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Saracena

Luogo: Saracena (Cosenza)
Saracena è un comune italiano di 3.915 abitanti situato nella parte settentrionale della provincia di Cosenza in Calabria, confinante a nord con i comuni di Morano Calabro, San Basile e Mormanno, a est con Castrovillari, a sud con Firmo, Lungro ed Altomonte e ad ovest con Orsomarso. Il mar Ionio dista circa 45 km (lungo la SS 534), il mar Tirreno circa 60 km. Territorio Saracena è situata su una collina rocciosa che si sviluppa sul versante est della valle del fiume Garga ai piedi dei Monti di Orsomarso, questi ultimi appendice meridionale del Parco nazionale del Pollino. A pochi chilometri dal centro abitato si trova la Grotta di San Michele Arcangelo detta comunemente Grotta di Sant' Angelo, un'ampia cavità carsica che si apre a 750 m s.l.m. nella parete calcarea ad ovest del fiume Garga. Fra le altre risorse naturalistiche si annoverano il Monte Caramolo che con i suoi 1827 m s.l.m. è il punto più alto del territorio comunale, il Piano di Novacco, il Piano di Masistro, il Timpone Scifariello e il laghetto di Tavolara. La superficie territoriale è di 111,51 km², con una densità di 37 ab/km². Il territorio comunale risulta compreso fra i 92 ed i 1.827 metri s.l.m., con un'escursione altimetrica complessiva pari a 1.735 metri. L'Impianto Urbanistico L'antico nucleo del centro urbano si sviluppa nella parte sud dell'abitato a partire da circa 530 m s.l.m. ed è caratterizzato da un intricato dedalo di viuzze di concezione islamica, che si sviluppano verso nord fino ad arrivare alla vecchia casa comunale situata a circa 606 m s.l.m. Cenni Storici Si vuole che Saracena discenda dall'Antica Sestio, fondata dagli Enotrii, come riferiscono Strabone, Stefano di Bisanzio e Padre Fiore, nella sua “Calabria Illustrata”, (così parla di Saracena) “Terra antichissima è la medesima che già fiorì col nome di Sestio, edificata dagli Enotrii”. Secondo i calcoli del suddetto Padre Fiore, Sestio sarebbe stata fondata intorno al 2256 a.C., e nel 900 dell'era cristiana, venne conquistata dai Saraceni i quali vi fissarono la loro sede. Ma poco dopo, l'esercito imperiale di Costantinopoli assalì e distrusse la città. A ricordo di questa leggenda, raffigurata anche in un antico affresco sul frontespizio della cappella di S. Antonio e nella sacrestia di S. Maria del Gamio, nel timbro comunale e nel gonfalone di Saracena, viene raffigurata una donna che fugge, avvolta in un lenzuolo, con intorno la scritta: “Universitas terrae Saracinae”. Sviluppi e Dominazioni Il nuovo paese, sorto intorno al castello baronale, cinto di mura e fortificato con quattro porte (Porta del Vaglio, Porta S. Pietro, Porta Nuova e Porta dello Scarano), con l'arrivo dei Normanni, diventò dominio feudale. Il Feudo di Saracena, appartenne ai Duchi di S. Marco e poi ai Principi di Bisignano. Alla fine del Seicento fu acquistato all'asta pubblica dal Duca Laurenzana Gaetani, il quale, intorno al 1613, lo cedette ai Signori Pescara di Diano. Dopo la morte del Duca Pescara, avvenuta nel 1515, il Feudo di Saracena passò sotto il dominio dei Principi Spinelli di Scalea, dove vi rimase fino al 1806. Ma, il 14 agosto di questo stesso anno, per volere di Napoleone Bonaparte, fu emanata la legge eversiva della feudalità, con la quale questa veniva abolita. Monumenti Musei Pinacoteca comunale Alfano Si tratta di una buona collezione di dipinti e sculture. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Tradizioni e folclore Il santo patrono, San Leone, viene festeggiato due volte l'anno, il 19/20 febbraio e la seconda domenica di agosto. In occasione dei festeggiamenti della sera del 19 febbraio i saracenari partecipano all'originale fiaccolata che attraversa tutto il centro storico del paese. Durante la fiaccolata gli abitanti del paese rendono originale tale manifestazione con canti e balli popolari. La fiaccolata si conclude nella chiesa del santo patrono, dove tra canti e balli popolari si levano grida inneggianti al santo ("Viva Sant Liun'-semb' Sant Liun'"). Uscendo dalla chiesa ognuno ritorna al proprio "fucarazzo", grande falò che si accende in ogni rione del paese, intorno al quale si balla e si mangiano i "cannaricoli", dolci tipici, accompagnati da vino locale e dal rinomato moscato di Saracena. Economia In campo enologico, Saracena deve la sua fama in Calabria e in Italia alla produzione del Moscato di Saracena, un vino passito da meditazione dal caratteristico profumo ottenuto dai vitigni Malvasia, Guarnaccia e Odoacra. Il Moscato di Saracena è un presidio Slow Food. In località Piano di Novacco a 1.311 metri di quota, è stata recentemente riaperta una pista per sci di fondo, ed una struttura ricettiva con ristorante e alloggi. D'estate la località è sede di attività quali orienteering, trekking, campeggio, nonché pascolo ad alta quota. Persone legate a Saracena Filippo Di Benedetto (Saracena, 17 aprile 1922 - Buenos Aires, 3 settembre 2001), politico, sindaco di Saracena dal 1947 al 1949. Curiosità Il video della canzone Grande Sud di Eugenio Bennato diretto da Giuseppe Gagliardi, con la quale il cantante ha partecipato all'edizione del 2008 del festival di Sanremo e quello della canzone Italiani Superstar di Peppe Voltarelli sempre diretto dallo stesso regista, sono stati girati per le vie del centro storico di Saracena. Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2012. ^ Dato Istat al 31/08/2012. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Collegamenti esterni sito internet ufficiale del comune di Saracena sito internet, non ufficiale, dedicato alla cittadina
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