe". Un'altra riconduzione etimologica collegherebbe "Barrali" al termine "a barralis", dalla coltivazione di vigneti a pergolato praticata nella zona. Infine l'origine del termine potrebbe ricondursi all'ebraico "barc" (fiume) per la presenza del fiume "Riu Mannu" nelle immediate vicinanze del paese. Questa tesi è tra le più accreditate, per la presenza in questo territorio di un gruppo di ebrei esiliati dall'Imperatore Vespasiano, che si immagina diedero il nome anche alla vicina collinadi "Uda", riferendosi nella circostanza all'ebraico "Juda". Rioni storici Su Pontixeddu (zona di via Roma all'incrocio con via Sant'Andrea, nei pressi della Madonnina. ) Pratza de Buttega (zona di piazza Fausto Marras, all'incrocio via Donori, con via Roma. ) Funtana Manna (zona di piazza Fontana, all'incrocio con via G.Marconi, piazza del Popolo. ) Su Cunduttu (zona incrocio via Roma con via Monte Granatico, coinvolgendo parte di via Comunale. ) Sa Cabadroxia (zona via Is Donas, s'utturu de is'ispigasa) Monumenti e luoghi d'interesse Sulla vetta del monte Uda è stato costruito un suggestivo altare in pietra ed è presente la statua di Maria Ausiliatrice, rivolti entrambi verso il paese. Sulle pendici del monte Uda esistono resti di antichi caratteristici insediamenti produttivi, prevalentemente utilizzati allora per l'allevamento del bestiame, denominati Is Masonis: ad ovest Masoni de Gaetano Callai, ad est, Masoni de Marcia, a sud Masoni de su Foghesu, ed altri minori sparsi ovunque, di cui si possono visitare i resti. Al confine tra Barrali e Donori sono inoltre presenti i resti del nuraghe Sa domu de s'Orcu (che in sardo significa la casa dell'orco). Barrali ha avuto il suo monte granatico, un'istituzione che nacque in Sardegna nel diciassettesimo secolo, per opera degli stamenti sardi, e successivamente per l'intevento del Vescovo di Ales Michele Beltran. Il monte granatico aveva la funzione di banca del grano e serviva per arginare l'usura allora molto diffusa nei confronti dei piccoli coltivatori. Prima della semina i coltivatori si facevano prestare i semi di grano e di altre granaglie in genere, per restituirli subito dopo il raccolto. A Barrali il monte granatico si trovava nell'attuale via Roma, e il suo edificio era presente sino all'inizio della seconda meta del secolo scorso. Il rudere fu in seguito demolito, dopo un periodo di abbandono, per costruirvi la cassa comunale di credito agrario, diventata poi l'attuale agenzia del Banco di Sardegna del borgo. Un altro antico monumento presente a Barrali (sa Gruxi Santa) era situato esattamente nel punto in cui oggi via Donori fa angolo con via Marconi. L'ultimo resto di questo monumento, precisamente una trave granitica, rimase sul posto in posizione eretta fino alla fine del sesto decennio del Novecento. Nel centro del paese si trova la casa Maxia, antica casa padronale tipicamente barralese del fine ottocento, restaurata e trasformata in casa museo. Le caratteristiche predispositive delle antiche case padronali della Trexenta si riportano esattamente in questo edificio. La casa è composta da un vastissimo vano (sa lolla) da dove si accede al resto dei vani, le stanze da letto (is apposentus po croccai), uno o più soggiorni (is apposentus bonus) e la cucina (sa coxina). Quasi sempre dalla lolla si accedeva anche al granaio, dove tra l'altro venivano immagazzinate anche tutte le riserve delle leguminose (is provista po' tottu s'annu). Presenti poi tutte le dipendenze accessorie, che vertono sul cortile centrale. All'ingresso si trovano il portale in legno (su potabi) con atrio (su crociu) che da sul cortile (sa prazza) assieme alle altre dipendenze accessorie: la stalla per gli animali (sa lolla de is bois), il pagliaio (sa domu de palla), il ripostiglio per gli attrezzi (sa domu de is ainas), la cantina per la vinificazione (su magasinu), la legnaia sospesa su quattro pilastri di granito (S'umbragu de sa linna). Adiacente all'abitazione è presente il vano per la macina del grano, azionabile a trazione circolare da un asino o da un cavallo (sa domu de sa moba), nonché l'alloggio per la servitù (sa domu de su sotzu e de is serbidoris). Al centro del cortile è presente il pozzo con adiacente su laccu, contenitore quale abbeveratoi per gli animali, scolpito su pietra, quasi sempre da riempire attingendo col secchio a mano oppure con l'ausilio della carrucola (sa tallora) Al centro del paese esiste anche una piazza, chiamata Funtana Manna, che ha preso il nome da una fontana, ancora oggi esistente, sebbene chiusa e inutilizzata. Per secoli questa fu la fonte di approvvigionamento idrico del paese, ruolo che mantenne fino alla costruzione della locale rete idrica. File di donne con in testa la brocca (poggiata sul su tidibi) e col secchio in mano si dirigevano verso Funtana Manna per portare a casa l'acqua potabile: il secchio serviva