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Montopoli in Val d'Arno

Luogo: Montopoli in Val d'Arno (Pisa)
Montopoli in Val d'Arno è un comune italiano di 11.219 abitanti della provincia di Pisa. Fu qualificato da Giovanni Boccaccio «Castello Insigne» per le sue possenti fortificazioni. Geografia Territorio Sulle colline intorno a Montopoli in Val d'Arno, in un ambiente incontaminato, sgorgano le acque minerali della Sorgente Tesorino, note per le proprietà terapeutiche. Clima Classificazione climatica: zona D, 1714 GR/G Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002 Storia Terzo secolo a.C.: antichi insediamenti Scavando nel sottosuolo di Montopoli in Val d'Arno sono stati rinvenuti materiali che parlano di insediamenti umani molto antichi, del periodo etrusco e romano. In particolare, il materiale etrusco è stato datato al III secolo a.C. e presenta caratteristiche analoghe a ritrovamenti tipici dell'area di Volterra. Anche prima del medioevo e delle prime testimonianze storiche, sul colle di tufo c'era qualcuno. 1017: prima testimonianza scritta I documenti storici parlano per la prima volta del castello di Montopoli nel 1017. Il Vescovo di Lucca, signore del territorio, lo fece costruire per dare scampo dalla minaccia dei barbari agli abitanti del borgo della pieve di Mosciano, che si trovava in riva al piccolo fiume Chiecina. Quando un messaggero impaurito e trafelato annunciava l’arrivo degli Ungari o degli Avari, l’unica possibilità di salvezza per chi viveva in pianura era afferrare quel poco che poteva portare con sé e correre in alto, fra mura robuste, in cui potesse difendersi a lungo: fino all’arrivo dell’esercito amico oppure fino a vedere il nemico andarsene, stanco di un inutile assedio. E tanto frequenti erano le scorrerie e gli assedi che il Vescovo fece trasferire quella gente a Montopoli, nel castello, che fu più avanti definito "insigne" dal Boccaccio per la potenza delle sue difese. Il "Castello Insigne" nel Medioevo Il castello di Montopoli conservò grande importanza strategica per quasi tutta l’epoca medioevale. Restò sotto la giurisdizione del vescovo di Lucca fino al 1162, quando fu assegnato dall’imperatore Federico di Svevia alla fedele Pisa ghibellina. Lucca, nemica atavica di Pisa, non accettò lo smacco e si alleò con Firenze, astro nascente della politica toscana. Montopoli si trovò quindi al centro di ripetute ed aspre contese tra Pisa e Firenze; Nel 1222 l'esercito fiorentino affrontò quello pisano a Castel del Bosco e lo sconfisse pesantemente, lasciando molti morti sul campo e facendo 1200 prigionieri. Fu imposta a Pisa la restituzione del castello al vescovo lucchese, ma i pisani quindici anni più tardi lo riconquistarono. Ciò determinò un nuovo intervento dell'esercito fiorentino, che nella battaglia di Pontedera inflisse ai pisani una nuova, dura sconfitta nel 1259. Nel 1274 Giovanni Visconti, giudice di Gallura, potente cittadino guelfo pisano, dopo essersi alleato con fiorentini e lucchesi, pose l’assedio a Montopoli costringendo gli abitanti a venire a patti con lui e diventando il signore del Castello. Questa alternanza fra la dominazione Pisana e Fiorentina durò fino al 1349, quando Montopoli si sottomise volontariamente a Firenze, che ne fece sede di un proprio vicariato e di una guarnigione stabile, che si oppose vittoriosamente a nuovi tentativi di conquista, fra cui l'assalto di Castruccio Castracani nel 1328 e la battaglia di San Romano del 1432. Oltre il Medioevo Dopo il 1492 Montopoli è coinvolta nelle alterne vicende della discesa in Italia dei francesi di Carlo VIII, della Repubblica fiorentina, della restaurazione dei Medici. Il principale filo conduttore per la storia del castello in questo periodo continua ad essere il coinvolgimento nella zuffa mai domata fra Firenze e Pisa, che si traduceva anche in colpi di mano ricorrenti, inferti e ricevuti nel circondario più prossimo. Dopo le invasioni spagnole in Italia nel 500, Montopoli si trovò ad affrontare nuove e tremende lotte contro le spaventose epidemie di peste che facevano strage della popolazione riducendola fino a un terzo di quella preesistente. Un succedersi di carestie e pestilenze turbò gravemente il castello anche nel '600. Dal 1622 Montopoli passò sotto la nuova Diocesi di San Miniato. Con l'estinzione dei Medici, Montopoli passò nel 1737 sotto il dominio dei Lorena, dove vide un