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San Donaci

Luogo: San Donaci (Brindisi)
San Dònaci è un comune italiano di 6.799 abitanti della provincia di Brindisi in Puglia. È situato nel Salento lungo la direttrice fra Lecce e Taranto. Storia Ci sono stati ritrovamenti di oggetti preistorici nella grotta in contrada Mariana (alcuni vasi e rudimentali armi litiche). Resti romani emersi in contrada "Cuciulina" (una piccola necropoli di 4 tombe ed alcune epigrafi), in contrada Palazzo (resti di una villa prediaria) e in contrada Mea (villa rustica) fanno pensare ad una presenza sporadica dell'uomo in età preclassica e poi romana, probabilmente popolazioni messapiche poi colonnizzate dai tarantini e infine inglobate nella Regio II Apulia et Calabria dall'Impero Romano. Le prime tracce di un insediamento consistente risalgono al X secolo, quando il territorio del Salento era sotto il dominio dell'Impero Romano d'Oriente. Molti ritengono che San Donaci sia stata originariamente un casale della Foresta oritana, prima di essere data in feudo dai conti di Conversano all'Arcivescovo di Brindisi, Baiardo, nel XII secolo. Tale rimase fino alla fine del XVIII secolo, quando Ferdinando IV di Borbone la assegnò insieme al feudo di San Pancrazio ad un governatore regio. La feudalità arcivescovile su San Donaci subì una interruzione formale e non sostanziale, nel 1461, allorché Ferdinando d'Aragona assegnò a Giorgio Castriota Scanderbeg parecchi feudi in Puglia, tra cui San Donaci, in compenso dell'aiuto nella guerra contro Giovanni d'Angiò. Ma lo Scanderbeg e la colonia albanese che aveva preso possesso di San Donaci preferirono lasciare il feudo all'arcivescovo di Brindisi. Il nome del paese, secondo una spericolata ipotesi di Giacomo Arditi, sarebbe un'abbreviazione di Donatoci, participio passato del verbo donare. Ma più probabilmente esso potrebbe fare riferimento a un santo particolarmente venerato nel Medioevo nel Salento, san Dana, chiamato anche san Danatte e san Danax (Dànace). Monumenti e luoghi di interesse La struttura architettonica di carattere storico più rilevante è il Castello, o Palazzo arcivescovile dell'arcidiocesi di Brindisi di cui il borgo di San Donaci costituiva parte del Feudo. La Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta è un esempio di attardato neoclassicismo architettonico. Costruita nel 1899 su una precedente chiesa, mostra sulla piazza la facciata elegante e sobria, con l'alto campanile visibile da ogni parte. All'interno l'altare in pietra dedicato all'Addolorata. Nella chiesetta di Santa Maria delle Grazie, ora cappella del cimitero (a 300 metri dall'abitato), è conservata la venerata immagine ad affresco di una Madonna col Bambino (Madonna delle Grazie) del XV secolo, certamente ridipinta successivamente. In contrada Monticello (sulla strada per Mesagne) è presente il rudere abbandonato del Tempietto di San Miserino, considerato il luogo di culto paleocristiano tra i più antichi dell'intera regione (VI-VIII secolo). È un edificio di grande interesse architettonico per la sua pianta centrale a forma ottagonale con copertura a cupola, che richiama la tradizione costruttiva romana. Per secoli abbandonato e quasi distrutto, è stato solo in piccola parte ripristinato; mostra ancora la tipica copertura a cupola (in opus cementicium) che poggia su otto pilastri e capitelli in stucco decorati con foglie d'acanto. L'interno è a circa 2 metri sotto il piano di campagna con quattro piccole absidi contrapposte; sulle pareti rimangono tracce di intonaco rosso, ma sono del tutto scomparsi gli affreschi di epoca bizantina e le decorazioni in stucco, mentre il pavimento conserva ancora parti del mosaico bicromo, probabilmente di epoca romana. Si accede da un pronao affiancato da due piccoli ambienti in buona parte demoliti. Probabilmente nato, in età romana, come tempio pagano (o ninfeo), fu successivamente utilizzato come battistero dai primi cristiani. Il monumento è a circa 100 metri a sud del Limitone dei Greci, un antico muro di divisione tra la zona bizantina (a sud) e quella Longobarda (a nord). La zona delle Paludi, un tempo sede di un insediamento rupestre di monaci di san Basilio, è oggi in parte coltivata; è luogo di passaggio di uccelli migratori. In progetto il ripristino dell'area naturalistica e la realizzazione di un parco protetto. Attività economiche La componente essenziale dell'economia sandonacese è l'agricoltura (vino, olio, cereali, frutta, bambagia); piuttosto diffusi l'allevamento degli ovini, gli stabilimenti vinicoli, i frantoi e gli stabilimenti per la lavorazione dei fichi secchi. San Donaci è un importante centro di viticoltura. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Economia L'economia è basata in maniera quasi totale sull'agricoltura caratterizzata da olivicoltura (principalmente piante giovani) e viticoltura, sono presenti alcune piccole aziende vinicole e centri di assistenza fiscale. Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2012. ^ http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=9905&r=76255 DOP ^ G. Arditi, Corografia di Terra d'Otranto, Lecce 1879, p. 530). ^ Potrebbe anche derivare dall'idronimo indoeuropeo San o Sand e dal vocabolo greco Donakeus per significare la vita tra le paludi, ossia l'acqua che scorre nel luogo ove c'è il canneto ^ Il tempietto di San Miserino nel territorio di San Donaci, Mesagne 1997. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia Giacomo Arditi, Corografia fisica e storica della Provincia di Terra d'Otranto, stab. Scipione Ammirato, Lecce 1879, p. 530. San Donaci: natura e cultura, a cura dell'Amministrazione comunale, San Donaci s.d. (1960 circa) Dolores Bardicchia e Francesco Panna, Le masserie di San Donaci nell'alto Salento, a cura del Laboratorio di studi salentini, Latiano 2008. Giovanni Matichecchia, Il tempietto di San Miserino nel territorio di San Donaci, a cura di Antonio Nitti, Centro studi G. Antonucci, Mesagne 1997. Collegamenti esterni Descrizione ed immagini di San Donaci (su Brindisiweb.com)
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