Destinazioni - Comune

Campobello di Licata

Luogo: Campobello di Licata (Agrigento)
Campobello di Licata (Campubieddru o Campubeddru in siciliano) è un comune italiano di 10.358 abitanti della provincia di Agrigento in Sicilia. Geografia fisica Territorio Campobello di Licata è un comune collinare della provincia di Agrigento, situato su un altopiano della valle del fiume Salso a 316 m sul livello del mare. Il territorio, che ha un'estensione di circa 80 km²., confina con Ravanusa, Naro e Licata; la popolazione residente è di circa 10.281 abitanti; dista dal capoluogo di provincia 51 km. I suoi confini sono delimitati ad ovest dal torrente del Canale ad est dal torrente del Milici. Inoltre Campobello di Licata dista da Ravanusa solamente 4 km. Storia Età moderna Campobello di Licata fu fondata come borgo feudale nel 1681 da Raimondo Raimondetta, Barone di Campobello, che pagò duecento onze per comprare, da Carlo VI d'Asburgo e Carlo II di Spagna la licentia populandi per il suo feudo. Antecedentemente a tale data non si hanno notizie certe di nuclei di abitazione ma si conoscono i nomi dei baroni investiti dalla baronia di Campobello che non sembra avesse un vero e proprio centro abitato. La costruzione di nuovi villaggi era già cominciata con l'immigrazione albanese nel XVI secolo che, come si può desumere dall'elenco dei nuovi comuni, fu di tali proporzioni da trasformare la campagna siciliana. Il processo fu favorito anche dalla fuga delle popolazioni, dalla costa verso l'interno, a causa delle incursioni dei pirati, e dalle fattorie isolate verso i centri abitati, a causa del brigantaggio. Il Barone Fondatore di qualsiasi centro urbano, e quindi anche quello di Campobello di Licata, era titolare dei Mero e Misto Imperio, espressione per noi oscura, ma che racchiude in sé l'esercizio di tutti i poteri politico, amministrativo, fiscale, militare, giudiziario. La scelta del posto dove edificare fu facile. Esisteva nel feudo un poggio roccioso, con in cima una vasta spianata dove si trovava una masseria del feudo. Tale poggio era vicino a diverse copiose sorgenti d'acqua ed era attraversato da una diramazione della "Regia Trazzera" che passava ad oriente. Il Barone provvide subito alla costruzione della chiesa e della Castellania: la chiesa, l'attuale chiesa madre, fu dedicata a san Giovanni Battista. La facciata della chiesa guardava a ponente e costituisce in pratica il transetto dell'attuale. La Castellania era il complesso di costruzioni che servivano per i pubblici uffici e per la residenza del castellano, nominato dal Barone. Si trovava nell'attuale piazza XX settembre e fu demolita all'inizio del Novecento. Le case e i terreni erano gravati da canoni enfiteutici la cui riscossione è durata fino a qualche decennio fa. Il paese crebbe in fretta: dal 1690 al 1704 si celebrarono 32 matrimoni e già il censimento del 1710 registra 212 abitanti e 113 case. Le abitazioni erano di tre tipi: i palazzi per i maggiori proprietari e "galantuomini"; i caseggiati di varie dimensioni per i "burgisi", piccoli e medi proprietari, con vasti spazi interni per gli attrezzi e i carri; infine le case dei nullatenenti, dei braccianti: una o due stanzette in cui vivere in condizioni precarie sia per la promiscuità che per l'igiene. Buona parte dei primi abitanti erano coloni coltivatori con terre di proprietà che abbastanza velocemente si misero nelle condizioni di partecipare alle aste per la riscossione di dazi e gabelle, con conseguente accumulo di ricchezze ed il sorgere di grosse proprietà. Nel 1734 il Barone concesse a Campobello, borgo feudale, di costituirsi Comune: gli abitanti assumevano l'onere delle spese dell'amministrazione: parroco, giurati, medico, colletta, ecc. L'atto di obbligazione fu firmato da 48 notabili. Fu istituito il Decurionato, una specie di consiglio comunale che eleggeva il sindaco. I Decurioni rispondevano ancora al Barone, specialmente per la riscossione delle tasse e delle gabelle di cui erano direttamente responsabili. Nel 1778, per volontà di Ferdinando IV, anche l'amministrazione della giustizia passa nelle mani dei Decurioni. I baroni non possono più agire contro i propri debitori ne costringere i coloni a coltivare le terre di loro proprietà. Fu una reale limitazione del potere dei Baroni che, prima di quella data, era assoluto. In tutta la Sicilia si chiusero le prigioni baronali, i famigerati dammusi. Nel 1786 i campobellesi si riscattarono completamente dalla servitù feudale. Fu raccolta tra i cittadini, tra quelli che potevano, la somma di £. 