Destinazioni - Comune

Modugno

Luogo: Modugno (Bari)
Modugno (Medùgne in dialetto barese) è un comune italiano di 39.017 abitanti della provincia di Bari in Puglia. Posto nell'immediato entroterra barese, a pochi chilometri a sud-ovest dal capoluogo, a partire dagli anni sessanta, con la costruzione della zona industriale di Bari che occupa la parte nord del territorio comunale, ha sostituito la tradizionale vocazione agricola per diventare un centro manifatturiero caratterizzato da un rapido sviluppo economico e demografico. Il 7 gennaio 2010, con un decreto, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha conferito a Modugno il titolo di città . Geografia fisica Territorio Modugno è situata nell'immediato entroterra barese, a pochi chilometri a sud-ovest del capoluogo pugliese, nel territorio detto anche conca di Bari. Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante ma caratterizzato da una continua e leggera pendenza in ascesa verso la Murgia. L'altitudine minima è di 45m s.l.m. e quella massima è di 106. Il suolo è di natura calcarea ed è interessato da fenomeni carsici. Il carsismo pugliese è causa della quasi totale assenza di corsi d'acqua superficiali in quanto il terreno calcareo non è impermeabile. Altri fenomeni carsici caratteristici del territorio modugnese sono la formazione di grotte sotterranee e le lame. Dal punto di vista idrogeologico, la città di Modugno sorge sullo spartiacque tra i bacini di lama Balice (in particolare il ramo noto come lama Misciano) che scorre a Nord dell'abitato e la lama Lamasinata che ne interessa la porzione meridionale in direzione di Bitritto. In conseguenza della sua posizione di spartiacque, non si segnalano elevati pericoli relativi al rischio di inondazione. Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 aggiornata al 16/01/2006 con le comunicazioni delle regioni. Clima La città è caratterizzata da un clima mediterraneo (o, secondo la classificazione di Köppen, clima temperato delle medie latitudini), con inverni miti continentali ed estati calde e asciutte. La vicinanza del Mar Adriatico contribuisce alla mitigazione delle escursioni termiche. Tuttavia la città nei mesi invernali è spesso influenzata dalle correnti fredde di provenienza nord-orientale, che sporadicamente determinano precipitazioni a carattere nevoso. Le piogge, concentrate nei mesi invernali, sono caratterizzate da un regime estremamente variabile. La stazione meteorologica più vicina a Modugno è quella di Bari Palese. Il 24 luglio 2007 presso questa stazione meteorologica registrò la temperatura più elevata: 45,6 °C. La temperatura minima assoluta risale al 3 gennaio 1993, quando si registrarono -6,0 °C. Classificazione climatica: zona C, 1311 GG Storia Origini e Medioevo Modugno ha una storia che risale a tempi remoti, in quanto il territorio comunale è stato abitato sin dalla Preistoria. Infatti, molteplici sono i ritrovamenti archeologici avvenuti nel territorio comunale, come quelli di resti di una necropoli peuceta risalente al VII-VI secolo a.C. Il primo centro urbano fu fondato probabilmente nell'Alto Medioevo, nel periodo della dominazione bizantina, intorno alla Chiesa di Santa Maria di Modugno. Di questo periodo si conservano i primi documenti che riportano il nome della città: si tratta di bolle pontificie che annoverano Modugno fra le sedi vescovili suffraganee di Bari. Durante le dominazioni normanna e sveva il Sud Italia conobbe un periodo di sviluppo. Le fonti storiche sono discordanti sui feudatari di Modugno nel periodo normanno: secondo alcuni, era un possedimento della famiglia Loffredi, secondo altre fonti, invece, Modugno fu donata in feudo a Ursone (o Orso) vescovo di Rapolla da Roberto il Guiscardo, nel 1078, quando fu trasferito da Rapolla a Bari. Di per certo, Modugno faceva parte del feudo concesso agli arcivescovi di Bari durante il regno di Federico II di Svevia. Dal periodo angioino alla dominazione austriaca Nel periodo angioino, il feudo di Modugno era conteso fra la famiglia Chyurlia e gli Arcivescovi di Bari. In queste dispute, il borgo venne parzialmente distrutto e poi ricostruito dall'Arcivescovo Romualdo. Nella seconda metà del XIV secolo, sul trono del Regno di Napoli, agli Angiò successero gli aragonesi. Modugno, fedele agli aragonesi, ricevette da Ferdinando I diversi privilegi fiscali e la libertà dal giogo feudale, seppur per un breve periodo. In seguito, nel 1464, Ferdinando I concesse ai suoi alleati della famiglia Sforza la città di Modugno, con Palo del Colle e Bari a formare un ducato. Durante questo periodo (e in particolar modo durante il governo di Isabella d'Aragona e Bona Sforza), Modugno visse uno dei periodi di suo massimo splendore. Alla morte di Bona Sforza, Modugno passò in mano alla corona di Spagna, che considerava l'Italia come colonia da sfruttare economicamente e come territorio di frontiera a difesa dai Turchi. Il monarca Filippo II, avendo bisogno di denaro, nel 1558 vendette il feudo al viceré di Sicilia Don Garzia di Toledo per 44.000 ducati. Alla morte del viceré, Modugno ritorno alla disponibilità della corona; dopodiché, nel 1580 Filippo II vendette nuovamente Modugno per 40.000 ducati al genovese Ansaldo Grimaldi, suo consigliere. L’anno seguente la città di Modugno riuscì a raccogliere i 40.000 ducati necessari per rimborsare Grimaldi e acquisire la libertà dal giogo feudale. Tuttavia, questa ingente spesa e le continue richieste di denaro del governo centrale portarono al fallimento dell'Università di Modugno nel 1666. La situazione di crisi economica delle finanze comunali e di vessazioni da parte del governo del regno di Napoli continuò anche durante la successiva dominazione austriaca. In questo periodo, Modugno fu tenuta in grande conto presso la corte austriaca dell'Imperatore Carlo VI grazie all’operato del Ministro dell’Impero, Conte Rocco Stella. Per lo stesso imperatore, combatté anche un altro nobile modugnese: Giuseppe Carlo Capitaneo. Regno borbonico, periodo napoleonico e restaurazione Dal 15 maggio 1734 Carlo di Borbone divenne il nuovo re di Napoli, dando il via al dominio dei Borboni. Fu promotore di una politica riformista che gli valse la fama di monarca illuminato. Il modugnese Francesco Struggibinetti fu medico di corte di Carlo III ed insigne trattatista. Eusebio Capitaneo si distinse nell'esercito di Carlo III acquisendo nel 1803 il grado di tenente-colonnello. La Rivoluzione Francese fece sentire i propri effetti anche nel Regno di Napoli dove ci fu una insurrezione giacobina che portò alla costituzione della Repubblica Napoletana. Per contrastare questa Repubblica Napoletana si costituì, al comando del cardinale Ruffo di Calabria, un Esercito della Santa Fede (da cui il nome Sanfedisti) formato da popolani che volevano la restaurazione al trono di Re Ferdinando IV di Borbone. Essendo stato innalzato a Modugno l'albero della libertà (che era il simbolo giacobino della Repubblica Napoletana) il paese fu attaccato dalle truppe dell'Esercito Sanfedista rinforzato dagli abitanti di Carbonara di Bari e di Ceglie del Campo (che erano fedeli al Re Ferdinando IV e quindi filoborbonici). L'assedio di Modugno avvenne il 10 marzo 1799 e vide vittoriose le forze in difesa di Modugno. In quella giornata si verificò l'episodio ritenuto miracoloso dell'apparizione di una donna con in mano un fazzoletto (identificata nella Madonna Addolorata). Dopo un breve periodo di restaurazione dei Borbone, nel 1806, per un decennio, si instaurò un governo filonapoleonico prima con Giuseppe Buonaparte e poi con Gioacchino Murat. In questo breve lasso di tempo, furono adottate moltissime riforme: vennero aboliti gli ordini religiosi e confiscati i loro beni (a Modugno gli agostiniani dovettero lasciare la loro chiesa e i Domenicani il convento); venne effettuata una riforma agraria e tributaria; venne adottato il sistema metrico decimale; fu stabilita la creazione di scuole in ogni comune (il 