rifiorire dell'agricoltura, delle industrie e dei commerci. Montopoli affrontò quindi la calata delle truppe di Napoleone, che provocò non piccoli disastri, ma d'altro canto divulgò le nuove idee che avrebbero improntato la storia più recente. Dopo di che Montopoli seguì le sorti del Granducato di Toscana e poi dell'Italia costruita nel Risorgimento. Otto e Novecento L'800 e la prima parte del '900 videro i montopolesi all'opera per impiegare al meglio le risorse naturali, e intenti a sviluppare la propria inclinazione all'artigianato e al nascere delle prime industrie "moderne". La vocazione agricola è ancora fondamentale, e le antiche case nobili del Castello vengono trasformate e modernizzate per fungere da abitazione e ufficio per i proprietari terrieri e i professionisti. Molti vecchi palazzi divennero residenze per la villeggiatura di persone di varia provenienza, attirati dalla serenità della campagna, dal clima salutare e dalle acque minerali di cui era dotato il territorio. Si veniva così progressivamente disfacendo il Castello Insigne, che subì il suo danno più recente dagli eventi della seconda guerra mondiale, quando fu abbattuta l'alta torre della rocca di Montopoli. Anni Duemila Nel 2007, per Regio decreto n.716 del 1943 e dall'art. 18 del Testo unico degli enti locali,Montopoli in Val d'Arno fu proclamata "città". Toponimo La parola Montopoli è attestata fin dall'anno 1138 come Monte Topoli; nel 1180 Montetopali, nel 1272 Montetopari; il toponimo deriva da monte e dall'antroponimo germanico Teupo, a cui è stato aggiunto un suffisso latino -ulus e col passaggio del dittongo eu a o. Il nome è stato paretimologicamente legato alla figura della talpa o del topo e infatti, curiosamente, due talpe compaiono sullo stemma cittadino. Luoghi d'interesse Chiese Chiesa di San Bruno (Casteldelbosco) Pieve di Santa Maria Novella (Marti) Conservatorio di Santa Marta (Montopoli in Val d'Arno) Oratorio di San Sebastiano (Montopoli in Val d'Arno) Pieve dei Santi Giovanni Evangelista e Stefano (Montopoli in Val d'Arno) Chiesa della Madonna del Soccorso e San Marco (Montopoli in Val d'Arno) Chiesa di San Giuseppe (Capanne) Oratorio di San Vincenzo Ferreri (Capanne) Santuario della Madonna di San Romano Ville e palazzi Villa Capponi Piaggio Palazzo dell'Antica Cancelleria Palazzo del Vescovo e del Podestà Fortificazioni Torre di San Matteo Torre e arco di Castruccio Castracani Torre e porta del Bastaio Castello di Montopoli (La Rocca) Mura di via Sottofossi Natura Sorgente Tesorino Persone legate a Montopoli in Val d'Arno Michele Salvini da Montopoli personaggio che rifulse di gloria particolare per meriti civili e per la difesa della libertà, la cui fama è dovuta alla sua partecipazione alla difesa di Firenze assediata dalle truppe di Clemente VII e di quelle imperiali di Carlo V, con il quale il Papa si era alleato per far ritornare i Medici. Il Salvini, al quale era stato dato incarico di difendere Pisa, morì in una battaglia eroica contro le truppe imperiali. Orazio Caccini (1548-†scon.) insigne rappresentante della musica polifonica negli anni di Giovanni da Palestrina e maestro della prestigiosa Cappella romana di Santa Maria Maggiore e della Basilica Liberiana. Ignazio Donati con la sua paziente opera di ricerca, lasciò a Montopoli il prezioso manoscritto delle "Memorie e documenti per la storia di Montopoli". Giovanni Battista Caccini (1556-1613) celebre scultore ed architetto al servizio del Granduca Cosimo I de'Medici. Isidoro Falchi (1838-1914) medico, garibaldino, e archeologo famoso per aver scoperto la città etrusca di Vetulonia. A questo personaggio, che fra l'altro fu Sindaco del Comune, è stata di recente dedicata una Mostra di alcuni reperti scoperti da Falchi a Vetulonia e Populonia e alcuni materiali della collezione privata donata generosamenta al Comune dalla nuora sig.ra Gilberte Falchi troverranno una giusta collocazione nel Museo-Antiquarium in corso di realizzazione. Luigi Falchi(1873- ?) primo medico pilota. A lui si debbono i primi studi sulla medicina aeronautica e per la sicurezza sul volo. Nella campagna di Libia del 1912 il Falchi dette inoltre prova di valente aviatore e di impavido soldato.