13 onze e 10 tarì per pagare al Barone la reluizione dei mero e misto imperio. Età contemporanea Il secolo XIX è denso di avvenimenti. Pare fosse presente a Campobello la Carboneria e numerosi Campobellesi parteciparono ai moti del 1820, l'annu di lu ribellu: furono saccheggiate le case di dazieri e gabellieri. Nel 1860 il paese partecipò con sei "picciotti" all'impresa dei Mille: le vittorie garibaldine furono salutate da grandi manifestazioni popolari. Il primo sindaco "italiano" fu Carmelo Gerbino, eletto, insieme a 18 consiglieri, da 55 elettori. Nel 1892 Campobello partecipa ai moti dei Fasci Siciliani. Il leader locale era l'avvocato Nino Scuderi. Vi furono diverse manifestazioni e comizi con oratori di fama come De Felice, Drago, Garibaldi Bosco prima che la reazione del riberese Crispi stroncasse i Fasci con l'invio dell'esercito e con lo stato d'assedio. Nella seconda metà del secolo XIX vennero realizzate le strade rotabili Campobello – Ravanusa e Canicattì – Licata: queste nuove vie di comunicazione aprirono il territorio ad un'intensa ondata immigratoria favorita anche dall'apertura delle miniere di zolfo. La popolazione passò da 5821 abitanti nel 1861 a 12 mila nel 1901. Da ricordare l'arrivo di maestranze calabresi per la costruzione della ferrovia che si stabilirono a Campobello e che fino a qualche anno fa venivano indicati coi soprannomi di mussa luordi (musi sporchi) forse per l'abitudine di portare i baffi. Sono della fine del secolo XIX, ad opera soprattutto del sindaco Salvatore Ciotta, importanti opere pubbliche: fontanelle di acqua potabile, biblioteca, banda municipale, aule scolastiche, illuminazione a petrolio, la facciata della chiesa madre, l'orologio comunale, i marciapiedi delle strade, il cimitero e la villa comunale. Dal 1980 inizia a Campobello di Licata una grande ristrutturazione del centro abitato, vengono realizzati monumenti dall'artista argentino Silvio Benedetto e servizi e strutture di un paese moderno con visione coerente e stilisticamente unitaria. Monumenti e luoghi d'interesse Accedendo alla cittadina dalla S.S. 123 il turista viene accolto dal Murales dei 100 bambini che ricopre una delle scuole materne del paese e, passeggiando, può scoprire una dopo l'altra le diverse piazze (Togliatti, Tien An Men, XX Settembre, Aldo Moro, Martiri di Modena, Della Vittoria), trasformate in eleganti e monumentali salotti, all'aria aperta, frequentati da giovani e vecchi del luogo e, la sera, da giovani dei comuni vicini, attratti anche dai numerosi ed accoglienti locali pubblici sorti negli ultimi anni: pubs, pizzerie, ristoranti, bar. I monumenti tradizionali che possono essere ammirati a Campobello di Licata sono: La Chiesa madre San Giovanni Battista; La pavimentazione e i due bronzi della piazza XX Settembre, la piazza principale del paese; Il Palazzo Ducale, posto tra via Roma e via Umberto, unico esempio civile di architettura barocca del paese; Il palazzo La Lomia, recentemente ristrutturato; Il Murales della facciata del Municipio in piazza XX Settembre, raffigurante scene della vita e del lavoro contadino; La fontana Canale (1650), antico abbeveratoio collegato al torrente Canale, il quale, come già detto, delimita ad ovest la cittadina; Il monumento ai caduti nel Parco della Rimembranza, con al centro una colonna spezzata, sulla cui cima sono state poste due colombe bronzee, simbolo di pace; La "fontana delle Fanciulle" in piazza Aldo Moro; Piazza Tien An Men, con al centro un obelisco, in cui vi sono scolpite, una su ogni lato, delle citazioni di Dante, Goethe, Cervantes e Shakespeare, il Monumento al lavoro, costituito da vari strumenti in bronzo, tipici del mondo contadino, e il monumento delle Mani, simbolo della fatica del lavoro contadino; Il parco della Divina Commedia, grande parco in cui sono presenti 110 monoliti di travertino su cui sono state dipinte varie scene della Divina Commedia. Infrastrutture e trasporti La cittadina è raggiungibile dalla SS 123 attraverso 4 entrate, situate una a nord, due a est, e una a sud del centro abitato. È presente anche una stazione ferroviaria, in comune con il vicino paese di Ravanusa, posta sulla linea Caltanissetta Xirbi-Gela-Siracusa, ma che ormai è poco trafficata, Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Tradizioni e folclore Le tradizioni del paese sono legate ad antichi riti di origini agricole, talvolta con connessioni simboliche tra riti cristiani e altri riconducibili a quelli pagani dell'antichità. Prevalentemente trattasi di manifestazioni religiose. 19 marzo: San Giuseppe. "Tavole" di S. Giuseppe e sacra rappresentazione "Fuga in Egitto". Riti della Settimana Santa: Santi Sepolcri (Giovedì Santo), Via Crucis con i simulacri del Cristo con la Croce, l'Addolorata e San Giovanni (la mattina del Venerdì Santo); Processione del Cristo morto e Spartenza (la sera del Venerdì Santo); La Giunta (la mattina della Domenica di Pasqua). 