1º ottobre 1806 a Modugno venne creata la prima scuola che constava in due sezioni: quella maschile affidata al frate Domenico Carroccia e che faceva lezione nei locali della chiesa del Purgatorio; e la sezione femminile affidata alla donzella Morena Anastasia che svolgeva le lezioni in un locale preso in fitto dalla famiglia Scarli); venne adottato il Codice Napoleonico; e venne dato nuovo impulso all'economia grazie alla creazione di nuove fiere e mercati. Al termine della repubblica napoleonica, venne restaurato il Regno Borbonico che durò fino alla unita' d'Italia nel 1861. A questo periodo risale l'abbattimento delle mura cittadine e, negli anni 1821 e 1822, venne costruita la strada che collegava Bari ad Altamura che, nel tratto modugnese, corrisponde alle attuali via Roma e Corso Vittorio Emanuele. Italia Molti furono i modugnesi che erano affiliati alla società segreta della carboneria. Fra questi, un'esponente di spicco fu Nicola Longo, noto medico. A Modugno venne costituita una sede carbonara detta "vendita Spirito Santo". Modugno, dal 1861, fu unita al Regno d'Italia a seguito della sconfitta dell'esercito del Regno delle Due Sicilie contro i garibaldini. Il 3 novembre 1861 vennero cambiati i nomi ad alcune strade e piazze cittadine intitolandole Piazza del Plebiscito, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Garibaldi, Strada Cavour. Durante il primo conflitto mondiale, molti modugnesi furono arruolati nella “Brigata Regina” e nella “Brigata Bari”. Nel conflitto perirono 130 soldati modugnesi e diversi di essi si distinsero per valore e merito. Cosa analoga avvenne nella seconda guerra mondiale, persero la vita 92 soldati modugnesi. Nel 1943, a Modugno sostarono sia alcuni reparti di soldati tedeschi in ritirata, sia degli alleati sbarcati in Sicilia. Simboli Lo stemma di Modugno rappresenta "un cardo selvatico con tre fiori, radici esposte e quattro foglie, dominante in campo azzurro su scudo sormontato da corona merlata". La testimonianza più antica giunta sino a noi dello stemma del cardo selvatico è del 1568 è si può vedere sulla facciata del Palazzo della Regia Corte. La versione attuale dello stemma cittadino, adottata nel 1946, riprende lo stemma litico, risalente al 1639, presente in Piazza del Popolo nell'angolo esterno della facciata della Chiesa di S. Maria della Croce. Lo stesso stemma comunale in pietra è presente anche in cima all'ingresso del palazzo municipale (ex convento di S. Maria della Croce), in chiave di volta della Porta del Suburbio e sulla facciata della Sede del Sedile dei Nobili, dove lo stemma comunale è presente anche sulla ringhiera in ferro battuto. Il cardo selvatico è una pianta restia a farsi soffocare dalle altre piante e capace di rispuntare anche dopo incendi. Il significato simbolico del cardo selvatico allude al carattere fiero ed autonomo dei modugnesi, capaci di resistere anche ai tentativi di oppressione e alle avversità. Questo carattere è ben documentato nella storia di Modugno: in diverse occasioni i modugnesi si sono autotassati per raccogliere il denaro necessario per comprare ai feudatari il territorio ed acquisire la libertà. Tuttavia, considerando che la libertà dal vincolo feudale venne acquistato dai modugnesi successivamente al 1568, non è possibile che sia stato questo episodio ad ispirare la scelta del simbolo di Modugno. Altre teorie più recenti indicano il cardo come simbolo araldico di un luogo ben difeso e fortificato (con allusione alla fortezza ella Motta) oppure come sinonimo di una tranquilla e prospera economia contadina. Onorificenze Il 7 gennaio 2010, con un decreto, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha conferito a Modugno il titolo di città. Monumenti e luoghi di interesse Architetture religiose Santuario di Santa Maria della Grotta Si tratta di un antico insediamento religioso presso lama Lamasinata, a tre chilometri dall'abitato in direzione di Carbonara: nell'VIII secolo vi era una chiesa rupestre, chiamata Santa Maria in Gryptam, che diede rifugio ai monaci basiliani in fuga dalle repressioni iconoclastiche. Nell'XI secolo vi sorse un'abbazia benedettina che per tutto il Medioevo fu tappa dei pellegrinaggi verso la Terrasanta. Dal 1139 al 1155 vi soggiornò san Corrado di Baviera. Con la soppressione dell'abbazia, decretata da Roberto d'Angiò nel 1313, il sito venne progressivamente abbandonato, sino ad essere trasformato nel XIX secolo in una villa turrita. Il complesso è stato recuperato a partire dal 1974 dai padri rogazionisti. Chiesa di Maria Santissima Annunziata La chiesa di Maria Santissima Annunziata, fondata intorno all'anno Mille, è la chiesa matrice della cittadina. Nell'XI secolo fu cattedrale dell'effimera diocesi di Modugno. Fu restaurata nel 1347 nel 1518 e infine nel 1626 secondo il progetto del monopolitano Bartolomeo Amendola. Dell'attuale facciata in sobrio stile tardo rinascimentale spiccano il gruppo scultoreo dell'Annunciazione posto sulle colonne corinzie ai lati del portale e i fregi dell'architrave. Il campanile, del 1615, altro oltre 60 metri, è in stile romanico pugliese ed è impreziosito da polifore. L'interno, costituito da un'unica grande navata, cui nel 1642 fu aggiunto un cappellone, negli altari gentilizi presenta per lo più decorazioni in stile barocco napoletano, con interventi di Carlo Rosa per le tele, di Nicola Gliri nel cappellone e del modugnese Domenico Scura sul soffitto ligneo. Le opere d'arte di particolare pregio sono un'Annunciazione di Bartolomeo Vivarini, risalente al 1472 e il dipinto su tavola Sant'Orsola e le compagne del 1602 di Gaspar Hovich. Chiese Chiesa di Sant'Agostino (o della Madonna delle Grazie) (XVI-XVII secolo), in origine era una cappella gentilizia al di fuori delle mura cittadine, nel 1593 venne donata agli Agostiniani che realizzarono un convento, dal 1950 divenne Parrocchia. Cappella di Sant'Anna (XVII-XVIII secolo), cappella gentilizia incorporata nel palazzo della famiglia Stella. Chiesa di Sant' Antonio (XIV secolo), in stile bizantino; piccola chiesa trecentesca probabilmente in origine era stata costruita la di fuori della cinta muraria. Chiesa dell'Assunta (XVI-XVIII secolo), dal caratteristico campanile a vela secentesco in stile barocco spagnolo, venne originariamente edificata al di fuori delle mura cittadine, ospita la confraternita dell'Assunta. Chiesa della Vergine Maria del Carmine (XVIII secolo), in stile tardo rinascimentale; ospita la confraternita omonima. Ex convento dei Domenicani (XV-XIX secolo), dal Quattrocento agli inizi dell'Ottocento fu un convento domenicano, poi venne soppresso per diventare un franoio; ora è sede dell'Istituto Oronzo Lenti, casa di riposo per le suore stimmatine. Chiesa di San Giovanni Battista (XIV secolo), in stile bizantino, era una chiesa annessa ad un ospedale cittadino. Chiesa di San Giuseppe delle Monacelle (XVI-XVIII secolo), in stile barocco; unica parte rimanente del Convento delle Clarisse dove prendevano il velo le figlie delle famiglie meno abbienti del paese (dette appunto "Monacelle" per contrasto con le monache originarie dalla famiglie nobili che erano nel monastero di Santa Maria della Croce); dalla soppressione del convento nel 1866, la struttura del convento cadde nell'abbandono e nel 1964 venne abbattuta. Chiesa dell'Immacolata (XVI-XVII secolo), in origine era un convento dei frati cappuccini; poi divenne un orfanotrofio e nel 1974 divenne Parrocchia. Chiesa di Santa Lucia (XV-XVII secolo), in origine una cappella privata con elementi di stile barocco. fondazioni della chiesa di San Michele (XIV-XV secolo). Chiesa di Santa Maria di Modugno (VIII-XVIII secolo), fu la prima chiesa di Modugno e venne dedicata a santa Maria dell'Assunta. Chiesa di Santa Maria della Croce o di San Nicola da Tolentino (XVII secolo), in stile barocco; si trova in piazza del Popolo era collegata al convento delle benedettine Olivetane; nel 1924 fu dedicata a san Nicola da