Destinazioni - Comune

Luras

Luogo: Luras (Olbia-Tempio)
Luras (Lùras in sardo, Lùrisi in gallurese), è un comune di 2.715 abitanti della provincia di Olbia-Tempio nella regione storica della Gallura. È situato a oltre 500 metri sul livello del mare, nella zona della Gallura. Fa parte della III Comunità Montana "Gallura". Dista 95 km da Sassari. Pur essendo situato nel cuore della Gallura, ha conservato il sardo logudorese, un tempo parlato in tutta la zona ma da alcuni secoli sostituito dal gallurese, idioma di origine còrsa meridionale ed affine al dialetto di Sartène. Il toponimo Luras deriva dal latino lura, che significa otre o sacco. La denominazione nasce dalla fantasia dei locali che intravedevano nelle particolari rocce presenti forme di "otri" o "sacchi". Monumenti principali Dolmen Luras deve la sua importanza ai monumenti preistorici, in particolare i dolmen, esistenti nel centro abitato o nelle sue immediate adiacenze. Nell'ambito dei 78 esempi di dolmen sinora identificati nella Sardegna, infatti, Luras è il centro abitato maggiormente rappresentato, con ben quattro esempi: i dolmen di Ladas, Alzoledda, Ciuledda e Billella. Questi monumenti furono realizzati, a partire dal Neolitico recente (3500 - 2700 a.C.) come sepolture collettive e come luogo dedito al culto; esse si confrontano con gli esemplari delle regioni basca, catalana e francese, di Minorca e della Corsica. I luresi solevano chiamarli: “Sepulturas de zigantes o de paladinos”. In particolare: Il dolmen di Ladas; è costituito da una grande galleria coperta che misura 6 metri di lunghezza e 2,20 di altezza, coperta da due grandi lastroni e dotata di un'abside posteriore. La cella è divisa in due parti da un lastrone trasversale. La pietra di copertura posteriore – il secondo più grande esempio nell'isola - ha una superficie di circa 15 m². e misura ai lati m.4,80 X 3,42, con uno spessore di 45 cm.; apparentemente è stata lavorata e levigata nella parte inferiore. L'ingresso è alto m.1,20 e largo m.2,30. Le pareti sono formate da lastre ortostatiche (in posizione verticale) abbastanza regolari, affiancate da massi piatti disposti in posizione obliqua. Al suo interno sono stati rinvenuti alcuni frammenti ceramici senza particolari decorazioni, genericamente attribuiti all'epoca conclusiva della cultura di Ozieri (neolitico recente). Il suo target astronomico risulta analogo a quello della maggior parte delle strutture dolmeniche della Corsica, orientate verso il sistema Centauro/Croce/Mosca. In particolare, verso il sorgere di Alfa Muscae (la stella più luminosa della costellazione della Mosca, gruppo inferiore del sistema complessivo sopra indicato) nel 2.800 a.C..Ciò confermerebbe la datazione ricavata dai ritrovamenti ceramici già citati. Il dolmen di Ciuledda; ha pianta di forma semicircolare. È simile come tecnica costruttiva a quello di Ladas, ma in scala ridotta. Ha il vano sepolcrale a semicerchio e l'ingresso orientato a sud-est, la lastra superiore misura m.3,42 X 2,35, l'altezza totale del monumento è circa 90 cm.. Nel dolmen Ciuledda, come nel Ladas, sono stati trovati frammenti ceramici, senza decorazioni particolari, che permettono una datazione approssimativa al III millennio a.C. Il suo target astronomico è più preciso, e può essere riferito alla stella Rigel nel 3100 a.C. Il Ciuledda, quindi, è stato realizzato almeno tre secoli prima del Ladas, come dimostrerebbe anche la tecnica meno perfezionata rispetto al più maestoso dei dolmen luresi. Il dolmen di Alzoledda; è una struttura tombale di tipo semplice, di forma rettangolare con ingresso rivolto verso Est e camera trapezoidale. Le pareti laterali sono costituite entrambe da una lastra ortostatica sormontata da alcune pietre di rincalzo, mentre la parete di fondo è formata da un unico ortostato piatto quadrangolare che sporge dalle pareti per quasi mezzo metro. Ha una lunghezza di m 2,65, una