Destinazioni - Comune

Pessano con Bornago

Luogo: Pessano con Bornago (Milano)
Pessano con Bornago (Pesàn cun Burnàch in dialetto milanese) è un comune italiano di 9.128 abitanti della provincia di Milano, in Lombardia. Il comune ha un'area di 6,63 chilometri quadrati e fa parte del territorio della Martesana. Etimologia Il nome "Pessano" deriva forse dal nome di un proprietario fondiario Gentile romano o insubre romanizzato che ne possedeva i terreni, chiamato Pettius o Pettianus. La desinenza latina "-anum" denota una proprietà fondiaria, ed è tipica di paesi di origine romana. Il fatto che il nome sia Gentile può essere segno che Pessano sorse dopo la diffusione del Cristianesimo nell'Impero Romano e quindi dopo il II secolo d.C. Il nome "Bornago" invece può derivare da un altro proprietario Gentile di nome Burnus e la sua desinenza è "-acum", tipicamente celtica e che denota sempre una proprietà fondiaria oppure un luogo appartenente ad una persona (di norma al capovillaggio o capofamiglia). Può anche derivare da "bornìs" cioè dalla cenere incandescente e significare "paese bruciato", un po' come Busto Arsizio e può significare il fatto che il villaggio celtico (o successivo) fosse stato bruciato e proprio per questo fosse stata costruita la vicina Pessano. Il torrente che scorre nel paese, chiamato Molgora, deriva dal celtico "murg" che significa "fiume di confine". La località Valera, che comprende una cascina, è situata ad ovest del torrente tra i comuni di Pessano con Bornago e Carugate, pare che il suo nome derivi dal latino "vallis" ed è probabile che indicasse l'edificazione del piccolo villaggio in una zona pianeggiante oltre il Molgora. La Cascina Canepa prende forse il nome dalla canapa, che veniva coltivata e lavorata in paese assieme al lino già in età romana ma soprattutto a partire dall'età medievale, quando la cascina probabilmente venne edificata e a fianco della quale è ragionevole pensare che sorgessero davvero coltivazioni di canapa. Alternativamente la Cascina Canepa prende semplicemente il nome da una famiglia che vi risiedeva. La Cascina Castiona è certo che derivi il suo nome dalla famiglia Castiglioni che ne era proprietaria, ma la Cascina Bragosa deve molto probabilmente il suo nome a "brago" che in celtico significa "fango", perché costruita su terreni fangosi oppure dove precedentemente sorgeva una palude. La Cascina Bosco prende evidentemente il suo nome dalla vicinanza con i boschi che si estendevano in tutta l'Insubria. Geografia Pessano con Bornago è situato nella Pianura Padana, precisamente nell'alta pianura lombarda, nella Martesana al confine con la Brianza, che comprende invece la limitrofa Caponago. Si trova 18 km a nord-est rispetto al centro di Milano e circa 9 km a sud-est dal centro di Monza. La sua altitudine varia da 142 a 156 m s.l.m. e il centro si trova a 148 m. Il terreno, di tipo alluvionale e argilloso, si è formato in seguito al deposito di detriti da parte del fiume Adda, che oggi scorre 11 km ad est del paese e in seguito all'erosione delle Prealpi da parte dei ghiacciai del Quaternario che hanno trasportato le rocce triturate a valle. Anticamente infatti, le ultime lingue dei ghiacciai alpini si estendevano anche sul territorio dove ora sorge Pessano con Bornago. Il paese si trova inoltre su una linea immaginaria ovest-est al di sotto della quale i fiumi terminano il loro carattere torrentizio e placano il loro corso, allargandosi. Il duplice carattere del terreno che gli conferisce una grande capacità di assorbimento dell'acqua rende quest'area poco soggetta ad allagamenti ed inondazioni anche in seguito ad intense e prolungate piogge che a Pessano possono arrivare a 1.500 mm all'anno (con un range di 1.000-1.500 mm); ciò la rende più piovosa del capoluogo. Tuttavia la linea idrogeologica più importante per la geografia del paese è la linea delle risorgive (o dei fontanili), che si estende dal Monferrato sin nella provincia di Trieste. Pessano con Bornago si trova circa 5 km al di sopra di questa linea che