Destinazioni - Comune

Brienza

Luogo: Brienza (Potenza)
Brienza è un comune italiano di 4.084 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata. Geografia Sorge a 713 m s.l.m. nella parte centro-occidentale della provincia al confine con la parte centro-orientale della provincia di Salerno. Confina con i comuni di: Sasso di Castalda (6 km), Satriano di Lucania (9 km), Atena Lucana (SA) (12 km), Marsico Nuovo (15 km), Sant'Angelo Le Fratte (16 km), Sala Consilina (SA) (18 km) e Polla (SA) (26 km). Dista 32 km da Potenza e 129 km dall'altra provincia lucana Matera. Storia L'origine di Brienza è quasi sicuramente longobarda: la radice burg (luogo fortificato), dal toponimo latino Burgentia, suffragherebbe tale ipotesi. Il primo nucleo sembra datare al VII secolo d.C. Il borgo antico si sviluppa soprattutto dopo il 1000, tutto intorno al castello. Colpisce il visitatore con il suo fascino immediato e misterioso che fa di Brienza uno dei centri di origine medioevale più interessanti del mezzogiorno. Il sacerdote Giuseppe Paternoster (1823-1888), raccontando in uno scritto le vicende del luogo dove era nato, osservava che "malagevole, per non dire impossibile, si è l´origine del nostro Paese, essendo come quella di tante Città e Paesi del Regno ravvolta nei; misteri dell´antichità. Di Brienza non fa menzione scrittore alcuno; né vi sono tradizioni che ci guidano al vero. Il sito però ove trovasi edificato, quello che ora chiamasi antico Paese intorno al Castello, accenna a quel periodo di tempi procellosi, in cui le continue invasioni barbaresche costringevano i Popoli a ridursi in luoghi pressoché inaccessibili, per causare stragi e rapine. Secondo Giuseppe Gattini, Brienza veniva "nomata Burgentia e non si sarebbe alieni dal credere possa essere stato un accantonamento di terre burgansatiche ridivenute poi feudali, o semplicemente un borgo. È tra i pochi paesi della Basilicata che ha conservato la sua struttura architettonica di borgo medioevale. Uno studio comprensivo del periodo feudale è "The Continuity of Feudal Power: The Caracciolo Di Brienza in Spanish Naples", Tommaso Astarita, Cambridge University Press (CUP), 1991 (in Inglese). I marchesi Caracciolo di Brienza, erano un ramo di uno dei clan più antichi e potenti nel regno di Napoli, ed erano tra le cento più ricche famiglie feudali in quel periodo. Stemma La descrizione araldica dello Stemma è la seguente: "A forma di scuso sannitico con una fascia mediale riportante l'iscrizione "BRIENZA FEDELE", che divide lo stemma in due campi. In quello superiore tre torri su fondo azzurro alludono al Castello Caracciolo, mentre in quello inferiore due braccia con mani si stringono in segno di amicizia e solidarietà. Esso infine è sormontato da una corona marchesale". Onorificenze Si fregia inoltre del titolo di "Città", con Decreto del Presidente della Repubblica in data 07/11/2005. Monumenti e luoghi d'interesse Il Borgo Il borgo di Brienza si presenta con un modello ad avvolgimento centripeto avente per fulcro naturale il Castello Caracciolo, posto alla sommità di un colle sui pendii del quale si avviluppano e si divincolano in una miriade di prospettive fasci concentrici di case, abbarbicati precariamente alla roccia scoscesa. Alla fine di via Mario Pagano, dove anticamente era situata una delle porte di accesso, si inerpicano sul poggio due stradine, quella di Santa Maria a sinistra e di San Michele dei Greci a destra. Sul versante opposto, ove si accede per la "Portella" ancora visibile nella cinta muraria del Castello, brandelli di muri su viottoli ormai quasi del tutto cancellati testimoniano l'esistenza andata di quegli altri rioni che completavano il borgo: la Torricella, san Martino, San Sebastiano, Via Nuova, San Nicola e Santa Elisabetta. Più giù, verso il fiume, si alza ancora il perimetro dell'antichissima Chiesa di San Martino, probabilmente il primo centro di culto della "Burgentia Fidelis". Domina sulla confluenza di due torrenti (il Pergola e il Fiumicello) la torretta di guardia ("Trucedda" - torretta), all'estremità della cinta muraria che sale fino alla torre circolare del Castello, posta a nord. Architetture religiose Chiesa dell'Annunziata