Tolentino. Chiesa di Santa Maria del Suffragio (o del Purgatorio) (XVII-XVIII secolo), in stile neoclassico; si trova in piazza Sedile e conserva 46 dipinti appartenenti alla scuola napoletana seicentesca. Chiesa di Santa Maria dello Spasimo (Madonna dei Martiri) (XVII secolo), edificata dalla popolazione modugnese in seguito alla peste del 1656. Cappella Valerio-Longo (XVIII secolo), cappella annessa al palazzo Valerio-Longo. Chiesa di San Vito (XVI-XVII secolo), in stile barocco; ora chiusa al culto. Edicole sacre Bassorilievo di sant'Agostino, in via D. Scura n.19 Annunciazione, in via G. Cazzano Madonna con Bambino (XX secolo), nei pressi di piazza Sedile Madonna con Bambino, nel palazzo Scura Madonna della "Corte Campanile" (XX secolo), in vico Savoia, nei pressi di Piazza Sedile Madonna di Costantinopoli (XVIII-XIX secolo), in via Vergini n.12 Crocifisso (XVIII-XIX secolo), in via G. Cazzano Bassorilievo della Deposizione, sotto l'arco di San Vito nei pressi di piazza Romita Madonna delle Grazie (XVIII-XIX secolo), in via Vergini n.1 Madonna delle Grazie, in via Madonna delle Grazie Natività (XVIII-XIX secolo), in corso Vittorio Emanuele n.7 Madonna del Suffragio (XVIII-XIX secolo), in via G. Cazzano San Vincenzo Ferrer (XVIII secolo), in piazza del Popolo Architetture civili Sala del Sedile dei Nobili La sala del Sedile dei nobili di Modugno è probabilmente il palazzo più rappresentativo modugnese. Si trova in piazza Sedile che prende il nome proprio da questo palazzo. Storicamente, era il luogo dove si riuniva l'assemblea dei nobili cittadini che governava Modugno; dal 1998 è sede della Pro Loco. L'attuale profilo del palazzo risale al XVIII secolo, quando venne aggiunto il caratteristico campanile con merlatura alla guelfa, con due campane e orologio. Palazzo Municipale Il Palazzo Municipale modugnese è un palazzo Seicentesco, in origine utilizzato come monastero di clausura delle monache benedettine Olivetane, dedicato a Santa Maria della Croce. Il palazzo ospita il Municipio dal 1896 e, per un breve periodo anche la pretura e il carcere mandamentale. Il suo aspetto attuale, che risale alle modifiche strutturali effettuate nel 1924, conserva evidenti strutture caratteristiche del monastero benedettino: il chiostro che ne caratterizza l'interno e il campanile. Palazzi nobiliari Palazzo Angarano-Maranta (XVII secolo), in stile rinascimentale; dall'elegante ingresso formato da portone compreso un arco a tutto sesto, sormontato da grande trifora con balaustra. Palazzo del I ramo della famiglia Capitaneo (XVI secolo), in stile rinascimentale; fu il primo dei palazzi nobiliari modugnesi, costruito dal capostipite della famiglia Capitaneo, Guarino; il suo aspetto attuale è stato fortemente rimaneggiato da una serie di rifacimenti nel corso dei secoli. Palazzo del II ramo della famiglia Capitaneo (XVIII secolo), in stile rinascimentale; con vasto giardino protetto da mura. Palazzo Cesena (XI-XVII secolo), in stile rinascimentale è costruito sull'antica costruzione della Motta; caratteristici sono l'altana con grande bifora e l'elegante balaustra con colonnine e stemma familiare. Palazzo Cornale (XVII secolo) in stile tardo-rinascimentale; l'atrio è introdotto da un arco a tutto sesto arricchito da fregi e sormontato da stemma familiare e balaustra con colonnine squadrate. Palazzo Crispo (XVIII-XIX secolo), in stile tardo neoclassico; si trova in Piazza Sedile. Palazzo Maffei (XVII secolo), in stile rinascimentale; con grande portale sormontato da balcone sorretto da mensole a gradoni. Palazzo Maranta (XVII secolo), in stile rinascimentale; si trova in Piazza del Popolo e sul primo piano mostra due finestroni con ricchi ornamenti e ringhiera in ferro battuto. Palazzo Parmigiani-De Sario (XVIII secolo), in stile tardo-rinascimentale; dalle linee molto semplici. Palazzo Pascale-Scarli (XVI-XVII secolo), in stile tardo-rinascimentale; con portale ornato da capitelli ionici e bassorilievi. Palazzo Piepoli (XVIII secolo), in stile rinascimentale; con bel portale ornato e due caratteristici mascheroni posti agli angoli dell'edificio: uno che rivolge sberleffi nei confronti del Palazzo Pascale-Scarli, l'altro in atteggiamento di ossequio nei confronti della Chiesa di Maria Santissima Annunziata. Palazzo Pilolli (XVI-XVII secolo), si trova nel centro storico; dell'originario aspetto in stile rinascimentale sono visibili elementi architettonici nel piano inferiore. Palazzo della Regia Corte (XVI secolo), ha subito vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli ed ha svolto diverse funzioni: da sede del Capitano della Terra di Modugno a quella del Governatore, in epoca napoleonica da circondario giudiziario a mandamento, da carcere a scuola elementare. Palazzo della Regina Bona (XV secolo), risale al 1466; del poco dell'aspetto originale che si è conservato ad oggi, è possibile ammirare una elegante bifora. Palazzo Russo (XVII secolo), che presenta molteplici stili architettonici, frutto di vari rimaneggiamenti; interessante è la finestra bifora con balaustra a colonnine presente al primo piano. Palazzo Scarli (XVII secolo), costruito nel 1601 in stile rinascimentale; ha uva vasta terrazza contornata da balaustra con pilastrini ornata da mascheroni e stemmi. Palazzo Scura (XVI secolo), con prospetto liscio e caratteristici balconcini con ringhiera in ferro battuto. Palazzo della famiglia Stella (ora Colavecchio) (XVII-XVIII secolo), in stile tardo-rinascimentale; la prima edificazione del palazzo è ad opera di Rocco Stella, poi divenuto di proprietà di diverse famiglie modugnesi ed infine della famiglia Colavecchio; comprende la cappella gentilizia dedicata a Sant'Anna e tre contenitori culturali. Palazzo Valerio-Longo (XVI-XVIII secolo), in stile rinascimentale; si trova in via Conte Rocco Stella. Palazzo Zanchi-Giampaolo (XIX secolo), in stile neoclassico; si trova in Piazza Sedile e il suo prospetto unisce linee curve e rette in armonia. Altro Piazza Sedile Piazza Sedile è la piazza principale di Modugno. Situata ad est del centro storico, in prossimità del tracciato delle antiche mura cittadine, è frutto della riperimetrazione ottocentesca di largo Purgatorio, prospiciente l'omonima chiesa, e di largo Sedile, che traeva il nome dal Seggio dei Nobili, l'edificio presso il quale la locale aristocrazia prendeva le decisioni per l'indirizzo politico della comunità. Sulla piazza si affacciano diversi palazzi nobiliari settecenteschi (Palazzo Scarli, Palazzo Angarano-Maranta, Palazzo Parmigiani-De Sario) e ottocenteschi (Palazzo Crispo e Palazzo Zanchi-Giampaolo). Altri luoghi di interesse storico-artistico "Casedde", costruzioni in pietra a secco nelle campagne modugnesi Menhir "Il Monaco", al Km 79,455 della Strada statale 98 in direzione Bitonto La Motta Palmenti edificato nel secolo XVII in contrada Piscina Nuova e Contrada Palmento Longo Porta del Suburbio, nei pressi della Chiesa Maria Santissima Annunziata Titoli rinascimentali, tracciavano il confine tra il territorio di Bari e quello di Bitonto, si trovano nelle campagne modugnesi Torre della Bella Mora, in contrada Misciano Trappeto di Montepeloso o "dell'Olio rosso", in contrada Misciano Siti archeologici Reperti archeologici risalenti al periodo preistorico sono noti nel territorio di Modugno almeno dalla metà del XIX secolo. ... Casale di Balsignano A sud-est dell'abitato di Modugno, verso Bitritto si trovano i resti del casale fortificato di Balsignano, attestato dal 962: dopo il saccheggio ad opera dei saraceni nel 988, venne ricostruito e nel 1092 donato ai benedettini di Aversa, che lo cedettero poi a diversi feudatari. Nel 1526 fu distrutto definitivamente durante lo scontro tra angioini e aragonesi che si contendevano il possesso del regno di Napoli. Del casale si conservano le mura, una costruzione munita di torri e le chiese di San Felice (XI secolo), con pianta a croce greca, cupola e tamburo ottagonale, e Santa Maria di