Destinazioni - Comune

Santa Croce Camerina

Luogo: Santa Croce Camerina (Ragusa)
Santa Croce Camerina (Santa Cruci Camarina in siciliano) è un comune italiano di 10 427 abitanti della provincia di Ragusa in Sicilia. Geografia fisica Santa Croce Camerina si trova a sud ovest di Ragusa, da cui dista 26 chilometri. Il comune si affaccia sul canale di Sicilia e confina con il solo comune di Ragusa dal quale è circondato. Storia Comune erede della colonia siracusana di Kamarina, fondata nel 598 a.C. e costruita sui colli antistanti il porto alla foce dell'Ippari. La fondazione avvenne da parte di ecisti siracusani e perciò di origine corinzia, Daskon e Menekleos, che guidarono i coloni, ed è testimoniata dall'emissione di una moneta con l'elmo corinzio e una palma mediterranea. Il porto fu costruito drenando la preesistente palude, da qui il nome della ninfa Kama(rina) ed il simbolo della rinascita con il Cigno. Da colonia di Siracusa Kamarina si affermò quale Polis autonoma e nell'anno 553 a.C. si ribellò alla città-madre coinvolgendo nella sua causa le vicine popolazioni sicule sue alleate. Durante il dominio esercitato dal condottiero Ippocrate di Gela venne ripopolata con coloni geloi nell'anno 495 a.C., ma il suo successore Gelone dei Deinomenidi la distrusse nel 485 a.C. per ampliare il suo potere a Siracusa. Nel 461 a.C. con la caduta dei Deinomenidi a Siracusa la Polis riacquistò la propria autonomia e libertà e aumentò la popolazione poiché diede la cittadinanza a molti esuli geloi. In seguito alla pace di Gela del 424 a.C. voluta dal siracusano Ermocrate a Kamarina venne assegnata da Siracusa come tributaria la polis siculo-ellenizzata di Morgantina, in cambio di una somma di denaro. Durante la guerra fra Atene e Siracusa, sembra che Kamarina avesse aderito alla causa ateniese, come pare testimoniato dai tipi di diverse emissioni di monete, ma poi si defilò quando ad Alcibiade venne tolto il comando dell'esercito ateniese. Durante l'avanzata dell'esercito punico guidato da Annibale nel 406-405 a.C., Kamarina venne nuovamente saccheggiata e distrutta. Kamarina rientrò nell'orbita siracusana durante il dominio di Dionisio il grande e prese parte alla simmachia di Dione nell'anno 357 a.C., quando questi con il suo esercito si portò alla conquista di Siracusa in potere del nipote Dionisio il giovane. Dopo avere subito altri rovesci venne restaurata da Timoleonte nel 338 a.C., ma i suoi commerci diminuirono progressivamente durante la guerra fra Agatocle e Cartagine. Fu saccheggiata dai Mamertini nell'anno 280 a.C.; poi fu occupata dai Romani; in seguito, poiché aveva aderito alla causa punica, venne severamente punita dai Romani nell'anno 258 a.C. con una distruzione quasi totale. Un villaggio di età repubblicana occupò soltanto il promontorio. Durante il periodo dell'Impero romano venne realizzato un nuovo porto nella vicina Kaukana (Punta Secca) e quindi la città venne progressivamente abbandonata dai suoi abitanti, che si spostarono nel nuovo porto e all'interno della Sicilia. Nell'area del tempio trasformato in chiesa persistette tuttavia un piccolo villaggio. Durante la conquista araba il sito di Kamarina venne saccheggiato. Nel periodo normanno il territorio di Santa Croce fece parte della contea di Ragusa e fu da Silvestro Conte del Marsico e signore di Ragusa donata nel 1140 al Monastero di Santa Maria la Latina di Gerusalemme, i priori del predetto monastro, caduta Gerusalemme nelle mani del Saladino, si trasferirono nel monastero di San Filippo d'Argirò oggi Agira e da quel monastero amministrarono per tutto il periodo medievale il vasto feudo di Sancte Crucis de Rosacambra. Santa Croce è l'unico comune della provincia di Ragusa a non aver mai fatto parte della Contea di Modica, essendo feudo ecclesiastico non fu sottoposto a decime e venne dato in affitto dagli abati di Santa Maria la Latina di Agira a nobili ragusani e modicani per brevi periodi. Nel 1458 fu affittata a Pietro Celestri, nobile modicano, che acquisì in perpetuo il vasto feudo di Santa Croce il 30 aprile 1470; Michele figlio di Pietro Celesti donò il feudo al figlio Pietro II il quale morì in battaglia a Ravenna nel 1512, pertanto il feudo pervenne al piccolo Giovanni Battista che rimase sotto tutela dei nonni paterni Pietro e Margherita Pancaldo. Avvalendosi di un testamento privo di valore legale, Donna Margherita si impossessò del feudo e lo trasmise per donazione al terzogenito Matteo Celestri e da ques'ultimo dato in dote nel 1534 alla figlia Bianca Celestri che andò sposa a Giovanni Bellomo, nobile siracusano, pertanto da questa data e fino al 1582 il feudo di Santa Croce fu in possesso dei Bellomo: ma a partire dal 1535 i Celestri avevano intentato causa ai Bellomo chiedendo la nullità della donazione fatta dalla nonna Margherita Pancaldo e morti Pietro III Celestri e Antonio Bellomo i figli di costoro, rispettivamente Giovan Battista II e Giovanni Cosimo pervennero ad un accordo e