Luogo - Museo

Museo di San Martino

Luogo: largo San Martino, 5, Napoli
Il Museo Nazionale di San Martino costituisce la principale raccolta pubblica italiana dedicata al ‘presepe napoletano’, produzione tipica che ha raggiunto i più alti vertici di qualità tra Sette e Ottocento. La sezione presepiale, ubicata nella zona dove erano le cucine dell’antica Certosa, ruota intorno al grandioso presepe Cuciniello, al quale sono venuti ad aggiungersi negli anni altri nuclei, fra i quali si ricorda il presepe Ricciardi ed il lascito dell’avvocato Perrone che nel 1971 affidò al Museo la sua raccolta di grandissima qualità, cono oggetti montati e tuttora racchiusi nelle caratteristiche vetrine, dette “scarabattoli”. Inaugurata nella primavera del 2005, dopo complessi lavori di restauro, la 'Farmacopea' o 'Spezieria' della Certosa. Nella volta della Farmacia, Paolo De Matteis eseguì, nel 1699, l'affresco con San Bruno che intercede presso la Vergine per l'umanità inferma che, dopo i lavori di restauro, ha ritrovato l'originaria luce dorata. Riaperta di recente al pubblico con un nuovo allestimento, la sezione navale ha il suo punto di forza, oltre che nell’importanza storica delle testimonianze che espone, proprio nel particolare aspetto dei due grandi ambienti che la compongono, che evocano gli ambienti di un antico arsenale. La prima e più maestosa opera è la Lancia reale a 24 remi dell’epoca di Carlo di Borbone, costruita nel quarto decennio del Settecento dalle maestranze dell’arsenale di Napoli. Una serie di modelli di cantiere in scala, originali e databili tra la fine del secolo XVIII e la metà del secolo XIX, documenta le tipologie di navi, varate dai cantieri di Napoli e Castellammare di Stabia, che fecero della ‘Marina da guerra’ borbonica una delle potenze navali nel Mediterraneo. L'Androne delle Carrozze collega il Chiostro dei Procuratori con i giardini della Certosa, prendendo la sua denominazione dalle carrozze che vi sono esposte. La più antica, la Carrozza della città, fu realizzata in legno dorato ed arricchita da dipinti e pregiati tessuti tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, su ordine del Tribunale di San Lorenzo, per trasportare gli Eletti della Città. Le sale situate nell'ala est e nord della Certosa raccontano con immagini e oggetti la storia di Napoli dal Quattrocento all'Ottocento, dalla monarchia angiona e aragonese al vicerame spagnolo, al regno dei Borbone, fino all'Unità d'Italia, in parallelo con lo sviluppo urbano della città, ben documentato dalla cartografia. Nel XVII secolo Gaspar van Wittel ritrae Napoli con strumenti prospettici e padronanza di mezzi pittorici. L'esposizione nella sezione dedicata ai manufatti d'arte decorativa comprende le raccolte storiche del Museo: maioliche, porcellane, vetri, specchi e oggetti preziosi come l'avorio o il corallo, dal XVI al XIX secolo. Di particolare rilievo è il monumentale gruppo del Carro di Apollo. La sezione teatrale mette in mostra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e cimeli, prevalentemente ottocenteschi, che illustrano temi della scenografia napoletana della prima metà dell’Ottocento, aspetti della vicenda architettonica del Teatro San Carlo e del Teatro San Carlino. Sin dai primi decenni dell’istituzione del museo, cominciò a prendere forma una raccolta di opere riguardanti il teatro napoletano che avvalorava il suo ruolo nel costume dei napoletani. Nel 1901 si procedeva all’acquisto della collezione denominata ‘Archivio San Carlo’, prezioso corpus grafico che testimonia dell’attività di scenografo e architetto teatrale Antonio Niccolini. Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo di San Martino, con i suoi circa sedicimila fogli, si pone per qualità e quantità accanto alla collezione del Museo di Capodimonte. Il patrimonio grafico forma una raccolta centrata soprattutto su alcuni filoni. Citiamo i disegni di architettura, di Vanvitelli in primis e poi di Antonio Niccolini, nè va dimenticato il fondo di stampe, tra cui vanno annoverate le fondamentali cartografie di Napoli. Della prestigiosa e consistente raccolta dei dipinti del XIX secolo, nella Sezione Ottocento sono esposte alcune delle opere che hanno contribuito a rendere la collezione tra le più rappresentative del secolo XIX. Al nucleo di opere raccolte per costituire la collezione di testimonianze dei maggiori avvenimenti storici, si aggiunse un importante tassello che documenta le tendenze della diversificata cultura figurativa della città: Morelli, Dalbono, Michetti e De Nittis, ma anche Mancini e Gemito. Le successive acquisizioni del secondo e terzo decennio del XX secolo completano la collezione che può vantare una esaustiva panoramica dell’attività che diede a Napoli un posto di rilievo nel panorama della produzione artistica del secolo.

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