Costantinopoli (XIV secolo), con lacerti di affreschi di scuola senese. Nei pressi del casale sono stati rinvenuti i resti di un insediamento neolitico del VI-V millennio a.C. Aree naturali Villa comunale La villa comunale di piazza Garibaldi è stata realizzata nel 1910 nel Votàno, la leggera depressione naturale prossima alle mura occidentali della città. L'area, in origine acquitrinosa, era stata bonificata nel 1855 dal possidente Vito Michele Loiacono, che vi aveva costruito una cisterna (detta in modugnese "pizzacara", ossia "pescheria") dalla quale era possibile emungere l'acqua piovana che vi si riversava. Oltre alla pizzacara, nella villa è presente il monumento ai Caduti, costituito da un alto piedistallo in pietra (che è ciò che rimane del monumento commemorativo dei caduti del prima guerra mondiale realizzato nel 1922) sormontato da una statua bronzea del 1960, opera di Vitantonio De Bellis, che raffigura una donna che ha sacrificato alla patria le persone a lei più care: il soldato colpito a morte e il reduce. Nel 2000 è stato realizzato un teatro all'aperto, impiegato per manifestazioni culturali. Boschetto È una piccola fetta di macchia mediterranea in una vallata creata da una ramificazione della Lama Lamasinata. Il portale d'ingresso è affiancato da due alti cipressi e, all'interno del Boschetto, c'è un grande caseggiato, detto "la Torre" costruito dalla famiglia Loiacono nell'Ottocento e utilizzato come luogo di villeggiatura: erano presenti viali, siepi, fontane e piscine. Il soggiorno di tedeschi e inglesi durante la seconda guerra mondiale ha danneggiato notevolmente il Boschetto. Oggi il Boschetto è un'oasi di salvaguardia floro-faunistica dove è possibile ammirare esemplari imponenti di quercia e pino, begli arbusti di biancospino e lentisco, e fiori di croco e iris. Si possono anche scorgere merli, fagiani, capinere, passeri e diverse varietà di insetti. Il luogo è precluso alla caccia dal 1980. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Nel XIII secolo, sotto la dominazione angioina, è possibile ricavare dai documenti dell'epoca un'indicazione sulla popolazione modugnese. In un dato del 1276 Modugno è registrata per un'oncia corrispondente a quattro fuochi (nuclei familiari). Pure aggiungendo le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, non incluse in questo censimento effettuato ai soli fini fiscali (per l'imposizione del cosiddetto focatico), è facile notare come all'epoca la popolazione modugnese fosse piuttosto esigua. Durante il periodo del ducato di Isabella d'Aragona e sua figlia Bona Sforza, Modugno visse un periodo particolarmente fiorente che si accompagnò ad una forte crescita demografica. Nel 1595 la popolazione superò i 1400 fuochi e nella città fecero il loro ingresso nuove famiglie che avrebbero ricoperto ruoli di prestigio e avrebbero deciso le sorti economiche e politiche modugnesi. Sotto la dominazione spagnola nel Regno di Napoli iniziò un periodo di declino che si manifestò anche con la riduzione della popolazione: dai 10.000 abitanti che alcune fonti contano sul finire del XVI secolo, si arriva ai circa 5.000 della fine del XVIII secolo. Con lo sviluppo della zona industriale, negli ultimi decenni, la popolazione di Modugno è aumentata notevolmente triplicandosi dagli anni sessanta agli anni novanta. Questa rapida crescita demografica ha fatto di Modugno il ventesimo per numero di abitanti degli oltre 250 comuni della Puglia e il terzo Comune pugliese per densità abitativa, considerano che la superficie del Comune è rimasta la stessa. Una larga fetta della popolazione modugnese (4.676 abitanti al 31/12/2011) risiede nel quartiere Cecilia, zona di edilizia residenziale privata, contigua al quartiere San Paolo di Bari. Etnie e minoranze straniere Al 31 dicembre 2010 risiedono a Modugno 1.470 cittadini stranieri, pari al 5,79% della popolazione comunale. Le comunità più numerose sono: Cina: 376 Albania: 319 India: 286 Senegal: 111 Georgia: 85 Romania: 77 Inoltre, sono presenti 69 cittadini provenienti da altri stati dell'Unione Europea. A Modugno si registra il numero più elevato di etnie presenti e il saldo migratorio più alto dell'Area Metropolitana di Bari. Con riferimento ai cittadini stranieri in età scolare, Modugno è al primo posto assoluto fra i comuni pugliesi per saldo migratorio e al nono posto per numero assoluto di alunni stranieri, superando anche capoluoghi di provincia come Taranto. Nell'anno scolastico 2007-08 gli studenti stranieri nelle scuole modugnesi erano 230; le etnie prevalenti erano quella indiana, cinese e rom/bosniaca. Anche in virtù di questi dati, elevato è l'impegno del Comune di Modugno verso le iniziative finalizzate all'integrazione e lo scambio interculturale, rivolte soprattutto ai cittadini immigrati in età scolare: tutte le scuole modugnesi aderiscono ai CIRT (Centri Risorse Interculturali di Territorio), sorti da un'iniziativa dell'Ufficio Scolastico provinciale di Bari con l'obiettivo di coordinare le iniziative promosse dal territorio (scuole, enti locali e associazioni di volontariato e del terzo settore) in favore degli alunni stranieri e delle loro famiglie. Lingue e dialetti Il dialetto di Modugno è una varietà del dialetto barese. Vasta è la produzione vernacolare modugnese. A Modugno, nel passato, esistevano due dialetti: quello “du soine e naune”, più accentuato, più duro, usato da “le zappatéure” (contadini); quello “du sine e none”, meno forte, meno accentuato, usato dalle classi signorili e dagli artigiani. Osserviamo nei due dialetti alcune espressioni: Joie e téue (io e tu); ji e tu. U zappataure se jalze subete la matoine (il contadino si alza presto al mattino); U zappatore se jalze subete la matine. I gruppi di vocali che caratterizzano il dialetto “du soine e naune”, rendendolo più forte, sono eu, oi, au. Le vocali del dialetto modugnese sono cinque: a e i o u. Ma, in particolare della vocale e bisogna sottolineare che può essere: Aperta, se ha l'accento grave, come in fèmmene (donna), cannèdde (molletta per stendere i panni); Chiusa, se ha l'accento acuto, come in tembéste (tempesta), zéppe (zoppo); Semimuta, se non è accentata, e quindi non si pronunzia o si sente appena, come in mamme (mamma), besciarde (bugiardo). Essa ha la funzione di formare la sillaba. Esiste poi una semiconsonante, la lettera j, che ha vari usi: in principio di parola, come jidde (lui), jatte (gatto); tra due vocali, come moje (adesso), mangiaje (cibo); nei suoni liquidi –glje -cchje -gghje, come battagjie (battaglia), jacchje (trovi), pagghje (paglia). Si può incontrare, infine, la lettera K come variante del c duro e del ch, come in kapeche (scelgo), kièche (piega). Tradizioni e folclore Il primo patrono di Modugno fu San Pietro martire, domenicano vissuto nel XIII secolo e noto per la lotta contro le eresie. Venne martirizzato dai suoi avversari. Il suo culto si diffuse a Modugno dal 1401 con la venuta dei Domenicani. Il 29 aprile, giorno della sua commemorazione liturgica, venivano benedetti rami d'olivo. La chiesa Matrice conserva un suo quadro. Festa patronale di san Rocco e san Nicola da Tolentino La festa patronale di Modugno festeggia congiuntamente due santi: Nicola da Tolentino e Rocco di Montpellier, rispettivamente patrono e protettore della Città. I festeggiamenti della ricorrenza prevedono sia manifestazioni popolari, le quali avvengono la quarta domenica di settembre, sia religiose, che iniziano il venerdì precedente e si concludono il lunedì. Il venerdì, il sabato e la domenica tre processioni accompagnano la statua di san Rocco per le strade del centro cittadino e delle periferie. Il lunedì si festeggia san Nicola. La lunga processione si ferma in piazza Sedile dove il sindaco, a nome della comunità modugnese, consegna le chiavi della città al Santo di Tolentino. Durante la manifestazione, festose luminarie rischiarano a giorno le vie principali e la piazza Sedile, bande locali eseguono