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Vilminore di Scalve

Luogo: Vilminore di Scalve (Bergamo)
Vilminore di Scalve (Vilminùr o Ilminùr in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 1.546 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia. Situato sulla destra orografica del torrente Dezzo, in Valle di Scalve, dista circa 61 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico. Con il Palazzo pretorio è da sempre il centro di riferimento della Valle di Scalve. Storia L'antichità L’origine del borgo risale al periodo della dominazione romana, quando venivano utilizzate le grandi risorse minerarie di ferro e zinco della zona. Qui venne istituito un Vicus, a cui il paese deve l’origine del proprio toponimo: Vicus Minor sta difatti ad indicare l’esistenza di un piccolo agglomerato urbano ( idem Vicus Maior per Vilmaggiore ). Il Medioevo I secoli successivi videro il borgo passare sotto il controllo del Sacro Romano Impero guidato da Carlo Magno, che donò l’intera zona ai monaci di Tours. Questi successivamente la permutarono in favore del Vescovo di Bergamo, il quale diede investitura feudale ai Capitani di Scalve. Questi ultimi furono di fatto esautorati dalla costituzione dell’Universitas di Scalve, una piccola istituzione feudale molto simile ad una repubblica, che garantiva grandi privilegi agli abitanti ed un’autonomia al limite dell’indipendenza. Questa garantiva l’esenzione del servizio militare, libertà di caccia e pesca, nonché sgravi fiscali e la possibilità di sfruttamento delle miniere presenti in zona. Grazie a queste ultime si sviluppò il commercio, favorito anche dagli scambi con la val Seriana che avvenivano mediante il Passo della Manina, posto a monte delle frazioni di Nona e Teveno. La dominazione veneta Con il passaggio alla Repubblica di Venezia, avvenuto nel XV secolo, Vilminore mantenne i privilegi conquistati precedentemente, e venne aggregato nella Comunità grande di Scalve, di cui fu capoluogo. Soltanto nel 1797, con la fine della Serenissima e l’avvento della Repubblica Cisalpina, acquisì la propria autonomia comunale. L'età moderna e contemporanea Seguenti modifiche, operate dai vari regimi che si susseguivano nella valle, modificarono i confini territoriali, ma non intaccarono l’autonomia comunale di Vilminore, che restò centro di riferimento per la zona. La storia recente è stata caratterizzata dal disastro causato dal crollo della Diga del Gleno, posta a monte dell’abitato. Il cedimento, avvenuto il 1º dicembre 1923, riversò una grandissima quantità d’acqua sui piccoli centri abitati sottostanti, provocando la morte di centinaia di persone e causando ingentissimi danni all’intera zona. A seguito di questo tragico evento, per parecchi anni l’economia della valle fu messa in ginocchio, causando un processo di emigrazione dalla valle. Simboli Stemma D'azzurro ai tre abeti al naturale, nodriti su campagna di giallo e sormontati da tre stelle, male ordinate, d'oro raggiate di cinque; dietro il tronco dell'albero centrale un orso. Sotto lo scudo su lista d'azzurro con le estremità bifide il motto in caratteri maiuscoli di nero "Tutus in silvis". Ornamenti esteriori da Comune. Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Chiesa arcipresbiteriale Santa Meria Assunta e San Pietro La chiesa Arcipresbiteriale, risalente al XVII secolo, fu edificata dai maestri Comacini in luogo di una pieve di lontanissima costruzione che fu a lungo sede della Vicaria Plebana, è intitolata a Santa Maria Assunta e San Pietro, e presenta sculture ed affreschi di pregio. Chiese parrocchiali delle frazioni Tra le chiese delle varie frazioni, tra cui quella della Santissima Trinità a Vilmaggiore, le parrocchiali di Teveno e Pezzolo che presentano strutture ed opere scultoree di grande impatto e quella di Nona che, intitolata alla Natività di Maria, risale al XVII secolo. Architetture civili Palazzo Pretorio Notevole importanza riveste il Palazzo Pretorio, edificato nel 1375 ed ampliato due secoli più tardi. Recentemente restaurato, ospita la sede della locale Comunità montana. Altro Porta di Vilminore Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Persone legate al comune Enrico Albrici (1714-1773), pittore Manara Valgimigli (1876-1965), filologo, poeta, scrittore Gaetano Bonicelli (1924), arcivescovo Francesco Panfilo (1942), arcivescovo Geografia antropica Frazioni e suddivisioni storiche Il comune comprende numerose frazioni, ossia Vilmaggiore, Adenasso, Bueggio, Nona, Teveno, Pianezza, Meto, Pezzolo e Dezzolo Sant’Andrea. Il comune di Vilminore di Scalve, inteso come entità con l'attuale estensione e denominazione, è nato soltanto nel 1927 dall'unione di Vilminore e Oltrepovo. Il primo comune comprendeva soltanto l'attuale censuario di Vilminore stesso, mentre il secondo raggruppava i borghi di Bueggio, Nona, Pezzolo e Teveno, divisi dall'attuale capoluogo dal torrente Povo. Da notare che nel 1797, anno in cui sulla scena politica della zona irruppe la Repubblica Cisalpina, gran parte dei borghi che ora compongono il comune di Vilminore di Scalve ottennero la propria autonomia a seguito dalla disgregazione della Comunità Grande di Scalve. Bueggio, Dezzolo, Nona, Teveno, Pezzolo e Vilmaggiore (che comprendeva anche Barzesto, ora appartenente a Schilpario) tuttavia mantennero la loro condizione soltanto per otto anni, dal momento che nel 1805 vennero fusi nell'entità comunale denominata Oltrepovo, pur mantenendo l'autonomia a livello parrocchiale. Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 710. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Voci correlate Diga del Gleno Valle di Scalve Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Vilminore di Scalve Collegamenti esterni La diga del Gleno
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