distingue terreni più fertili e adatti alle colture a sud e terreni più aridi e meno fertili a nord. Tale fertilità è dovuta alla riemersione delle acque provenienti dai terreni morenici al di sopra dello strato argilloso e quindi al di sopra di quello ghiaioso. Ciò permette la coltivazione di alcune colture come il riso, una migliore crescita dell'erba (sino a cinque tagli all'anno) e la creazione delle marcite. D'inverno il fenomeno delle sorgive spesso impedisce alla neve di depositarsi e all'acqua stagnante di gelare, essendo la temperatura dell'acqua circa 10 °C, permettendo la crescita dell'erba e dunque maggiori possibilità di allevamento del bestiame per la produzione di latticini e di carne. Infatti, la zona del milanese a sud di questa linea che trapassa i comuni di Melzo, Pozzuolo Martesana e Cassano d'Adda è nota per la sua produzione casearia. Il paese non è particolarmente soggetto alle nebbie (solo 20-25 giorni all'anno) che invece sono molto più comuni (sino al doppio della frequenza) a sud della linea dei fontanili. Tutto ciò rende il terreno di Pessano con Bornago e dei paesi limitrofi a nord della linea delle sorgive potenzialmente meno produttivi rispetto ai corrispettivi a sud. Il territorio di Pessano con Bornago è attraversato per circa 3,5 km dal torrente Molgora, che nasce a Giovenzana, presso Colle Brianza, e termina nella Muzza, presso Truccazzano dopo 38 km di corso. Storia Epoca celtica e romana Il territorio intorno a Pessano con Bornago fu abitato dagli Insubri per almeno 500 anni prima della conquista romana della Gallia Cispadana e si collocava nella loro terra ricca di foreste, paludi e torrenti, l'Insubria. Gli Insubri erano un popolo di allevatori e cacciatori, si cibavano quasi esclusivamente di carne dato che i terreni disponibili erano pochi, poco produttivi essendo al di sopra della linea dei fontanili e loro stessi non erano un popolo particolarmente dedito all'agricoltura. I pascoli per il bestiame erano creati disboscando parte delle foreste di querce, betulle ed ontani che ricoprivano gran parte del territorio, l'acqua era abbondante dato che dentro il territorio di Pessano con Bornago scorre il torrente Molgora. La cacciagione nelle foreste era abbondante e costituita da cervi, cinghiali e da svariati tipi di uccelli, tra cui il fagiano, non mancavano però volpi e lupi. Non era conosciuta la tecnica dell'irrigazione, né la bonifica dei terreni paludosi. La vite fu importata solo dagli Etruschi che intrattenevano scambi commerciali con gli Insubri, i quali, come tutte le popolazioni celtiche stanziatesi in Italia, facevano gran consumo di vino a discapito dei parenti nordici che consumavano birra. Essi istruirono gli insubri alla coltivazione della vite sul rumpus, cioè maritata agli alberi lasciando i tralci lunghi, poiché la vite etrusca cresce bene solo se legata a sostegni, come ancora si coltiva da queste parti. Gli insubri, d'altronde, conoscevano già la vite selvatica ("labrusca", cioè la pianta che cresce ai margini dei campi), che in milanese corrente è "lambrusch", da cui poi derivò il nome del noto vino emiliano Lambrusco, prodotto però da vite etrusca. Quando i romani vi giunsero, notando l'estensione della coltivazione della vita etrusca, chiamarono quella pianta "arbustum gallicum", benché fosse stata importata dall'Etruria. Gli etruschi istruirono gli insubri anche sulla coltivazione a maggese del terreno. I villaggi degli insubri, abitati da poche famiglie e governati da un capofamiglia (da cui prendevano spesso il nome), erano distinziati più o meno allo stesso modo l'uno dall'altro ed erano costituiti da un nucleo centrale abitato circondato da pascoli ai cui margini si estendevano boschi. Nel 192 a.C. la Repubblica Romana, dopo aver allacciato scambi commerciali con l'Insubria, costituisce la provincia della Gallia Cispadana e inizia, come accadeva dopo ogni conquista, la suddivisione dei suoi terreni, compreso quello di Pessano con Bornago. Ciascun terreno veniva suddiviso dai gromari romani a partire dal centro