concerti, fuochi pirotecnici colorano il cielo ed un Luna Park allietano le serate. San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa patronale risale al 1522, quando fu invocato l'intervento del santo a protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il cappello d'argento furono donati, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento per lo scampato pericolo dell'epidemia di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice. Secondo la tradizione, san Nicola da Tolentino fu concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l'anno successivo patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di san Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti. Dal 1952 i festeggiamenti di san Nicola vennero abbinati a quelli di San Rocco. Nel 2001 Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano per la prima volta dalla basilica di Tolentino. Culto della Madonna Addolorata La venerazione della figura di Maria a Modugno ha inizio con la fondazione della città: infatti, il primo nucleo cittadino sembra sia nato intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, e moltissime sono le chiese dedicate alla Madonna (la quasi totalità delle chiese modugnesi: SS.ma Maria Annunziata, Assunta, S. Maria del Carmine, S. Maria della Croce, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria dei Martiri, ecc.). Numerose sono le edicole sacre, le immagini venerate e le manifestazioni in onore della Vergine promosse dalle Confraternite modugnesi. Molto forte è la devozione verso la Madonna Addolorata che trae origine nel XVII secolo quando venne invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l'aiuto della Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio, e venne sistemata sull'altare dell'Addolorata una nuova statua. Alla Madonna Addolorata vennero indirizzate le preghiere dei modugnesi durante gli avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel giorno una massa di sanfedisti filoborbonici provenienti dal contiguo comune di Carbonara di Bari (oggi frazione del capoluogo) si riunì per saccheggiare Modugno. In quell'occasione diversi testimoni assistettero all'apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto in mano, sul tetto di un palazzo al limite sud del paese, che impediva che le cannonate del nemico colpissero le abitazioni. Si ritenne un miracoloso intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggere la città dagli assalitori. Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità. Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno. Festa di Sant'Antonio di Padova Dal 1990 riprende vita questa festa religiosa dopo anni di oblio causati da scarso interesse dei comitati feste religiose; unisce manifestazioni di carattere religioso, con iniziative di carattere culturale e solidale. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa di Sant'Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno. Il 12 giugno c'è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi, l'immagine del Santo viene trasferita nella chiesa Matrice. Subito dopo dalla Chiesa Padronale di Sant'Anna parte il "Corteo Antico" del Quadro del Santo che attraverso le vie del centro storico, fa il suo ingresso trionfale in Piazza Sedile per essere Intronizzato nell'altare eretto nella Piazza. Il 13 giugno è il giorno solenne; Grandi Concerti Bandistici si esibiscono in cassarmonica e in serata, dopo la messa solenne, si svolge la "Processione di Gala". Il Lancio di una Grandiosa "Mongolfiera" e la "Gara Pirotecnica" di fine festa, concludono i Solenni Festeggiamenti per il Santo Protettore. Festa di San Giuseppe e sagra del Calzone Il 19 marzo si festeggia il padre putativo di Gesù con l'allestimento di falò, la preparazione delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine dell'inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l'inizio della primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falò che vengono accesi ai margini delle piazze della città (e in quello più grande che viene allestito nella piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falò venivano arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere ("le cìcere a la rena" nel dialetto modugnese) e il calzone di cipolla. Per questa ragione, alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del Calzone. La sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella Piazza principale, accanto al grande falò. La serata è animata da canti popolari, danze e spettacoli di vario genere. Il connubio tra falò e calzone di cipolla ha le proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando, sull'onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l'"albero della libertà ". Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche, provenienti da Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono senza successo la città, gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell'occasione si registra l'evento ritenuto miracoloso dell'apparizione della Madonna Addolorata. Presepe vivente Dal 1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata, organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno dell'ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli antichi mestieri. L'iniziativa culmina il 6 gennaio con l'arrivo di figuranti negli abiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di visitatori, anche dai paesi vicini. Sempre nel periodo di Natale, la locale Pro Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza del presepe e all'età dei partecipanti. Istituzioni, enti e associazioni Modugno "è sede della Compagnia dei Carabinieri, di un distaccamento del Tribunale di Bari, di un Ufficio per l'impiego, la competenza dei quali si estende anche ai comuni circostanti". Ha sede a Modugno la Fondazione Popoli e Costituzioni che, anche attraverso la rivista Sudcritica, fa ricerca storico-giuridica e promuove la conoscenza e la piena attuazione della Costituzione italiana. Un'altra associazione attiva sul territorio è Città plurale, associazione di cittadinanza attiva fondata nel 2004. Nel 2010 è stata costituita in Modugno la delegazione dell'Associazione Puglia Russia, fondata nel 2008 con lo scopo di favorire la reciproca conoscenza fra le realtà culturali pugliesi e della Federazione Russa, attraverso la promozione di eventi ed iniziative congiunte. Sanità Dal punto di vista dei servizi ospedalieri, Modugno è fortemente dipendente dalle strutture della vicina Bari. Dal 2005, Modugno è sede del Distretto Socio Sanitario 9 dell'Azienda sanitaria locale di Bari. Il Distretto comprende anche i comuni di Bitetto e Bitritto. A Modugno è presente una Residenza Sanitaria Assistenziale gestita dal Consorzio San Raffale. La struttura dispone di 60 posti letto di cui 20 dedicati a soggetti affetti da Alzheimer e patologie correlate. La RSA sorge nello stabile che un tempo ospitava il Convento di Santa Maria delle Grazie. Qualità della vita Lo sviluppo industriale che ha caratterizzato gli ultimi decenni della vita modugnese è stato portato avanti senza tenere in dovuto conto le conseguenze ambientali che ne sarebbero derivate. L'inquinamento dovuto agli smaltimenti industriali si andava a sommare ad una scarsa valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico: le lame erano non di rado utilizzate come discariche a cielo aperto dove venivano abbandonati anche rifiuti pericolosi per le falde acquifere nel sottosuolo. Solo ultimamente ci si è resi conto dell'importanza di un'adeguata salvaguardia ambientale e cittadinanza modugnese è molto attiva nella tutela del proprio territorio e contrasta con diverse iniziative i progetti di una nuova centrale elettrica (entrata in funzione l'8 marzo 2010 e gestita da Sorgenia, ignorando le proteste dei presidi di ecologisti e semplici cittadini) e un inceneritore. Dal punto di vista sociale, si registrano una serie di problemi derivati principalmente dalla rapida crescita demografica