per attingere l'acqua dal pozzo e come contenitore supplementare portato a braccio, mentre la brocca veniva caricata dalle donne con maestria ed equilibrio sulla testa (attutendo l'attrito del peso con su tidibi), portando così a casa il prezioso liquido che serviva per tutti gli usi domestici. Il Rio Mannu (nome comune a molti corsi d'acqua sardi) che attraversa la Trexenta e percorre da nord a sud l'agro di Barrali, divide il borgo, come una sorta di barriera naturale, dalle sue campagne migliori a ovest, dalla ferrovia e dalla Strada Stale 128, isolando inoltre nel passato, Barrali da gran parte della Sardegna nel periodo invernale. Per superare questa esigenza logistica e di comunicazione furono creati dei guadi (is baus) sul rio Mannu. Verso nord venne creato il guado de Natabi, nei pressi della località sa Cantonera de Rosa Pala. A ovest c'era il guado di sa Bia de is Passantis oggi coperto da un laghetto, e superato dal ponte in pietra costruito alla fine del XIX secolo. In direzione nord ovest c'e Bau Porcedda), superato da pochi anni da un ponte pedonale, ma ancora attraversabile in modo carrabile a guado classico. Il più importante per traffico è Bau Mannu, in direzione sud ovest, ancora oggi da guadare all'antica. Per ultimo verso sud vi è Bau Muridinas, oggi abbandonato, che guadando il rio portava in località Maurredddu, una delle zone più fertile delle campagne di Barrali. Le campagne di Barrali,sono state sempre generose di acqua sorgiva. Le sorgenti (is mitzas) presenti sul territorio erano complementari alle attività produttive. Gli agricoltori, assieme agli allevatori insediati negli ovili (masonis), utilizzavano come risorsa idrica queste sorgenti. Esistono ancora oggi mitzas in parte abbandonate, o manomesse: Mitza e mebis (zona Acquadina) Mitza de sa mutta (zona Monti Onigu) Mitza de sa rocca (zona Monti Onigu, ex tanca de Marcia) Mitza zurru de mastruanni (zona Su Canali de Mastruanni) Mitza de mesu costa (zona Sant'Elia) Mitza de ziu Ariccu (zona rocca de Lilliu) Mitza de masoni Marcia (zona Sant'Elia) Mitza masoni de su foghesu (zona Aranti de S'Aruta o monte Uda) Mitzas de is procascius (zona Aranti de S'Aruta o monte Uda) Mitza Cicciu Murgia (zona rocca de Raimunda Piga) Mitza cotti de dont'oni(zona Su Demaniu) Mizta de su Sessini, ancora in uso (zona ad ovest di monte Uda) Mitza de su ferru (zona Sa Terra Sperrada) Funtana Maria Pillonis (zona Sa Roia) Sa terra de is Mitzas,(zona Bau Porcedda) Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Tradizioni e folclore Molto importante per il paese di Barrali è la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Lucia. Sin dal 1777 la data dei festeggiamenti in onore della santa coincideva con la prima domenica di luglio. Numerosi erano i fedeli provenienti dai paesi vicini, che arrivavano a Barrali per la festa, con dei carri, chiamati anche traccas, trainati da animali, che per l'occasione sostavano abitualmente, sotto un albero plurisecolare di rovere, situato in un'amena località, chiamata ancora oggi, Sa matta de s'arrobi. In occasione di questa ricorrenza, due volte all'anno, una a luglio e l'altra il 13 dicembre, si teneva una processione della patrona alla quale partecipavano anche i sacerdoti di Pimentel e di Ortacesus. Ancora oggi la festa di Santa Lucia e molto sentita dai cittadini, che ogni anno organizzano una festa civile, oltre che quella religiosa, della durata di quattro giorni circa, con fuochi d'artificio e serate musicali. Un'altra festa si svolge la prima domenica di settembre, in onore di San Gemiliano. Secondo gli usi e i costumi di un tempo, con la festa di San Gemiliano decorreva l'inizio del contratto annuale dei lavoratori agricoli e dei pastori, con la cosiddetta formula della servitù, che in dialetto veniva chiamata s'accodriu. Degne di nota anche le cosiddette Processioni Generali in onore del Corpus Domini e dell'Assunta, nonché quella del giorno di Pasqua S'Incontru, alle quali partecipava la Confraternita del Rosario, che si occupava anche dei seppellimenti. A Barrali nel secondo sabato di luglio si svolge la Sagra del pane, manifestazione conosciuta in tutta la Sardegna, visitata da molti turisti che vengono per assaporare i caratteristici tipi di pane dell'antica tradizione barralese (pani pesau-coccoi-civrasceddu-costedda- pani cun gerda-pani cun papassa-ecc). Durante la manifestazione della sagra del pane, in un altro spazio appositamente dedicato, viene mostrata anche la lavorazione di altri prodotti artigianali tipici locali: il vino, il formaggio, ed il cosiddetto "ladrini", un laterizio crudo, utilizzato per la costruzione delle abitazioni, nonché un "ladrini po forru" di forma speciale, adatto specificatamente per costruire i forni a legna, usati prevalentemente per cuocere pane. Barrali ha avuto da sempre un grande interesse per il folklore. Fin dal