Chiesa ad unica navata dalla volta affrescata con l'immagine di Gesù Cristo e dei quattro Evangelisti. Risalente al 1571 e già appartenuta ai Padri Minori Osservanti, è opera di Cafaro Pignoloso di Cava dei Tirreni, attivo pure a Marsico Nuovo, ove eresse il palazzo di don Francesco Santomango. Due altari marmorei laterali furono della famiglia Caracciolo e ne portano lo stemma gentilizio. Sull'altare maggiore è un dipinto su tavola, raffigurante la Deposizione e sui dieci altari laterali le statue dei santi. Fra le opere un pulpito ligneo del 1735, di Antonio la Sala di Potenza, con confessionale sottostante, ed un coro a 29 stalli alle spalle dell'altare maggiore. Chiesa Madre di Santa Maria Assunta Nelle vicinanze del Castello è la Chiesa Madre dell'Assunta, probabilmente risalente alla fine dell'Xl secolo, fortemente rimaneggiata a seguito dei terremoti del 1761 e 1857, quando furono aggiunti l'ampio sagrato e la cripta per la sepoltura del clero. Costruita fra l'XI ed il XII secolo, si presenta con linea sobria. L'interno si presenta diviso in tre navate (ma originariamente potrebbe essere stata una sola), con un prezioso altare maggiore bicromo con decori in oro. Nella navata sinistra è posto un secondo altare, del 1729, arricchito da un paliotto a motivi floreali. Di un certo interesse è il coro ligneo a 38 stalli, risalente al 1769, e la cantoria finemente lavorata e arricchita di un organo. Sul fonte battesimale - un'acquasantiera in pietra lastricata - troviamo scolpito lo stemma della famiglia Caracciolo. Chiesa di San Michele dei Greci La Cappella di S. Michele Arcangelo, detta dei Greci perché adibita al rito ortodosso, è ad unica navata, in pietra rettangolare, all'interno contiene un unico altare e un ciclo di bellissimi affreschi di difficile attribuzione. Chiesa del S.S. Crocifisso A monte dell'abitato è posta la Chiesa del SS. Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al 1237, sebbene studi più recenti l'abbiano datata a non più di quattro secoli fa. Si tratta di un piccolo edificio ad unica navata che conserva, al suo interno, alcuni affreschi del 1700. Di sicuro impatto per il visitatore è la sua posizione, su un'altura che domina l'intero corso del Melandro, in un'area circondata da boschi che si anima durante le celebrazioni del SS. Crocifisso.Vi si può godere un panorama assai suggestivo.(S.S. n.95 - Direzione Atena Lucana - Bivio al Km. 3) Architetture militari Castello Caracciolo Assegnata da Federico II a Gentile de Petruro e, successivamente, dagli Angioini ai De Poncellis, dal XV sec. Brienza legò strettamente la sua storia alla famiglia dei Caracciolo che si insediarono stabilmente nel castello, ampliandolo. L'ultimo vero feudatario fu, nel 1700, Litterio Caracciolo che si adoperò molto per il paese: arricchì la rocca di numerose opere d'arte, e rifondò, nel 1788, il “Monte del S.S. Rosario di Brienza”, istituzione benefica che aveva lo scopo di assistere i poveri del luogo, cui forniva medicamenti gratuiti, assicurando quattro maritaggi all'anno. Istituì altresì la Scuola Normale per l'insegnamento ai bambini di ogni ceto sociale. La rocca era, forse, un'antica fortezza angìoina di cui rimane traccia nel mastio cilindrico, che emerge dalla massiccia mole, e nella semitorre circolare, situata al centro della cinta muraria per interrompere l'uniformità della cortina e assicurare una più efficace difesa: nel Medioevo si presentava protetto, secondo il metodo delle fortificazioni longobarde, con le case addossate le une alle altre, che costituivano una valida difesa da eventuali attacchi nemici. Una scalinata in pietra, a cielo aperto, conduce ad un terrazzo a terrapieno posto davanti all'ingresso principale. Un'antica tradizione attribuisce al castello 365 stanze, una per ogni giorno dell'anno. I Caracciolo, con alterne vicende, rimasero proprietari dei feudo e del castello fino al 1857, anno in cui l'ultima esponente della famiglia, Maria Giulia, lo lasciò in eredità al nipote Luigi Barracco. Iniziò da questo momento la lenta decadenza del maniero; infatti, alla morte del Barracco, il feudo passò a vari feudatari e amministratori che si disfecero, con una serie di