di un paese rispettando il cardo (che si estendeva in direzione nord-sud) e il decumano (ovest-est) in quadrati di 710 metri per lato (uno jugero), cioè 50 acri. Le strade che corrispondevano al cardo e al decumano di ciascun paese erano rispettivamente la strata glarea e la strata terranea. Pessano con Bornago conserva ancora oggi resti evidenti della centuriazione romana e di entrambe queste strade. La strata glarea non è altro che l'odierna via Provinciale che collega Pessano con Bornago a Caponago a nord e a Gorgonzola a sud, ed ancora più evidente la strata terranea di Pessano corrispondente alle attuali Via Monte Grappa e alla Strada Provinciale 216 che collegano il paese a Carugate ad ovest e a Gessate ad est. Una seconda strata terranea, oggi meno evidente, passava per il decumano di Bornago e collegava il paese a Bussero a ovest e a Gessate ad est; corrisponde all'asse Via Guglielmo Marconi-Via Martiri della Democrazia-Via Kennedy. Molti campi di Pessano con Bornago sono solcati da rogge parallele a stradine sterrate; ebbene quelle rogge e quelle stradine spesso sono proprio i confini di ciascuna centuriazione. Le successive cascine della campagna pessanese sorgeranno proprio accanto al limite di ciascuna di esse, senza nessuna eccezione. L'attuale Strada per Cascina Canepa è uno dei lati dei quadrati sopra descritti, dopo duemila anni dalla centuriazione misura ancora circa 700 m. Alla fine di questa strada un secondo sentiero sterrato si diparte verso ovest ad angolo retto, fiancheggiato da una roggia. È interrotto da un campo dopo 640 m, ma basta coprire i restanti 70 m per ritrovarsi ai margini di un'altra roggia confluente nel Canale Villoresi che scende verso sud e dopo circa 700 m incontra di nuovo la strata terranea di Pessano. Tuttavia esistono molti altri esempi di centuriazione perfettamente conservata nelle campagne del paese. Quando successivamente si dovette costruire il Canale Villoresi per migliorare l'irrigazione dei terreni, lo si dovette fare rispettando la centuriazione romana, dal momento che i romani avevano calcolato perfettamente la pendenza altimetrica del terreno, così le stesse rogge che si dipartono ad angolo retto possono essere utilizzate come marcatori fedeli della centuriazione. La centuriazione ebbe come conseguenza la diffusione dell'agricoltura in tutta la zona con il conseguente parziale disboscamento. Venne introdotto l'aratro, il maggese, la potatura, nuovi tipi di colture, e l'agricoltura portò certamente con sé anche un aumento della popolazione, data la necessitò di avere un numero braccia congrue a svolgere tutti questi compiti. I villaggi insubri si trasformarono così in comunità agricole romana, generalmente controllate da un gentile. Modernità Il comune di Pessano con Bornago venne creato nel 1870 dall'unione dei comuni di Pessano e Bornago. L'idea era invero precedente, e risaliva a Napoleone che l'aveva già implementata nel 1809, salvo concepirla ancora più in grande, avendovi ricompreso anche Bussero. Durante gli anni della Resistenza a Pessano le milizie della Repubblica sociale italiana uccisero 7 partigiani; il tragico fatto di sangue viene ricordato come l'Eccidio di Pessano. Casa di cura Don Carlo Gnocchi Tornato dalla guerra, Don Carlo Gnocchi apre il suo primo centro per curare i mutilatini proprio a Pessano con Bornago, utilizzando un vecchio castello che era stato donato al comune di Pessano Con Bornago da un conte, e che è stato scelto per questo scopo. Persone legate a Pessano con Bornago Carlo Gnocchi, presbitero Evoluzione demografica Comune di Pessano 486 nel 1751 624 nel 1771 738 nel 1805 1819 nel 1809 dopo annessione di Bornago e Bussero 1129 nel 1853 1293 nel 1861 Abitanti censiti Amministrazione Note ^ [1] ^ Regio Decreto 9 giugno 1870, n. 5722 ^ Lombardia Beni Culturali ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia Boselli P., Toponimi lombardi, Milano, 1977. Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Pessano con Bornago
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