(Da "La Nazione"10.3.1912). Menotti Pertici (1904-1966) pittore montopolese, riconducibile alla tradizione macchiaiola ove lo introdusse Silvio Bicchi, ha ritratto, in maniera autentica ed impareggiabile, la realtà della sua terra in funzione sempre del vero. Gabriele Piampiani, calciatore del Lanerossi Vicenza, nato nella frazione di Marti. Cultura e intrattenimento Eventi Rievocazione Storica e Disfida con l'Arco Tale evento si svolge ormai da 41 anni, il secondo weekend di Settembre, per iniziativa dell'Associazione Turistica Pro Loco Montopoli V/A, con il Patrocinio del Comune di Montopoli V/A, che ormai dal lontano 1968 si occupa della promozione del territorio di Montopoli V/A. La volontà di creare un evento rievocativo, nacque dalla necessità di riscoprire le origini ed il passato di questo borgo, che per secoli è stato al centro di contese delle città di Lucca, Pisa e Firenze, in quanto situata in posizione strategica, fortilizio dal quale sferrare l'attacco contro il nemico confinante. Tale evento, come tutt’ oggi strutturato, trae origine dalla divisione del paese in due popoli introdotta dal Podestà Jacopo degli Albizi nel 1412, ai fini della designazione alle cariche elettive. La rivalità fra le due parti culmina nella Disfida con l’Arco cui partecipano cinque arcieri rappresentanti di ciascun popolo: il drappo del vincitore è un trofeo molto ambito. La disfida fa parte della Rievocazione Storica, che riguarda, anno dopo anno, un fatto importante scelto nella storia medievale di Montopoli. Fin dal mattino il borgo viene chiuso al traffico e vengono occultati i segni esteriori dei tempi moderni; si ricreano antiche botteghe artigiane, mercati, scene di vita, sono nostri ospiti gruppi di artisti di strada e rievocativi famosi in tutta italia. Sfilano assieme ai gruppi storici di Montopoli i gruppi ospiti con musiche e sbandieratori, animatori e musici in costume intrattengono i molti ospiti della giornata. La manifestazione è associata alla Federazione Italiana Giochi Storici (FIGS) ed è gemellata con la Festa dell'Innamorata di Capoliveri. La Pro Loco di Montopoli V/A ed il “Gruppo Storico” L'Associazione ha al suo interno un Gruppo Storico costituito da tre appendici: “Gruppo Arcieri della Rocca”, “Gruppo Musici e Sbandieratori di Montopoli" e "Gruppo Danza Storica". Il Gruppo Storico montopolese nasce nel 1976 allo scopo di avvicinare i giovani alla cultura medievale e rinascimentale della loro terra. Gli “Arcieri Storici”, protagonisti della Disfida con l’Arco, durante gli spettacoli folkloristici si esibiscono in evoluzioni e tiri di abilità e di destrezza, esclusivamente usando archi long bow artigianali in legno di tasso, secondo la tradizione dei mastri arcai medievali. Il “Gruppo Musici” con il rullare dei propri tamburi, il suono armonioso dei flauti e gli squilli delle chiarine è in grado di accompagnare gli Sbandieratori in ogni tipo di corteggio storico e sono molto apprezzati per i loro particolari giochi e movimenti di parata. Il "Gruppo Danza Storica", composto da eleganti dame, si esibisce in innumerevoli coreografie al suono di musica medievale e rinascimentale. "Gustopolis" Nel primo weekend di marzo a Montopoli V/A, si svolge questa manifestazione eno-gastronomiche organizzata dal Comune di Montopoli in Val d’Arno e dall'Associazione Turistica Pro Loco di Montopoli V/A, proponendo ai visitatori una “rassegna di sapori tipici” ed “una mostra mercato di prodotti eno-gastronomici pregiati”. Musei Museo civico di palazzo Guicciardini Conservatorio di Santa Marta Evoluzione demografica Abitanti censiti Economia L'arte della terracotta: un'antica tradizione Un'attività manufatturiera dell'antica Montopoli, oltre alla lavorazione della lana, fu quella della ceramica: numerosi reperti di oggetti di uso casalingo, trovati nelle zone del primo insediamento ed in località prossime al paese, ne testimoniano la produzione. Nel territorio, fin dai secoli più antichi esistevano diverse fornaci per la cui conduzione si dovevano osservare precise norme riportate nel libro II dello statuto di Montopoli del 1360 della rubrica 2 del "de locando fornaces". In queste fornaci si producevano soprattutto mattoni da costruzione, ma certamente, una parte della loro attività doveva essere rivolta anche alla produzione di ceramica casalinga. A Montevecchio, il colle posto a sud-est in prossimità di Montopoli, già dominio della famiglia Cerbini di Firenze, oltre alla cappella dedicata a Sant'Andrea, esistevano varie fornaci; l'attuale denominazione di "via di S. Andrea alle fornaci" trae origine proprio dalle