vendite, dei beni rustici lasciando in completo abbandono il castello (fortemente danneggiato dal sisma del 1857). L'ultimo proprietario, il De Luca, lo donò, infine, a Francesco Mastroberti, il quale cominciò a vendere quanto di vendibile rimaneva nell'antica costruzione per mantenere i suoi 18 figli in un paese che non aveva ormai più niente altro da offrire. Il maniero, che all'inizio dei 1900 era stato dichiarato di interesse storico, subì, in seguito al terremoto del 1980, il crollo della parete est e della parete sud. Attualmente in fase di radicale restauro, sono stati potati alla luce e recuperati le originarie pavimentazioni di numerosi ambienti e ritrovate varie statue, in pietra dura locale, poste in Municipio, in attesa di restauro; durante l'Estate, Il borgo antico e il Castello sono lo scenario e i soggetti principali di numerose manifestazioni e rievocazioni, tra le più importanti della regione, che continuano ad attrarre migliaia di visitatori. Altro Il Chiazzino Situato dove era l'accesso principale del borgo, vi si può ammirare il portale più bello del paese. Partendo da questo punto, ci si inerpica per le fitte stradine della rocca prima di raggiungere il castello. Da visitare: la chiesa di S. Maria Assunta(XII sec.), la Torricella, la cappella di S. Michele dei Greci (XII sec.), la chiesa di S. Martino (XI sec.). Via degli Archi Il borgo è un succedersi interessante di antri e piccoli tuguri scavati nella roccia, di modeste abitazioni e di qualche più signorile costruzione. La via degli archi ne è uno degli angoli più accattivanti: archi poveri e stretti che si rincorrono su un budello in cui si riesce a stento a conservare la linea del cielo e che culmina in una piazzetta scoscesa dove le case sembrano la proiezione necessaria della roccia. Piazza del Municipio Al centro della piazza campeggia il monumento bronzeo (inaugurato nel 1890), a Francesco Mario Pagano (Brienza,1748-1799), giurista, filosofo e martire della Repubblica partenopea. Sullo sfondo si ergono il convento dei Frati Minori Osservanti (Opera di Cafaro Pignoloso-1571), oggi sede municipale, e l'annessa chiesa dell'Annunziata, coeva. Il 12/03/2011 è stata inaugurata "Piazza dell'Unità d'Italia". Aree naturali Gran valore dell'intera comunità Burgentina è il suo immenso patrimonio ambientale, paesagistico e faunistico: trovandosi in una posizione strategica (è il punto di incontro tra la Val d'Agri, la valle del Melandro e confinante con il Val di Diano), il comune Burgentino è arricchito da un patrimonio boschivo che copre oltre l'80% dell'intero territorio, con la presenza di una sorprendente varietà di specie biologiche e zoologighe, che vanno dai grandi boschi di Faggio, presenti soprattutto sul monte San Gennaro (1012 m), alle varietà di querce sparse su tutto il territorio (cerri, querce secolari, roverelle), fino al castagno, che dà il nome a una famosa località, ai piedi del Monte del S.S. Crocifisso, denominata, appunto, Castagneta. Di gran valore paesagistico è la località Lago, Faggeto a 1400 metri di altitudine, di bellezza entusiasmante e selvaggia, regno del silenzio e ricco di aria purissima.(S.S. 598-Direz. Atena Lucana- Uscita Pozzi - proseguire per 5 km), con aria pick-nik attrezzata, e fonte di acqua purissima, che sgorga direttamente dalle rocce. La Roverella La Roverella è una quercia ultrasecolare (la sua età è stimata tra i quattrocento e i mille anni), situata in uno degli scorci più suggestivi del territorio burgentino, ad oltre 1000 metri di quota: essa rientra nelle prime venti piante più grandi d'Italia e, per abbracciarla completamente, ci vogliono più di sette persone; questo maestoso monumento è stato vittima di un tentativo di incendio, nel 2009, e per questo motivo è stata recintata con una staccionata, che permette, inoltre, l'ingresso in una'area pick-nick antistante. R' Tnedd Altra zona interessante e caratteristica è sicuramente la zona denominata in dialetto burgentino "Tnedd": l'etimologia del nome deriva dalla locuzione "tnedde", che non erano altro che dei tini, dove si conservavano acqua o vino, ed essa è stata denominata in questo modo proprio perché il letto pietrificato del fiume, eroso dall'incessante lavorio dall'acqua, presenta dei grandi buchi, dove, appunto, si raccoglie l'acqua, creando piccole isolette di pietra che spuntano dal letto del fiume. L'estate, nel periodo di secca del torrente Pergola, è il momento perfetto per andarci, dato che in autunno e in inverno esso è in accessibile per via delle fortissime piogge e delle conseguenti numerose piene. Infine, punto ideale per osservare tale caratteristica aerea di Brienza è il lato est del Borgo e del castello Caracciolo, con la parte più antica del Paese, il rione Torricella. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Frazioni Del comune di Brienza fanno parte le frazioni di: Pergola (4,89 km) La frazione di PERGOLA dista 4,89 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°26'34"N - longitudine 15°39'16E Altitudine: 887 metri s.l.m. Acqua dei Salici (6,70 km) La frazione di ACQUA DEI SALICI dista 6,70 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'40"N - longitudine 15°35'2E Altitudine: 554 metri s.l.m. Braide (7,57 km) La frazione di BRAIDE dista 7,31 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'41"N - longitudine 15°33'43E Altitudine: 745 metri s.l.m. Popolazione: 40 abitanti Case del Monte (6,55 km) La frazione di CASE DEL MONTE dista 6,55 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'15"N - longitudine 15°35'17E Altitudine: 548 metri s.l.m. Cesinale (3,43 km) La frazione di CESINALE dista 3,43 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'30"N - longitudine 15°39'10E Altitudine: 757 metri s.l.m. Chiuse (1,58 km) La frazione di CHIUSE dista 1,58 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'47"N - longitudine 15°38'44E Altitudine: 783 metri s.l.m. Noce del Monte (7,36 km) La frazione di NOCE DEL MONTE dista 7,36 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°31'19"N - longitudine 15°34'50E Altitudine: 640 metri s.l.m. Pisciolo (6,05 km) La frazione di PISCIOLO dista 6,05 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°30'44"N - longitudine 15°35'23E Altitudine: 642 metri s.l.m San domenica (1,23 km) La frazione di SAN DOMENICA dista 1,23 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'58"N - longitudine 15°38'8E Altitudine: 729 metri s.l.m San Giuliano (1,01 km) La frazione di SAN GIULIANO dista 1,01 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'59"N - longitudine 15°38'16E Altitudine: 785 metri s.l.m. Schiavi(6,00 km) La frazione di SCHIAVI dista 6,00 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°28'32"N - longitudine 15°34'19E Altitudine: 906 metri s.l.m. Popolazione: 11 abitanti Taverne (3,45 km) La frazione di TAVERNE dista 3,45 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°27'36"N - longitudine 15°36'6E Altitudine: 891 metri s.l.m. Visciglieta (5,15 km) La frazione di VISCIGLIETA dista 5,15 km dal Comune di BRIENZA (PZ) Coordinate: latitudine 40°26'29"N - longitudine 15°39'33E Altitudine: 826 metri s.l.m. Tradizioni e folclore La leggenda di Bianca da Brienza Verso la metà del Trecento viveva, in lusso sfarzoso, nel castello di Brienza una bellissima donna di nome Bianca. Ella era solita dare delle feste alle quali si presentava vestita solo dei suoi gioielli, verso i quali aveva un attaccamento morboso. Si narra che il "suo tesoro" fosse custodito in una stanza segreta la cui ubicazione era conosciuta solo da Bianca e dalla sua fedele ancella. Durante un viaggio verso Amantea, Bianca e il suo seguito furono catturati dai pirati e condotti ad Algeri per essere venduti come schiavi. Un pascià, vista la bellissima Bianca, se ne invaghì e la condusse con sé nel suo palazzo come favorita. Da quel momento non si è saputo più nulla né della bella Bianca, né del suo fantastico tesoro, rimasto rinchiuso nella segreta e mai più ritrovato. Nel 1644 il castello fu "teatro" di un'altra intricata vicenda. Proprietario del castello era il marchese Rodolfo, costretto per necessità finanziarie a cedere il castello e il podere circostante al barone Tiburzio, che gliene lasciava provvisoriamente l'uso. Rodolfo, innamorato di Clorinda, sua pupilla e ospite (a sua volta innamorata del fattore Eugenio) dopo aver appreso dal suo confidente Enrico