Si tratta di una delle più rilevanti testimonianze del rinascimento toscano a Napoli. Fondata nel 1411 da Gurello Origlia, la Chiesa testimonia lo stretto legame tra la città e la Toscana, dimostrando che già a quei tempi si era insediata a Napoli una fitta "colonia" fiorentina di mercanti, artigiani e banchieri. Nel XVII secolo l'edificio fu ritrasformato da Gaetano Sacco. Parte della facciata fu ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale. La facciata è composta da un arco in piperno; nell'atrio gotico è conservata l'edicola sepolcrale di Domenico Fontana, costruita nel 1627 dai per la distrutta Chiesa di Sant'Anna. L'interno è a navata unica con copertura a botte e cupola; le cappelle sono cinque per lato, più altre quattro nel presbiterio. L'altare maggiore fu eseguito su disegno di Giovan Domenico Vinaccia da Bartolomeo e Pietro Ghetti. Tra le cappelle, spiccano la Correale, in cui trovano alloggio sculture di Benedetto da Maiano; la Tolosa, di Giuliano da Maiano con sculture dei Della Robbia e affreschi di Cristoforo Scacco di Verona; e la cappella Piccolomini, tra le più riuscite dei modi fiorentini.