larghezza di m 2,20 e un'altezza m 1,65 Il dolmen di Alzoledda è genericamente riferito alla Civiltà di Ozieri(3500-2700 a.C.). In tale epoca, nella direzione dell'ingresso della struttura, e, in particolare, intorno al 2825 a.C., sorgeva Alpha Crucis, cioè la stella più luminosa della Croce del Sud (che non è più visibile nell'emisfero settentrionale da circa tremila anni). Il dolmen di Billella; è anch'esso genericamente riferito alla Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.). Presenta pianta rettangolare e ingresso rivolto a Nord-Est. La parete di destra è costituita da un lastrone ortostatico rettangolare, quella di sinistra da due massi, parzialmente lavorati, poggianti sulla roccia naturale. Uno di questi è stato adattato artificialmente per l'inserimento del lastrone di copertura che è appiattito nella superficie inferiore e lasciato al naturale in quella superiore. Per tale caratteristica il dolmen è insolito e quasi senza confronti. Ha una lunghezza di m 2,50, una larghezza di m 1,40 e un'altezza m 0,80.. Il dolmen Billella presenta un target astronomico tuttora sconosciuto, addirittura opposto a quello dell'85% circa dei dolmen esaminati da Edoardo Proverbio e Pino Calledda, che sono orientati in direzione sud e sud-est. Il suo orientamento, infatti, è rivolto verso nord-nord ovest. Ciò potrebbe far supporre che, anziché verso il sorgere di una stella, o di un gruppo stellare, sia rivolto verso il suo tramonto. La struttura potrebbe anche essere rivolta verso qualche altra formazione naturale o artificiale, ma anche questa ipotesi rimane tutta da dimostrare. Olivastri millenari Nel territorio di Luras sono presenti degli olivastri millenari. In particolare in località Santu Baltòlu di Karana, presso la chiesetta di campagna dedicata a San Bartolomeo, è situato il più vecchio di questi olivastri, che dai luresi viene confidenzialmente e rispettosamente chiamato S'ozzastru. Esso presenta una circonferenza di 12 metri a circa m. 1,30 da terra ed è alto 8 metri. La sua età, secondo alcuni esperti, è stimata tra i 3.000 ed i 4.000 anni, risultando così uno dei più vecchi d'Europa. Nel 1991, questo "patriarca della natura", è stato dichiarato Monumento naturale ed inserito con decreto ministeriale, per la regione Sardegna, nella lista di "venti alberi secolari", uno per ogni regione italiana. Chiese Nostra Signora del S.S. Rosario La chiesa parrocchiale è dedicata alla Vergine del Rosario e, come si evince dalle date poste sulla sua facciata della chiesa, fu ricostruita tra il 1729 e il 1790. I documenti dell'archivio parrocchiale (Quinque Libri) dimostrano, peraltro, che era già edificata al più tardi nel 1694. Una più antica chiesa parrocchiale era ubicata nel rione detto S. Giacomo e dedicata appunto a S. Giacomo Apostolo; quest'ultima, ormai semi abbandonata, minacciante rovina ed esposta alle profanazioni, fu abbattuta nel 1765 per ordine del vescovo di allora Mons. Pietro Paolo Carta. All'interno della parrocchiale è possibile ammirare 3 dipinti di un certo pregio artistico: il primo raffigurante la Vergine del Rosario, dipinto manierista del XVII secolo; il secondo, la Pentecoste, dipinto di Antonio Caboni (1874), dono della famiglia Bardanzellu; il terzo, le Anime Purganti, dipinto di Giovanni Patrone del 1927. All'interno, inoltre, si conservano due pregevoli leoni in marmo, probabilmente residuati dall'antica facciata. Santa Croce Prospiciente la chiesa parrocchiale sorge la chiesetta di S. Croce, sede dell'omonima confraternita che cura le celebrazioni della settimana santa. Fu edificata nel 1677, come si evince da un'acquasantiera donata dall'allora priore Antonio di Feno. Per le feste natalizie vi viene allestito un suggestivo presepe vivente in costume tradizionale. San Pietro, centro storico. XVII secolo. Purgatorio, centro storico. Fine XVIII secolo. San Leonardo, chiesa campestre in località Silonis. Santa