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Castelli Calepio

Luogo: Castelli Calepio (Bergamo)
Castelli Calepio (Castèi Calèpe in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 10.113 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia. Geografia Il paese è situato pochi chilometri a sud del Lago d'Iseo sulla sponda bergamasca del Fiume Oglio nella zona chiamata Valcalepio (dove si produce l'omonimo vino DOC). La distanza dal capoluogo di provincia è di circa 20 chilometri ad est. Il suo territorio è caratterizzato a nord dalle propaggini meridionali delle alture del Sebino che degradano verso sud nell'alta pianura fiancheggiata dal fiume Oglio. Frazioni Il comune è composto da quattro frazioni: Tagliuno, che è la sede del municipio, nella parte nord-ovest, Calepio a nord-est, Cividino a sud-est e Quintano a sud-ovest. È possibile raggiungere Castelli Calepio oltre che con le strade provinciali anche attraverso l'Autostrada A4 Milano-Venezia, l'uscita Ponte Oglio si trova sul territorio del comune. Dal punto di vista economico accanto all'antico e tradizionale sviluppo dell'agricoltura e soprattutto della viticoltura tipico di tutta la zona della valle, nel corso degli ultimi cinquant'anni si sono aggiunti importanti insediamenti artigianali e industriali: soprattutto bottonifici, aziende metalmeccaniche, produzioni di materie plastiche, pelletterie e tessile-abbigliamento; ben sviluppato rimane ancora il commercio al dettaglio nonostante la concorrenza della grande distribuzione. Storia Il primo nucleo abitato di Calepio era conosciuto sicuramente già al tempo dei Romani e risalgono all'Alto Medioevo, precisamente nel periodo carolingio, i primi documenti con riferimenti ad un Vico Castro Calepio e a Taliuno, dove, sempre in questo periodo vennero costruiti i due castelli: quello di Tagliuno dai conti Marenzi e quello di Calepio dai conti omonimi. Il toponimo di Castelli Calepio è relativamente recente, risale infatti al 1927, anno in cui ci fu l'accorpamento dei paesi di Tagliuno e Calepio con le frazioni in un unico comune. Di lontanissima origine è invece il nome antico, sembra che il nome Calepio derivi dal greco Kalon (bello, buono) ed èpion, interpretato come terra del buon vino. Il vecchio borgo medievale di Calepio è dominato dal castello originariamente costruito intorno all'anno 1000 dai feudatari del posto che dall'anno 1240 iniziarono a chiamarsi Conti di Calepio. Il castello venne poi ricostruito nel 1430 e vide le gesta del condottiero Trussardo da Calepio che, nella guerra tra i milanesi e i veneziani, scelse di allearsi con la Repubblica di Venezia sconfiggendo le truppe Viscontee. L'appoggio a Venezia fece guadagnare alla casata il decreto ducale del feudo su tutta la valle, rinnovato poi con un altro decreto nel 1662. Un famoso discendente di Trussardo fu Ambrogio da Calepio che elaborò il primo dizionario multilingue detto appunto "Calepino" del 1502. Un altro personaggio storico da ricordare è il cantante lirico di Tagliuno Ignazio Marini coetaneo di Giuseppe Verdi e molto stimato dal compositore che lo volle come interprete di molte sue opere. Evoluzione demografica Abitanti censiti Arte Dal punto di vista artistico oltre al già citato castello meritano di essere ricordati: a Calepio: il borgo medievale la chiesa cinquecentesca dedicata a San Lorenzo in stile gotico lombardo con tele attribuite a Gian Paolo Cavagna (Battesimo) e a Jacopo Palma il Giovane (Presentazione al Tempio). a Cividino: la chiesa Romanica di San Giovanni Battista fondata tra l'XI e il XII secolo. la chiesa parrocchiale. il Convento dei Frati Minori. a Tagliuno: Villa Marini, che fu la residenza di Ignazio Marini e attualmente è sede del Municipio la chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro Apostolo fondata nel 1621, modificata poi intorno alla metà del Settecento e ampliata nei primi anni del XX secolo; al suo interno opere di numerosi artisti tra cui Giovan Battista Moroni (Madonna con Bambino), Francesco Capella (l'Immacolata), Giovan Battista Caniana creatore del pulpito in legno, Carlo Innocenzo Carloni e Giovanni Antonio Sanz, autore della statua della Madonna delle Vigne. La decorazione a stucco dell'interno è opera di Muzio Camuzio. Ricorrenze e manifestazioni La festa patronale è diversa per ognuna della quattro frazioni in cui è diviso il comune: Tagliuno - Madonna delle Vigne il lunedì otto giorni dopo Pasqua Calepio - San Lorenzo Martire il 10 agosto Quintano - San Giuseppe il 1º maggio Cividino - B.V. Maria il 30 settembre La ricorrenza della Madonna delle Vigne (in dialetto Madóna dele gatole) risale al 1781: gli abitanti di Tagliuno l'anno prima avevano fatto un voto solenne impegnandosi anche per i discendenti a celebrare una festa in onore di Maria nel caso avesse liberato i vigneti dalla piaga dei bruchi (gatole) che li infestavano ormai da parecchi anni provocando gravi carestie, in effetti quell'anno i bruchi tornarono ma in quantità molto inferiore e non crearono gravi danni, quindi da quel momento a Tagliuno si festeggia questa ricorrenza. Un'iniziativa che si svolge ogni anno è Arte in Castello, il cui scopo è quello di far conoscere scultori e pittori contemporanei tramite una mostra allestita nel castello di Calepio. Amministrazione Prefisso: 035 (Tagliuno e Calepio), 030 (Cividino e Quintano) Sport Calcio La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Calepio F.C. che milita nel girone C bergamasco di 3ª Categoria. È nata nel 2007. Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia Luigi Brentani, Dizionario illustrato dei maestri d'arte ticinesi, I, Noseda, Como 1937. L. Angelini, Vicende e restauri della chiesa e convento di S. Nicolò ai Celestini in Bergamo, Bergamo 1939. P.G. Galizzi, La parrocchiale di S. Pellegrino dalle origini ai restauri del 1941, in Bergomum, 2, Bergamo 1942, 13. L. Angelini, Pareti, volte e soffitti nel Settecento bergamasco, in Rivista di Bergamo 1961. Edoardo Agustoni, Ivano Proserpi, Decorazioni a stucco del XVII secolo in edifici religiosi del Sottoceneri: cambiamenti, evoluzioni, ripetitività ed influenze, in Rivista Svizzera d'Arte e d'Archeologia, 46, 1989. Edoardo Agustoni, Ivano Proserpi, Decorazioni a stucco del Settecento nel Luganese e nel Mendrisiotto, in Arte+Architettura in Svizzera, Bollettino per i membri della Società di Storia dell'Arte in Svizzera, 3, 1995, 272-273. Luigi Pagnoni, Chiese parrocchiali bergamasche: appunti di storia e arte, Bergamo 1992, 324. S. Langè, G. Pacciarotti, Barocco Alpino. Arte e architettura religiosa del Seicento: spazio e figuratività, Milano 1994, 220. Paolo Mazzariol, I Camuzio di Montagnola. Stuccatori a Bergamo e nel Bergamasco, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Bergamo nella storia, nell’arte, nella cultura, nell'economia dal '500 ad oggi. Campionesi a Bergamo nel Medioevo, Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, 236-245 (con ampia bibliografia). Graziella Colmuto Zanella, La trasformazione della chiesa a metà del Settecento, in G. Spinelli (a cura di), Il Monastero di S. Benedetto in Bergamo (secoli XII-XX), III, Bergamo 2009. Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Castelli Calepio
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