secolo scorso in occasione delle feste del paese venivano invitati i più bravi fisarmonicisti e suonatori di launeddas (sonadorisi de fisarmonica e de launeddasa) della zona ad esibirsi suonando in piazza. In quella occasione la maggior parte della popolazione partecipava alla festa, e si ballavano prevalentemente i balli sardi tipici campidanesi (mediana pippia, sa fiudedda, passu torrau e altri). Sa di de is panixeddus Una vecchia tradizione, praticata in quasi tutta la Sardegna per la ricorrenza dei morti, portava i bambini anche a Barrali ad andare in giro per le case a chiedere dei piccoli doni (dolcetti, focacce, pane, frutta secca o qualche soldo) mettendo tutto in un apposito sacchetto, tenuto a tracolla, che portavano a casa loro. I bambini del paese attendevano questo giorno dell'anno con ansia, perché loro diventavano i diretti attori e protagonisti dell'avvenimento. Istituzioni, enti e associazioni Confraternita Santa Lucia Cultura Media Cinema L'associazione Donga's Creek ONLUS di Barrali ha prodotto il film 3 spose per 5 mariti. Persone legate a Barrali Tomaso Serra (1900 – 1985), anarchico Economia L'economia del territorio di Barrali è a prevalenza agroalimentare e vitivinicola, con un forte indotto economico derivante dalla vicinanza con la città capoluogo Cagliari. La presenza della Strada Statale 128, che collega storicamente il Nuorese montagnoso con le pianure estese del Campidano attraversando l'agro di Barrali, determinava in passato una sorta di micro economia stagionale, conseguente alle operazioni di transumanza delle greggi che utilizzavano la statale 128 per raggiungere le pianure del Campidano medesimo, se non quelle del Sulcis-Iglesiente. Tutto ciò apportava una sorta di incremento all'economia comunale, in aggiunta all'agro pastorale, economia prevalente allora. L'evoluzione in generale dell'economia ha portato anche Barrali a cercare indirizzi economici più attuali, che persegue con buoni risultati, e nel contesto di una economia oggi molto volatile, regge anche bene le spinte regressive. Per secoli la vocazione delle coltivazioni nel territorio è stata prevalentemente cerealicola, attuata su terreni di qualità non pienamente compatibile con detta coltura, per cui lo standard delle rese per ettaro è stato sempre inferiore alla media della potenziale resa dei terreni della sub-regione Trexenta, di cui Barrali fa parte, rallentando pertanto lo sviluppo economico. Le colture ortofrutticole invece, molto più adatte alle caratteristiche di quei terreni, seppur condotte prevalentemente col sistema della micro impresa, hanno sempre dato a Barrali interessanti fette di reddito. Pertanto parte della comunità, dedicandosi a questa coltivazione, ha sempre trovato e trova un interessante sostentamento economico ancora oggi, rappresentando il settore agricolo (e peschiero) il 53,7% delle imprese. Tra gli ultimi decenni del Novecento e gli anni 2000 sono nate delle piccole e medie imprese, molte orientate alle colture di nicchia, che in aggiunta al sistema delle micro imprese hanno donato una maggior vivacità all'economia locale. L'imprenditoria barralese ha incominciato ad utilizzare il marketing, cercando delle nicchie di mercato, producendo le mele primizie, i vini di alta e media gamma, la coltivazione dei fagiolini, pomodori primatici, ed altri diversi ortaggi, tutti a filiera commerciale corta. La vicinanza del capoluogo di regione Cagliari favorisce un consistente pendolarismo giornaliero. Tanti lavoratori ed impiegati trovano collocazione nei diversi settori dell'economia cagliaritana, tra i quali quelli produttivi e di servizi. Il fenomeno del pendolarismo, che è abbastanza presente, apporta all'economia barralese un'ulteriore fetta di prodotto interno lordo locale, determinandone tra l'altro un'equilibrata diversificazione, e dando all'economia del paese una certa stabilità. Il trend medio Irpef di crescita è fra i più alti della zona, pari al 35,4% circa nel periodo 2005/2009. Sport La squadra di pallamano di Barrali ha militato in Serie A. È presente nel comune anche la Polisportiva Santa Lucia Barrali, che milita nel settore calcistico da molti decenni. Note ^ Dato Istat – Popolazione residente al 31 dicembre 2013. ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012. ^ Comune di Barrali: imprese per settore di attività e confronto con l'Italia, Urbistat. URL consultato il 21 aprile 2012. ^ Reddito disponibile Comune di Barrali, Urbistat. URL consultato il 21 aprile 2012. Bibliografia Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. Barrali - un paese antico tra Parteolla e Trexenta a cura di Antonio Forci e Luigi Casu, 2014. Collegamenti esterni La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna www.sagradelpane.org Sagra del pane Itinerario consigliato per visitare Barrali
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