degli ultimi decenni: la forte immigrazione, sia dall'Italia che dall'estero, di lavoratori occupati nelle aziende della zona industriale ha nel tempo formato una cittadinanza costituita da nuclei familiari senza una rete sociale o parentale che possa sostenerli nei momenti di difficoltà. A questo si aggiunge il fatto che le amministrazioni comunali non sono sempre state in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini con servizi o strutture adeguate. Tuttavia non mancano le iniziative dei cittadini e numerose sono le associazioni operanti nel settore sociale che offrono una serie di servizi che tentano di sopperire alla scarsità dell'offerta pubblica. Cultura Istruzione Modugno conta tre circoli scolastici che coordinano le scuole materne ed elementari cittadine. Ci sono poi tre scuole medie inferiori e un'unica scuola media superiore, l'Istituto tecnico "Tommaso Fiore". Dal 1996 è attiva l'Università della Terza Età "Francesco Del Zotti". La biblioteca comunale dal 2005 è ospitata presso il Palazzo della Cultura, contenente anche una sala conferenze e alcuni spazi espositivi. L'edificio, intitolato a Carlo Perrone, sorge nel centro della città nel luogo in cui sorgeva un condominio di 10 piani (otto dei quali abbattuti) la cui costruzione, autorizzata nel 1968, aveva alimentato le proteste della popolazione. Un altro contenitore culturale modugnese è Palazzo Colavecchio, che ospita mostre, convegni e dibattiti. È in via di realizzazione un museo civico che ospiterà i reperti rinvenuti durante gli scavi presso il sito archeologico di Balsignano e due collezioni private donate al Comune: una di 50 vasi di epoca peuceta e una numismatica. Media A Modugno sono editi diversi periodici locali che si occupano di cultura, politica e attualità modugnesi. Il periodico Il Cardo Selvatico è stato fondato nel 1979 per iniziativa dell'arciprete Nicola Milano. Anche il bisettimanale Nuovi Orientamenti è stato fondato nello stesso anno; la redazione della rivista ogni anno pubblica un libro che si occupa di tradizioni popolari o di storia locale. Di più recente fondazione è il mensile Bari Sud Ovest principalmente dedicato alla cronaca locale e che, recentemente, sta ampliando il suo interesse anche ai Comuni limitrofi, e del quale esiste una versione online. A cura dell'amministrazione comunale è inoltre diffuso il mensile Modugno in Comune. In notevole espansione è il numero e la qualità dei siti Internet che si occupano di Modugno: oltre al già citato Bari Sud Ovest.it, sono dedicate alla Città di Modugno due portali web (Modugno.it e Modugnonline.it) e la Web TV Modugnowebtv.it. Si occupa del Comune di Modugno e delle sue attività il sito Internet Comune di Ongudom che opera in modo parallelo al Sito Istituzionale. Arte A Modugno è ambientata la commedia "Il Socrate immaginario" del 1775, scritta dal librettista Giovanni Battista Lorenzi e musicata da Giovanni Paisiello Nel 2001 l'Associazione Culturale "La Pecora Nera" ha fondato la Compagnia Teatroscalo che opera sia nell'ambito del teatro che del cinema. Nel 2003 viene inaugurato il centro teatrale Teatroscalo che, oltre a garantire uno spazio per le rappresentazioni sceniche, è sede di corsi di formazione alla drammaturgia teatrale. Nel 2007, una produzione del Teatroscalo, il cortometraggio "Meridionali senza filtro" del regista Michele Bia, vince il David di Donatello. Molteplici sono le associazioni musicali di Modugno: l'associazione culturale-musicale Francesco Casavola è un complesso bandistico di circa 40 elementi creato nel 1982; l'Orchestra Musicale Santa Cecilia è un'orchestra di fiati; lOrchestra da Camera Scarli è un'agenzia musicale con laboratorio artigianale (unico nel Sud) per la realizzazione e restauro di violini; lAccademia Musicale Battista Bia, che è stata fondata nel 1974. Cucina La cucina tradizionale modugnese fa largo uso di prodotti agricoli come l'olio e le olive, ortaggi (zucchine e melanzane), legumi (fave, fagioli, lenticchie, ceci, piselli), verdura (rape, cavolfiori, carciofi, cardi), frutta (mandorle, fichi, ciliegie, uva) e alcune erbe selvatiche usate per insalate (perchjazze, recquasce, sporchja). Un elemento caratteristico della cucina modugnese è una particolare varietà di uva bianca da tavola, dall'acino di forma allungata, detta uva còrnola (in dialetto "ciuarèdde"). Viene coltivata in pergolati in cortili o terrazzi e produce frutti da agosto a dicembre. Nei giorni feriali, i pasti erano generalmente costituiti da un piatti unici molto poveri, principalmente a base di legumi. La carne (di solito coniglio) e il pesce venivano consumati solo nei giorni di festa. Della tradizione culinaria modugnese, derivante dalla cultura rurale e contadina, si conservano ancora oggi le ricette di alcune specialità gastronomiche; alcuni esempi sono: fagiolini con pasta e ricotta dura, fave e cime di rape, cavoli con pan grattato, ceci neri e cipolla rossa. Formati tipici di pasta sono le strascinate (una specie di orecchiette con farina di semola) e i cavatelli (una sorta di gnocchi di semolino grezzo). Caratteristici della gastronomia modugnese sono i calzoni farciti con cipolle, acciughe sotto sale, baccalà e olive. I dolci tipici delle feste sono: pettole, boconotti, cartellate, castagnelle, torroni di mandorle per Natale; scarcelle, uova dipinte di rosso con alghe marine, friselle, mostaccioli per il periodo pasquale. Persone legate a Modugno Corrado di Baviera (1105-1155), religioso e santo, vissuto in meditazione e penitenza, dal 1137 alla sua morte, nella piccola abazia benedettina di Modugno, ricavata in una grotta carsica. Rocco Stella (1631-1720), militare nato a Modugno, ministro dell'Impero austriaco, consigliere personale di Carlo VI d'Austria, che lo nominò conte del Sacro Romano Impero. Gian Battista Stella (1660-1725), arcivescovo di Taranto dal 1713 al 1725, nacque a Modugno dove studiò per diventare sacerdote e fu arciprete dal 1697 al 1713. Nicola Longo (1789-1877), medico della corte di Ferdinando II delle Due Sicilie e patriota carbonaro, nato e vissuto a Modugno. Franco Casavola (1891-1955), nato a Modugno, fu musicista, scrittore, critico d'arte e direttore d'orchestra, vicino al movimento futurista. Franco Di Ciaula (1895-1963), regista teatrale, regista e autore cinematografico. Attivo anche in ambito sindacale. Sandro De Feo (1905-1968), scrittore e giornalista, nato a Modugno. Nicola Magrone magistrato ed attuale sindaco Nicola Milano (1910-1981), arciprete di Modugno dal 1946 e autore di alcune monografie di storia locale. Tommaso di Ciaula (1941), romanziere, autore di "Tuta blu" che ha descritto la realtà umana e lavorativa degli operai della zona industriale di Bari. Nino Lepore (1958), musicista nato a Modugno. Michele Piccirillo (1970), pugile, è nato e vive a Modugno. Eventi Fiera del Santissimo Crocifisso La fiera del Crocifisso si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise alcuni sacerdoti e bruciò l'asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella stessa chiesa ed è posta in una nicchia sovrastante la cappella della Madonna Addolorata. A partire dal 1656, la fiera acquisì una forte importanza per la popolazione in quanto la peste che colpì Modugno quell'anno terminò i primi giorni di novembre, poco prima dell'inizio della fiera. In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. Nei primi secoli, la fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è evoluta allargandosi anche al settore dell'artigianato locale, ai mezzi per lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti, alle piante e a diversi generi alimentari. Questa fiera ha sempre attratto persone dai paesi vicini e richiama espositori e venditori da tutta Italia: è una delle più importanti della provincia. Oggi è possibile trovare ogni genere di prodotti: la fiera è un'occasione per fare acquisti a prezzi vantaggiosi o semplicemente per godersi il piacere di una passeggiata all'aperto. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono organizzate manifestazioni culturali collaterali. Iniziative Pro Loco La Pro Loco di Modugno è attiva nell'organizzazione di diverse iniziative. La Biodomenica è una giornata dedicata in cui viene allestita una fiera mercato di prodotti biologici, con lo scopo di sensibilizzare ai problemi dell'ambiente e promuovere l'agricoltura biologica. In Piazza Sedile diversi produttori di prodotti biologici della provincia espongono i loro prodotti illustrando le tecniche ecocompatibili utilizzate. Il Concerto per Modugno è sorto in collaborazione con l'UPSA-Confartigianato di Modugno e raccoglie una serie di brani classici e contemporanei a tema natalizio, fornendo una guida all'ascolto. L'iniziativa permette di allietare la cittadinanza e di valorizzare le realtà musicali del territorio. Modugno in bicicletta è una passeggiata non competitiva che consente di percorrere in bicicletta le vie della città e quelle fuori del centro abitato lungo un percorso di circa 10 km che segue la pista ciclabile inaugurata dal Comune qualche anno fa. Alla manifestazione partecipano diversi gruppi come i Bersaglieri in bicicletta o rappresentanti di organizzazioni con finalità sociale come l'UNITALSI. La chiusura al traffico delle strade consente le iniziative legate alla "giornata ecologica". La Pro Arte è una mostra pittorica e di arti visive che permette agli artisti, soci della Pro Loco, di esporre le loro opere e di far conoscere la propria arte. Le Rioniadi sono una competizione giocosa tra ragazzi, in costume, divisi in squadre rappresentanti le sei contrade storiche modugnesi. Le squadre della Motta, dei Cappuccini, della Marina, del Lago, di Gammarola e di Cecilia, si affrontano in diversi giochi che ricordano tempi passati. Essi sono (da pronunciarsi rigorosamente in dialetto): "Cors iind o sacc" (corsa nel sacco), "Cors a tre iamme" (corsa a tre gambe), "U fazzuett" (il fazzoletto), "La pall d'pezz" (la palla di pezza), "Tir a la zoche" (tiro alla fune). Ritmika è un festival musica a carattere nazionale nato nel 2000. Riveste un importante ruolo promozionale per giovani talenti che hanno l'opportunità di farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Lo stesso festival è anche un'opportunità di confronto e di crescita per le band e coinvolge gruppi musicali di tutta Italia. Iniziative dell'Archeoclub La sede modugnese dell'Archeoclub d'Italia si pone lo scopo di diffondere tra i cittadini l'interesse per i beni culturali di Modugno e di favorirne la tutela. Fondata nel 1994 ha sede nel complesso monumentale di Santa Maria di Modugno che apre ai visitatori nelle domeniche della bella stagione e in occasioni particolari come la fiera del Crocifisso. L'Archoclub di Modugno organizza diversi convegni, concerti e manifestazioni, la più importante delle quali è "Chiese aperte"che permette l'apertura al pubblico di antichi luoghi di culto, fornendo guide e materiale illustrativo. Nell'occasione vengono organizzati, in alcune chiese, dei concerti di musica classica. Geografia antropica Urbanistica La conformazione urbanistica della città di Modugno può essere distinta nelle seguenti zone: centro storico, quartieri ottocenteschi costruiti al di fuori dell'antica cinta muraria, la cerchia di costruzioni degli anni cinquanta-sessanta, gli agglomerati di recente edificazione. Il centro storico è caratterizzato da vie molto strette ed intricate con piccole abitazioni, generalmente composte da un solo ambiente. Sono presenti diversi palazzi storici caratterizzati per lo più da uno stile tardo-rinascimentale. Il centro di Modugno è composto da due zone: il borgo antico e il suburbio. Il borgo antico, è stato il nucleo originario del centro abitato di Modugno, sorto intorno alla fortezza che presidiava la collinetta della Motta; ha forma quadrangolare chiaramente delimitato da Corso Vittorio Emanuele, Corso Cavour, Corso Umberto e Piazza Sedile. Il suburbio sorse dall'espansione urbana all'esterno delle antiche mura. È possibile ipotizzare l'esistenza di una prima cinta muraria di epoca normanna che circondava il borgo antico. Nel 1347 il borgo venne dotato di nuove mura dall'Arcivescovo di Bari, Bartolomeo Carafa, feudatario di Modugno. Queste mura erano dotate di quattro porte difese da torri: a oriente si apriva la Porta di Bari (piazza del Popolo); la Porta Bitonto immetteva sulla strada che conduceva alla sede vescovile; a ovest si apriva il Portello (via Portello), in direzione di Palo del Colle, che vide accresciuta la sua importanza nel periodo del Ducato sforzesco; a sud c'era la Porta del Suburbio (via Donato Olimpio). Con l'inglobamento, nel Cinquecento, del Suburbio entro le mura cittadine, questa porta perse d'importanza e rimpiazzata con la Porta la Staccata (fine di via Conte Rocco Stella). Nel Seicento venne spostata la Porta di Bari (in via Porta di Bari) e venne aggiunta la Porta delle Beccherie (a nord-est di Piazza Sedile). La porta del Suburbio è l'unica di cui si conserva ancora oggi traccia, anche se in un rifacimento più recente. Degli ingressi cittadini scomparsi rimangono solo le croci lignee che erano apposte sulle porte e benedette annualmente. Nel XVIII secolo le mura non coprivano l'intero perimetro cittadino o, perlomeno, non assolvevano un'adeguata funzione difensiva: Viatangelo Maffei nel 1774 descrive le mura "di pietra per custodia, ma non capaci in caso d'attacco di guerra"; e, addirittura, durante l'assedio del 10 marzo 1799, Giambattista Saliani, nella sua cronaca degli eventi, parla di "borgo non murato". Le mura cittadine, o quel che ne rimaneva, caddero in stato di abbandono e nel 1821 vennero abbattute definitivamente. Il centro storico è circondato da quartieri sorti nel XIX secolo dopo l'abbattimento delle mura cittadine. Si tratta generalmente di abitazioni unifamiliari poco spaziose che sorgono su uno o due livelli disposte, non in contorti vicoli come nel centro storico, ma in strade rettilinee anche se non molto ampie. Più spaziose sono le abitazioni realizzate nel secondo dopoguerra dai cittadini modugnesi o dagli emigrati all'estero di ritorno nella terra natia. Si tratta principalmente di villette monofamiliari, spesso dotate di giardino, che sorgevano in quella che era la periferia del paese. Negli anni settanta-ottanta del XX secolo si è assistito ad una rapida espansione industriale che si è avuta con la creazione della zona industriale al confine fra Bari e Modugno. Questo sviluppo indistriale è stato accompagnato da una rapida, vasta ed incontrollata espansione urbanistica spinta dalla crescente domanda di alloggi dei lavoratori che in quegli anni immigravano a Modugno. Questo sviluppo edilizio è avvenuto senza che fosse redatto un piano regolatore e gli effetti della mancata pianificazione si leggono in un tessuto urbano caratterizzato per la viabilità disordinata e l'assenza di nuove aree verdi. Dal punto di vista urbanistico, la conseguenza più evidente della cementificazione non regolamentata che si è avuta in quei decenni è la presenza nel territorio comunale di diversi quartieri formati da palazzi a diversi piani, senza infrastrutture o servizi, disposti in maniera disordinata, spesso lungo le principali strade extraurbane e distanti dal centro cittadino (dove il basso prezzo dei terreni edificabili ha incoraggiato la speculazione edilizia). Molteplici sono gli esempi di quartieri formatisi in questa maniera. Il quartiere Cecilia, è una zona di edilizia residenziale privata che ha origine alla fine degli anni 1960. Sorge a circa 5 km dal centro cittadino perché divisa dall'intera Zona Industriale di Bari e di Modugno sud, nei pressi del quartiere San Paolo di Bari, è il principale dei quartieri di Modugno per numero di abitanti: 4.676 al 31/12/2011, prevalentemente cittadini baresi. Al quartiere Cecilia sono incorporate le abitazioni del complesso Capo Scardicchio (antica frazione di Modugno) fronte