fabbriche che erano dislocate in questa zona. Un'altra fabbrica invece doveva trovarsi, come si legge nella Storia di montopoli del Donati, sulla sponda occidentale del Chiecina, di fronte alla località Costa al Bagno, nel podere la Marginetta, così denominato da un tabernacolo posto sulla via palaiese dedicato a S. Bastianino. Attraverso la ricerca archeologica di superficie sono state rinvenute a "Casa Guerriera" frammenti di olle, catini e tegole, la cui produzione è riconducibile al periodo tra il XII ed il XIV secolo, e maiolica arcaica databile agli anni centrali del Trecento. Un'altra prova che Montopoli abbia fatto con una certa continuità manufatti ceramici è fornita dai numerosi reperti di oggetti invetriati trovati durante lo scavo di fondazione per la costruzione della "Villa Belvedere" (1835) che lasciano supporre l'esistenza di una fabbrica in quel terreno. Nel 1577, nella nota degli iscritti all'Arte dei fabbricanti e artieri, alla voce "lavoratori della terracotta" ( che includeva fornaciai, vasellai, stovigliai) figurano sei addetti, il cui numero fa supporre che già allora questa attività fosse fiorente e la cui tradizione è continuata fino ad oggi. Un'altra conferma della tradizione ceramica montopolese è data dal recentissimo ritrovamento di alcuni reperti maiolicati di piatti nell'orto di Palazzo Rossetti, in cui sono riportate le date degli anni 1658,1750, 1760, ed altri reperti con stemmi (quattro gigli e stemma della casa Medici) ed un reperto col monogramma di S. Bernardino da Siena. La produzione di Dante Milani Negli anni 1929-30 la fabbrica raggiunse il massimo sviluppo commerciale grazie alla capacità del Milani nella promozione delle sue terrecotte in Italia e all'estero, soprattutto attraverso mostre permanenti. Oltre che a Montopoli una mostra permanente era nella frazione di San Romano presso la villa della torre Giulia che fu di proprietà della famiglia Capponi e poi dei Ridolfi. Altre mostre permanenti erano a Montecatini, Firenze in Piazza Duomo, a Siena, a Cascina presso l'esposizione permanente del mobile, a Milano, a Roma in via Condotti, a Parigi nel negozio di Raimondo Martel agli Champes Elisées, ad Amburgo da Augusto Warnake, a New York, in Venezuela, in Perù e perfino in India. nel 1929, all'esposizione internazionale di Tampa, in Florida, la ditta milani fu premiata con la medaglia d'oro ed il diploma e numerosi furono gli attestati di riconoscimento artistico anche da parte delle massime autorità del governo del tempo. la fabbrica Milani offrì ai giovani operai montopolesi la possibilità di trovare un lavoro e di esercitare un mestiere decoroso e non privo di soddisfazioni. Il Prof. Guido Milani, assunto l'incarico di direttore artistico, formò una quadra di tornianti che, in tempi relativamente brevi, riuscirono a raggiungere un ottimo livello di professionalità, affiancati anche da un gruppo di pittori-decoratori ai quali seppe infondere a poco a poco una sempre più crescente sensibilità artistica. Ai grandi meriti della produzione Milani è da aggiungere anche quello di aver contribuito allo sviluppo di altre attività artigianali come quella dei falegnami e di fabbri specializzati nella lavorazione del ferro battuto. Sono qui esposti alcuni oggetti nati dalla collaborazione di più artigiani come la credenza con inserimento di piccole mattonelle con funzione decorativa. A Montopoli, paese prettamente agricolo, viveva un buon numero di modesti ma bravi operai che prestavano la loro opera più che altro nelle fattorie, provvedendo alla manutenzione degli stabili, alla riparazione e alla costruzione di botti, tini, caratelli etc. o alla riparazione e manutenzione di attrezzi e macchine agricole. Questi ignoti operai collaborando con la fabbrica Milani ebbero modo di dimostrare le loro capacità creative: i falegnami costruirono mobili in stile Cinquecento (sedie, cassepanche, tavole), nei quali furono inserite artistiche mattonelline di varie forme, ed i fabbri crearono classici lampadari in ferro battuto ai cui portalampade venivano applicate delle artistiche tazze in terracotta. Amministrazione Gemellaggi Montopoli in Val d'Arno è gemellato con: Torella dei Lombardi Maussane les Alpilles Note ^ Statuto comunale di Montopoli in Val d'Arno, Art. 5. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Montopoli in Val d'Arno
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