di un incontro amoroso tra Clorinda ed Eugenio, adirato, scacciò Eugenio. Costui rivelò di essere in realtà il barone di Laurente, incaricato dal fratello di Clorinda, in cambio della sua mano, di scoprire come Rodolfo la trattasse, avendo avuto sentore del fatto che il marchese aveva dissipato tutte le sostanze della sorella ed era pieno di debiti. Enrico consigliò il marchese di sopprimere il finto Eugenio, ma, nel duello che ne seguì e che si svolse tra il confidente ed Eugenio, fu Enrico ad avere la peggio. Ciorinda ed Eugenio si sposarono e perdonarono al marchese tutte le sue malefatte. Queste storie, leggendaria la prima, tratta da dramma lirico "Rodolfo da Brienza" (dramma in tre atti, ambientato nel castello di Brienza e privo di fondamento storico; su libretto di Domenico Bolognese e musica di Achille Pistilli, fu rappresentato per la prima volta nel Real Teatro del fondo di Napoli nel 1846) la seconda, ci introducono nel castello di Brienza, oggi ridotto a rudere ma un tempo palpitante di vita e di più o meno grandi drammi esistenziali. Cultura Cucina Tra i primi piatti si consiglia la pasta fatta in casa: fusilli, orecchiette, cavatelli, ravioli, sigarette, lagane, insaporiti, secondo la tradizione con sughi alla carne e una spruzzata di ricotta salata. Particolarmente gustose sono le minestre di verdure e legumi di produzione locale. I secondi: squisite e genuine carni di agnello, capretto, coniglio, vitello, maiale. Di grande pregio e qualità è la selvaggina cacciata nei lussureggianti boschi burgentini, in special modo cinghiali, lepri e cacciagione da penna (quaglie e beccacce). Nei due ruscelli che attraversano il comune di Brienza (torrente Fiumicello e torrente Pergola), assai apprezzata è la pesca di trote e baffi. Ottimi i funghi: dal pregiato Porcino e Mazze di Tamburo, passando per ricercatissimi Ovuli e i gustosi Prataioli, fino ad arrivare al Cardarello(Gadd'tiedd) e alle "Manuzze" . Caratteristico il tartufo nero di Brienza ("Scorzone"). Rinomata la produzione casearia: mozzarelle, caciocavalli, provoloni, burrini, toma, ricotta (fresca e salata). Vero oggetto di culto sono gli insaccati: salsicce, soppressate, capicolli, pancette; di grande qualità Guanciali e "Spicchj'nzan", una sorta di speck dalla forma di insaccato. L'uccisione del maiale è, nonostante gli anni, un vero e proprio rito: si invitano ancora le persone più care, è una festa, spesso nelle campagne si balla e si canta. E di questo mite, rubicondo animale si usa tutto; molti cibi, infatti, sono qui preparati con sugna o lardo ma ugualmente il sapore è delicato. Eccellenti per fragranza i prodotti da forno: pane, biscotti, freselle, taralli, spesso insaporiti con semi di finocchietto selvativo. Attenzione speciale merita il pregiatissimo miele, con la presenza e la produzione, da parte di privati e aziende, totalmente artigianale. La pasticceria è ricca e varia durante le festività di Natale e Carnevale. Piatti tradizionali Zuppa di farro alla Contadina: farro e legumi poveri cotti e insaporiti con erbe selvatiche e spezie. Frittata con i "Lampascioni", asparagi selvatici e germogli di "vutacchie". "P'zent" con Verza: per "P'zent" si intende un tipico insaccato locale, simile alla salsiccia, così chiamato perché fatto con carni innervate (ritenute di qualità inferiore) e cotica: esso, insieme alla Verza, viene fatto cuocere accanto alle braci del camino, in un tipico recipiente di terracotta, la "Pignata". Da mangiare molto caldo e insaporito con pepe e aglio. "Acquasale": ricetta povera della tradizione, semplice nella preparazione e al contempo gustosissima. In un tegame mettere insieme l'olio, l'aglio e il peperoncino, indi aggiungere l'acqua e portare ad ebollizione. Chi vuole può aggiungere un uovo per porzione, il tutto da versare su fette di pane raffermo, con una bella spruzzata di ricotta salata. Pizza con le cipolle e Pizza "Chiena" : pizze rustiche salate, rispettivamante natalizia e pasquale, fatte, la prima, con cipolle (preferibilmente con gli "Spunzal", germogli teneri di cipolla) e la seconda con impasto di formaggio e toma di capra, uova e sopressata. Eventi Fucanoie Falò rionali con balli e gastronomia tipica. 