stilarono la transazione presso il notaio Antonino Occhipinti di Palermo il 23 dicembre 1580 per cui metà del feudo col nome di Santa Croce fu restituito ai Celesti e l'altra parte col nome di Risgalambro rimase ai Bellomo. Riottenuto parte del feudo, il barone Giovan Battista II Celestri, dottore in legge,incaricato dai Re di Spagna a ricoprire alte cariche pubbliche tra cui quella di membro del Supremo Consiglio d'Italia a Madrid, inoltrò la richiesta di popolamento del feudo richiesta che fu approvata dal re Filippo II di Spagna il 2 novembre 1598 e resa esecutiva nel regno di siciliua il 29 gennaio 1599 data oggi assurta come natale del comune. Del periodo classico vi sono testimonianze oltre che archeologiche in Pindaro (che dedicò le Odi Olimpiche IV e V a Psaumide, citate anche dal Tasso che le ebbe a leggere e commentare nella redazione dei Discorsi del Poema Eroico). Kamarina appare anche citata più volte in Erodoto e Tucidide, che riporta un'orazione di Ermocrate all'assemblea riunita a Camarina. Nell'anno 424 a.C. in seguito alla pace di Gela voluta da Ermocrate gli venne assegnata come Polis in simmachia Morgantina; quest'ultima ricchissima di prodotti (orzo, grano, olio, vino ecc.) attraverso la strada interna che si dipartiva da Menanoin e Akrai e costeggiava il fiume Hipparis utilizzava l'ampio porto per commerciare con le polis della Grecia. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Etnie e minoranze straniere Secondo i dati ISTAT del 31 dicembre 2009, la popolazione straniera residente era di 1 660 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate, in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente, erano: Tunisia, 969 – 9,87% Albania, 281 – 2,86% Romania, 205 – 2,09% Algeria, 116 – 1,18% Lingue e dialetti Oltre alla lingua ufficiale italiana, a Santa Croce Camerina si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea. Cultura I monumenti La Chiesa Madre, risalente al XIII secolo, è il monumento più importante di Santa Croce Camerina. Ristrutturata nel '700, ha l'interno a tre navate e conserva una copia della Madonna di Loreto del Caravaggio e una statua di San Giuseppe, patrono della città. Gli appuntamenti Il maggiore appuntamento di culto religioso e folcloristico è la festa del patrono San Giuseppe il 19 marzo, mentre la patrona Santa Rosalia è festeggiata a metà settembre. È tradizione preparare, per le famiglie devote al santo patrono, le tradizionali Cene di San Giuseppe, con banchetti stracolmi di primizie, dolci, piatti tipici, come voto di fede. Una delle occasioni di ritrovo si ha all'inaugurazione e alla conclusione della stagione estiva, nella località di Punta Secca, con l'ormai consueto Oscar del mare. Santa Croce Camerina in Letteratura Pindaro dedicò le Odi Olimpiche IV e V a Psaumide di Kamarina. Quelle odi sono anche citate dal Tasso nel suo trattato Discorsi sul Poema Eroico. Kamarina appare anche citata più volte in Erodoto e Tucidide. Leonardo Sciascia si divertì a collocarvi l'epilogo di "Il Lungo Viaggio" (da "Il mare colore del vino") Nel Gargantua e Pantagruele di Rabelais viene citata l'espressione "Ne move Camarinam!" a significare "Non smuovere le acque (della palude)!" probabilmente con riferimento al fatto che Kamarina fu fondata attorno ad una palude trasformata in fiorente porto commerciale dai coloni siracusani alla fondazione. Kamarina, la palude, la dea Kamarina è anche il nome della "Dea" della palude e compare nelle bellissime monete della colonia a cui la Royal Numismatic Society ha dedicato una splendida monografia. Economia L'economia della città è basata soprattutto sull'agricoltura di cereali, ortaggi, agrumi e olive; e sulla floricoltura di gladioli, garofani, tulipani e rose, coltivati in serre. Nell'allevamento è sviluppato quello del bestiame. Il turismo non è molto sviluppato. Geografia antropica Frazioni A pochi metri dalla costa si trovano le frazioni balneari di Santa Croce Camerina, che ogni anno sono caratterizzate da un intenso sviluppo turistico, soprattutto in estate. Essi sono: Punta Secca Casuzze Kaukana – Kaucana Punta Braccetto Il borgo marinaro di Punta Secca deve la sua recente popolarità alla fortunata serie televisiva della RAI Il Commissario Montalbano, tratta dai romanzi e racconti di Andrea Camilleri. La casa di mare del commissario è infatti situata, nella fiction televisiva, in una villetta nella piazzetta del borgo. Amministrazione Note ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30-06-2012 ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ Kamarina Coins (492-late 4C BC) Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Santa Croce Camerina» Commons contiene immagini o altri file su Santa Croce Camerina Collegamenti esterni The Coinage of Kamarina – Royal Numismatic Society L'orazione di Ermocrate all'assemblea di Camarina in Tucidide: "Qui sono uomini liberi!"
Immagine descrittiva - c
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