24 giugno: Festa di san Giovanni Battista, patrono di Campobello; con processione del Simulacro accompagnato dalla banda musicale e giochi pirotecnici. Terza domenica di luglio: festa della Beata Maria Vergine di Lourdes, celebrata col Vespro solenne della vigilia,la messa solenne del giorno, processione del simulacro per le vie della parrocchia. Mese di agosto: La bella estate in una città d'arte della Sicilia. Appuntamenti musicali, teatrali, folkloristici, ricreativi, e culturali nelle belle piazze del paese. Terza domenica di agosto: festa della Madonna dell'Aiuto (in siciliano: La Bedda Matri di l'Aiutu). Celebrata con vespro, messa solenne, processione, spettacoli musicali, "rietina" (sfilata di carretti siciliani e cavalcature sfarzosamente addobbate per le vie del paese) e giochi pirotecnici 8 dicembre: festa dell'Immacolata. Vespro, messa solenne, processione, spettacoli musicali, vamparotti (grandi falò nella chiesa Gesù e Maria) e muffuletta. Cultura Cucina Campobello di Licata è anche un centro enogastronomico di notevole importanza: il suo piatto tipico è lu mpurnatu (l'infornato), un gustoso timballo di ziti (formato di pasta) con ragù, carne di maiale, cavolfiori, uova, pecorino ed altre essenze che sono il segreto della ricetta che si tramanda di madre in figlia. È tradizionalmente accompagnato dai vini locali prodotti in casa conservati nelle classiche botti di legno. Persone legate a Campobello di Licata Calogero Gueli, uomo politico del Partito Comunista Italiano e, successivamente, del Partito Democratico della Sinistra poi rinominato Democratici di Sinistra. Due volte Deputato all'Assemblea regionale siciliana e sindaco di Campobello di Licata numerose volte tra il 1968 e il 2006; Giuseppe Falsone, criminale membro di Cosa nostra; Luigi Giglia, parlamentare democristiano, questore della Camera dei deputati, sottosegretario in più governi (Leone, Moro, Andreotti). È morto a Roma nel dicembre del 1983; Marianna Li Calzi, magistrato e politico; Salvatore Muratore, Vescovo di Nicosia (fu vicario generale di Agrigento); Silvio Benedetto (artista); Economia L'attività principale del paese era l'agricoltura: grano duro, legumi, mandorli, olivi, uva. Prima che i vigneti fossero distrutti dalla fillossera nel 1883, Campobello era un grosso centro di produzione vinicola. Altre attività rilevanti, fino alla metà del secolo, furono le miniere di zolfo, che contribuirono a formare vaste maestranze operaie. Negli ultimi decenni del secolo XIX e fino agli anni settanta del XX secolo si manifesta un intenso movimento migratorio interrotto dalle due guerre: i Campobellesi emigrarono in tutto il mondo. Notevoli sono ancora le colonie dei Campobellesi a Buffalo (Stato di New York), Saint-Étienne (Francia), Desio (Lombardia). Dopo la seconda guerra mondiale si sviluppò un fortissimo movimento contadino che portò all'occupazione delle terre di molti feudi incolti: le terre furono lottizzate ed assegnate ai braccianti che si trasformarono in piccoli proprietari che in quegli anni aumentarono notevolmente di numero. Sono da ricordare l'introduzione, dagli anni settanta in poi, dalle colture intensive specializzate, in primo luogo l'ottima uva da tavola Italia. Questa coltura, anche se ridimensionata, caratterizza ancora oggi l'economia di Campobello che però possiede già una buona produzione di ortofrutta: pesche, mele, susine, peperoni, pomodori. Anche la coltivazione del vitigno Nero d'Avola ha avuto un'ampia diffusione nel territorio dagli anni 80 in poi, permettendo la produzione di un ottimo vino rosso che viene molto apprezzato sulle tavole sia italiane che estere. Amministrazione Altre informazioni amministrative Il comune di Campobello di Licata fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.4 (Colline del Salso e di Naro). Galleria fotografica Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2012. ^ Dato Istat al 30/11/2012. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008. URL consultato il 24 luglio 2011. Voci correlate Bifar, antico castello distrutto dal sisma del 1693 Solfara Giammaccarrone Solfara Virdilio Stazione di Campobello-Ravanusa Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Campobello di Licata Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Campobello di Licata Collegamenti esterni Una foto estemporanea al giorno - Webcam -Diario di uno zolfataro - detti famosi - soprannomi etimologia e traduzione italiana Buona parte delle notizie fin qui riportate in questo articolo sono tratte dal Sito ufficiale del comune di Campobello di Licata Sito ufficiale della rietina di Campobello di Licata Per una cronistoria di Campobello - IL LIBRO
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