19 marzo (S. Giuseppe), 25 marzo (S. Annunziata) Domenica delle Palme La notte che procede la domenica delle palme diviene lo scenario per i giovani del paese per consumare le proprie vendette o per le proprie dichiarazioni amorose: con l'ausilio dell'oscurità, l'amante respinto deposita davanti all'abitazione della ragazza un fascio di "Fav'lop", pianta ranuncolare, di discrete dimensioni, maleodorante, che abbonda nei boschi intorno al centro abitato; tale gesto è simbolo di rammarico e di disprezzo, ma spesso è compiuto con intenzioni scherzose. Un tempo, per indicare una forte volontà di amore nei confronti della propria ragazza, il fidanzato depositava un folto ramo d'ulivo dinanzi la porta della sua bella, intrecciato con nastri e fiori, ed essa, come forma di accettazione e di pegno, raccoglieva tale ramo e lo faceva essiccare, per poi bruciarlo nel giorno delle Palme dell'anno successivo, per trarne gli auspici, favorevoli o meno al matrimonio. Festa del SS. Crocifisso Di particolare interesse le sacre rappresentazioni dell'Incontro e del Volo dell'Angelo. I domenica di maggio e III domenica di settembre. Festa di San Cataldo Patrono del paese 10 maggio Estate Burgentina Manifestazioni di cultura e spettacolo a cura della Pro Loco nei mesi estivi Notti al Castello Visite giudate per le vie del Borgo Medioevale e nel Castello Caracciolo (uno dei più antichi e imponenti del Meridione), con concerti, rievocazioni storiche e antichi mestieri. Le ultime edizioni hanno avuto come titolo "Anni ribelli 1967/1977 - Dieci anni di inquietudine" ed ha visto la partecipazione di circa 10.000 visitatori. Durante le date di svolgimento della manifestazione, è possibile visitare il Castello Caracciolo, chiuso negli altri periodi dell'anno. Persone legate a Brienza Mario Pagano, giurista, politico, patriota Francesco Saverio Bruno, giurista Luigi Ferrarese, psichiatra Cataldo Jannelli, filosofo e archeologo Francesco Caracciolo, ammiraglio Benedetto Conforti, giurista e giudice emerito della Corte suprema dei diritti umani Carlo Molfese, impresario e attore Domenico Pellegrini Giampietro, ministro delle finanze nella R.S.I. Urbanistica Sul versante opposto del colle è la parte più antica del paese, risalente al VII secolo, abbandonata a seguito del terremoto del 1857, dove è possibile ancora distinguere resti di mura a delimitazione del perimetro della Chiesa di S. Martino (o delle Grazie), dell'XI secolo. Di fianco alla torre, posta a guardia dell'estremità del muro di cinta giusto a strapiombo sul torrente Pergola, è la porta detta appunto Torricella, che introduce al rione di S. Michele. A monte dell'abitato è posta la Chiesa del SS. Crocifisso risalente, secondo la tradizione, al 1237, sebbene studi più recenti l'abbiano datata a non più di quattro secoli fa. Si tratta di un piccolo edificio ad unica navata che conserva, al suo interno, alcuni affreschi settecenteschi. Amministrazione Sport Calcio La principale squadra di calcio della città è l'A.P.D. Brienza Calcio che milita nel girone lucano di Promozione. I colori sociali sono: l'azzurro ed il grigio. Note ^ Dati di riferimento alla superficie ^ Dato Istat - Bilancio demografico Anno 2013. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ C.C. COLLAZZO - A. CARBONE - M. COLLAZZO, Brienza il sortilegio della memoria, RCE Potenza 1988 ^ C.C. COLLAZZO, A. CARBONE, M. COLLAZZO, Brienza il sortilegio della memoria, RCE Potenza 1988 ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia Antonio PARENTE - Brienza 1850-1950 - memorie in bianco e nero, edizione RC Edizioni Napoli 2005 Antonio PARENTE - BIDIBU' Bianca di Burgentia - edizione RC Edizioni Napoli 2005 Voci correlate Comunità montana Melandro Collegamenti esterni Sito ufficio tecnico del comune di Brienza · Notizie da Brienza, dal Marmo Platano Melandro e dalla Basilicata - http://www.melandronews.it · Pagina FB - Notizie da Brienza, dal Marmo Platano Melandro e dalla Basilicata - http://www.facebook.com/MelandroNews Sito ufficiale del comune di Brienza APT Basilicata Pro loco Anniribelli Lagiara B&B BrienzaMeteo Repubblica edizione di Napoli
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