Maria delle Grazie, chiesa campestre in località Silonis. San Bartolomeo, chiesa campestre in località Karana. Musei Museo etnografico Galluras. Via Nazionale, 35/a. Fedelissima ricostruzione degli interni della tipica abitazione gallurese, con oltre 5.000 reperti datati dalla fine del Quattrocento alla prima metà del Novecento. Il museo è situato sulla via principale del paese in una struttura abitativa tipica dell'Alta Gallura, con caratteristica facciata in granito a vista e solai in legno, perfettamente restaurata. Tra i reperti più interessanti, il martello della femmina accabadora, figura ormai scomparsa della cultura sarda, per una pratica ante litteram dell'eutanasia. Collezione Forteleoni. Piazza del Rosario. Esposizione permanente delle opere in sughero di Tonino Forteleoni (Luras 1915-1996). Evoluzione demografica Abitanti censiti Etnie Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 168 persone (90 maschi e 78 femmine). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Romania 95 3,49% Marocco 53 1,95% Persone legate a Luras Giacomo Pala, (Luras, 1849 - Roma, 1927) avvocato, deputato dalla XX alla XXIV legislatura del Regno d'Italia. Filippo Addis, (Luras, 1884 - Sassari, 1974), scrittore e critico letterario. Giorgio Bardanzellu (Luras, 1888 - Roma 1974), avvocato e ufficiale pluridecorato nella prima guerra mondiale; deputato nella XXIX legislatura del Regno d'Italia e nella II e III repubblicana. Giovanni Giua (Sassari, 1895 - Roma 1997), di famiglia lurese e ivi residente per molti anni; ingegnere, colonnello di artiglieria, fu a capo dell'ufficio comando dei reggimenti di artiglieria aggregati al Corpo d'armata alpino dell'Armata italiana in Russia (1942-43). Lorenzo Forteleoni (Luras, 1912 – Sassari, 1975) politico, Presidente della Provincia di Sassari (1961-64). Tonino Forteleoni (Luras, 1915 - 1996), scultore del sughero, fratello del precedente. Mariano Pintus (Luras, 1916 - Roma, 1983), giornalista, deputato dalla II alla V legislatura repubblicana. Giovanni Antonio Meloni (Luras, 1926 - 2001), medico e microbiologo. Mavie Bardanzellu, (Luras, 1938) attrice teatrale e cinematografica. Sport Calcio La principale squadra di calcio della città è S.S. Lauras 1946 che milita nel girone B sardo di Promozione. I colori sociali sono: il nero ed il bianco. E' nata nel 1946. Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ http://www.gallurarcheologica.com/dolmen.html ^ a b c d Dimensioni risultanti dai cartelli didattici in situ. ^ a b c d Edoardo Proverbio, Pino Calledda, Rivista Italiana di archeoastronomia, Roma 2004. ^ Il museo della femina agabbadora [1] / ^ Collezione Forteleoni [2] / ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia Pietro Depperu, Vocabbolariu lurisincu: dizionario logudorese della parlata di Luras. Tempio Pausania: StampaSì, 2006 Antonio Murineddu, Francesco Muntoni, Luras, in Gallura: aspetti storici, geografici ed economici. Cagliari: Editrice sarda F.lli Fossataro, 1962 Pier Giacomo Pala, Antologia della Femina Agabbadòra - tutto sulla Femina Agabbadòra , 2010. Dionigi Panedda, A proposito dei due nomi geografici galluresi Luras e Celsaria in Bollettino dell'Associazione Archivio storico sardo di Sassari. vol.10, a.1984,n.10. Sassari: Gallizzi, 1984. Angela Antona Ruju, Luras, in I Sardi: la Sardegna dal paleolitico all'eta romana: guida per schede dei siti archeologici sardi. Milano: Jaca Book; Cagliari: 2D editrice mediterranea, 1984 Voci correlate Dolmen Lingua sarda Isola linguistica Ferrovia Nulvi-Tempio-Palau Lago Liscia Monumenti aperti Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Luras Collegamenti esterni La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna Museo Etnografico Galluras, il museo della Femina Agabbadora Collezione Forteleoni Museo dei dolmen La saga dei Bardanzellu
Immagine descrittiva - c
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