stante l'Ospedale San Paolo e la Stazione Ospedale del Metrò ricadenti nel territorio del quartiere San Paolo di Bari. Il quartiere Cecilia presenta le carenze urbanistiche e strutturali caratteristiche del contermine quartiere San Paolo di Bari, ha attività commerciali varie, è scarsamente dotato di servizi pubblici, luoghi di aggregazione e infrastrutture. Unica struttura di servizio al territorio il Centro Parrocchiale di San Pietro Apostolo dell'omonima Parrocchia di San Pietro Apostolo istituita il 1973. A causa della distanza dal centro di Modugno e della scarsità di collegamenti, risulta difficoltosa la partecipazione degli abitanti del quartiere alla vita sociale della cittadina. Piscina dei preti è una zona residenziale sorta intorno al 1980 oltre le strade statali 98 e 96. La zona, in origine, era detta della "Marina", poiché ubicata nelle vicinanze della Strada Provinciale 54, che conduce alle località balneari di Palese-Macchie e Santo Spirito. A Piscina dei preti è presente il casello Bari Nord dell'A14 ed il nuovo Centro Commerciale. Inoltre è nelle vicinanze del polo industriale di Bari, dell'Aeroporto di Bari-Palese Macchie e dell'ospedale San Paolo. La zona è collegata a Bari tramite la Strada Statale 96 e a Palo del Colle tramite la Strada statale 98. Nel quartiere vi è la parrocchia di Sant'Ottavio, dotata di oratorio e campo sportivo, costruita nel 1980 e affidata ai padri Sacramentini. Altri esempi di quartieri residenziali distanti dal centro di Modugno sono Porto Torres e Campolieto. Il primo sorge lungo la Strada statale 98 e il secondo si trova lungo la Strada statale 96 in direzione di Palo del Colle. Anche qui, si ravvisano le stesse problematiche degli altri quartieri distanti dal centro cittadino come le difficoltà logistiche e la scarsità di infrastrutture. Unica frazione di Modugno è Capo Scardicchio. Si tratta di una borgata che sorge a 52 metri sul livello del mare, distante poco più di 2 km dal centro cittadino. Conta 308 abitanti. Economia Nel 2004 le aziende attive a Modugno erano 2.592, registrando un lieve incremento rispetto all'anno precedente. Sul territorio comunale modugnese sono presenti circa il 2% delle aziende operanti nella Provincia di Bari, e sono generalmente realtà economiche di medie-piccole dimensioni. Il settore del commercio, all'ingrosso e al dettaglio, è al primo posto con 1029 aziende, segue il settore industriale e manifatturiero con 487 aziende e dal settore edilizio (294). Fanno registrare un forte incremento il settore dell'informatica, quello immobiliare e quello dei trasporti. Si registra, di contro, un'inflessione nel settore agricolo, della ristorazione, della mediazione finanziaria e monetaria, dei servizi. Nel 2005, nel comune di Modugno al 2005 si registrava una forza lavoro totale pari a 14.053 persone, con un tasso di attività del 45,4% ed un tasso di disoccupazione del 15,5%. Nello stesso anno, gli occupati presenti nel comune di Modugno rappresentano addirittura il 63,1% della popolazione totale residente. Il totale degli occupati nel Comune di Modugno ammonta a 24.000 unità. Di questi, poco meno del 60% risultano impiegati nell'industria, mentre circa il 40% sono occupati nel settore terziario. Il numero di lavoratori impiegati nel settore primario è poco rilevante. La Confartigianato locale, che associa 320 imprenditori, offre diversi servizi ed è molto attiva nella promozione della produzione modugnese. La C.A.G. (Cooperativa Artigiana di Garanzia di Modugno) conta 720 imprese associate e svolge il compito di creare convenzioni con istituti di credito, per agevolare i tassi d'interesse. Il Consorzio Coima è nato con l'obiettivo di creare l'Area Artigianale; ora si occupa di fornire servizi alle imprese artigiane modugnesi. La Confcommercio modugnese conta oltre 900 iscritti fornendo servizi di formazione professionale, assistenza sindacale e previdenziale, convenzioni con istituti di credito e di servizi. Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale (ASI) nasce nel 1960 per promuovere la creazione di nuove realtà industriali, artigianali e terziarie. Ne fanno parte Bari, Adelfia, Bitonto, Bitritto, Capurso, Giovinazzo, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Valenzano, Terlizzi, Triggiano. Agricoltura L'originaria vocazione agricola dell'economia modugnese si è rapidamente ridotta a partire dagli anni sessanta, lo sviluppo industriale della città e il rapido incremento demografico hanno sottratto all'agricoltura ampie frazioni del territorio modugnese. Dei 1381 ettari destinati oggi all'agricoltura, circa il 75% è destinato a oliveto: i cultivar di olive prevalenti sono l'Ogliarola (o Cima di Bitonto) e la Coratina, dalle quali si ricava un olio dal leggero retrogusto mandorlato derivante dalla vicinanza di colture di mandorlo. Dei tre frantoi operanti a Modugno, il frantoio sociale raccoglie il 90% della produzione locale, pari a circa 20.000 quintali. Le altre coltivazioni più diffuse sono quelle della mandorla (che interessa il 15% del suolo agricolo modugnese), dell'uva da tavola, della ciliegia e dei prodotti ortofrutticoli. Artigianato Il settore dell'artigianato modugnese è molto variegato ed è composto prevalentemente da aziende di piccola dimensione. Recentemente, il Consorzio ASI ha promosso la realizzazione di un polo artigianale, sulla provinciale Modugno-Bari, a ridosso del centro abitato, che ha contribuito alla nascita di molte nuove realtà produttive. La Zona Artigianale conta 119 lotti, ma è ancora in espansione. Denominata "Cittadella dell'Artigianato" è il vanto dell'artigianato modugnese. Nel 2004 risultavano attive, presso la Camera di Commercio di Bari, 718 imprese artigiane. Il settore è fortemente cresciuto dal 2000 quando si contavano 585 imprese. Crescono le imprese costituite in forma societaria, anche se rimangono molto più numerose (80%) le attività artigiane costituite su base individuale. Industria Nell'ultimo quarantennio la storia e l'evoluzione di Modugno sono state fortemente condizionale dall'espansione dell'area industriale di Bari che si estende per 1509 ettari, circa metà dei quali in territorio di Modugno. Negli anni settanta il comparto dell'industria manifatturiera di Modugno era costituito prevalentemente da aziende di grandi o medie dimensioni che facevano di Modugno il più grande centro urbano della Provincia di Bari per addetti in questa industria, secondo solo al capoluogo. Modugno è l'unico comune della Terra di Bari in cui il maggior apporto al valore aggiunto è dato dal settore dell'industria (54,4%) e non dal settore terziario. Questo dato identifica Modugno come il comune più industrializzato dell'area. La zona industriale costituisce un forte motore di sviluppo per Bari e l'hinterland, con le sue oltre 600 imprese che danno lavoro a più di 20.000 persone. Si tratta di un'area in cui convivono aziende piccole e piccolissime con grandi realtà produttive di rilevanza nazionale e internazionale che superano anche le 1000 unità lavorative. Esse operano nei settori più disparati. Il settore prevalente è quello dell'Industria metalmeccanica: sono presenti 57 imprese metalmeccaniche nella zona ASI fra cui anche grandi realtà industriali operanti nella produzione della componentistica per automobili, come apparecchi frenanti, cuscinetti, trasmissioni, motori diesel. Anche il settore delle costruzioni è molto rilevante e sono presenti realtà di medio-grande dimensioni. Commercio Il settore terziario rappresenta una quota del 45,2% del totale del valore aggiunto prodotto nel comune. L'offerta commerciale di Modugno è molto differenziata e conta oggi più di 1200 attività. Il mercato giornaliero, dal 2005, si svolge presso la nuova struttura del mercato coperto in via X marzo e conta una quarantina di operatori economici. Al mercato settimanale del venerdì espongono 180 operatori. Anche Modugno non è ri
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