Destinazioni - Comune

Collinas

Luogo: Collinas (Medio Campidano)
Collinas (Forru in sardo, già Forru fino al 1863) è un comune italiano di 908 abitanti della provincia del Medio Campidano in Sardegna, nella regione storica della Marmilla. Storia La zona era abitata già in epoca prenuragica, come testimoniano resti di abitazioni di legno e frasche, in epoca nuragica, per la presenza di numerosi nuraghi, e in epoca romana, per la presenza di ruderi di una stazione termale. In epoca medioevale appartenne al Giudicato di Arborea, nel 1400 circa fece parte della contea di Quirra, e nel 1603 divenne un marchesato feudo dei Centelles. Nella prima metà del XIX secolo, con la fusione tra il Regno di Sardegna e il territorio di terraferma piemontese, Forru venne incorporata alla provincia di Cagliari. Toponimo Il villaggio originariamente si chiamava Forru, e solo il 24 gennaio 1863 il sindaco di allora, che era il giurista, filosofo e parlamentare Giovanni Battista Tuveri, propose di modificare il nome a causa di disguidi postali con il paese vicino, chiamato Villanovaforru. Furono fatte diverse proposte e alla fine si scelse Collinas per via delle colline che circondano il paese. Il nome Forru a sua volta veniva dal latino forum (perché appunto sorgeva in una piccola valle tra le colline), oppure da termini che indicavano i forni colà utilizzati per preparare le terrecotte o fondere i metalli. Alcuni abitanti del paese sostengono che il nome originario "Forru" potrebbe derivare dall'antico culto della Dea Fortuna (Fors-Fortuna) che i Romani praticavano in quei luoghi; infatti il monte che si trova di fronte all'abitato si chiama Monte Fortuna. Feste Principali Santa Maria Angiargia A circa tre chilometri dal paese, in una rigogliosa vallata di pioppi, olivastri e lentischi, esiste una chiesetta campestre dedicata alla Natività della Madre di Dio ed invocata col titolo di S. Maria Angiargia o anche Bagnaria. Questa chiesetta, la cui fondazione, secondo la tradizione, risalirebbe al secolo XII, in origine apparteneva a degli eremiti benedettini; ciò è probabile quando si pensi alla numerose donazioni che facevano i Giudici di Cagliari, specie Torchitorio, ai figli di san Benedetto. Nelle vicinanze del tempietto rurale si vedono ancora ruderi di antichi fabbricati che lasciano supporre non solo l’esistenza di un antico villaggio distrutto (Villaclara) ma anche di un monastero. Non molto lontano dalla chiesetta esiste un pozzo con delle nicchie laterali ove, secondo una graziosa leggenda, mentre un contadino ritornava col suo carro carico di legna, all’altezza dell’attuale fonte in cui si vedono le due nicchie, un ruota del carro si sprofondò nel terreno e, nonostante gli sforzi del giogo e la buona volontà del conducente, non fu possibile smuoverla da qual posto. Numerose persone accorse si sforzarono di liberare il carro da quel fosso e non vi riuscirono se non dopo molti tentativi. Però quale non fu la loro sorpresa quando, ripulito il fosso, si trovarono di fronte ad una grande sorgente d’acqua di un pozzo e nelle cui pareti esistevano varie nicchie e in una di esse spiccava lì immagine della Madre di Dio! Tolta da quel posto la Statua venne collocata sul carro dell’avventurato contadino e si misero in viaggio tutti alla volta del paese. Il giogo però, a somiglianza delle famose vacche ebraiche con l’Arca del Signore, non voleva saperne, andando avanti e indietreggiando. Alla fine si portò decisamente indietro correndo furiosamente e arrivò al bosco sottostante. Il popolo capì la volontà di Maria e in onore di Lei vi eresse un tempio. Da quel giorno Maria cominciò a invocarsi col titolo di S. Maria Angiargia. È credenza comune che nel muro di quella chiesetta, siano state deposte le reliquie dei due santi martiri Miro e Casto. La voce dialettale Angiargia o de su Angiu = del Bagno, quindi di Santa Maria del Bagno. Infatti a cento metri esiste un antico bagno romano, un piccolo pozzo alto due metri pieno di acqua sorgiva, munito di gradini che permettono di toccare il fondo. La festa di santa Maria Angiargia si celebra a Collinas nei giorni 7,8, e 9 settembre. Ricorda la nascita della Madonna, appunto l’8 settembre. È la festa più importante di Collinas. Ha inizio il pomeriggio del 7 settembre col trasporto processionale del simulacro di Maria Bambina alla chiesa campestre situata in mezzo ad un bosco sacro. Una leggenda asserisce che gli alberi del bosco dove sorge la chiesa sono cari alla Vergine Angiargia e che un grande castigo è riservato a coloro che vìolano questa credenza, asportandoli. Questa credenza è suffragata da numerosissimi prodigi antichi, recenti e contemporanei.Il giorno 8 la festa si svolge principalmente nel boschetto. Al mattino verso le 11 si svolge la processione all’interno del boschetto, seguita dalla santa Messa solenne con panegirico.Molte persone, sia di Collinas, che dei paesi vicini, tempo permettendo, preparano il pranzo, a base di maialetto arrosto, che si cuoce sul posto, e altre succulente vivande, che viene consumato nel boschetto.Al pomeriggio si svolgono balli accompagnati da una fisarmonica e dalle launeddas.La sera del 7, dell’8 e del 9 nella piazza del paese c’è l’esibizione vari complessi di musica leggera ed etnica.Il giorno 9 lo svolgimento della festa e pressoché uguale al giorno 8.La sera del giorno 9 c’è il rientro del simulacro di Maria Bambina in paese. Verso le 19,15 circa, la processione parte dal boschetto per arrivare a Collinas all’imbrunire. All’ingresso del paese ci sono i fuochi artificiali, in piazza di chiesa, solenne conclusione con la predica e la benedizione eucaristica San Sebastiano A Collinas esiste una chiesa dedicata a san Sebastiano, che si presume fosse la prima Chiesa Parrocchiale.Viene festeggiato la domenica successiva al 21 gennaio.I festeggiamenti iniziano la sera del sabato con l’accensione di un falò in onore del santo e l’accensione di fuochi artificiali. Durante il falò viene offerto pane, formaggio, vino dolce di Collinas e fatti fritti.La domenica mattina si svolge la processione per le vie del paese, seguita dalla santa Messa con panegirico Sant'Isidoro La sua festa è il 15 maggio. A Collinas si festeggia la domenica successiva al 15 maggio. La festa religiosa: la mattina si svolge la solenne processione per le vie del paese, con la partecipazione di gruppi in costume, cavalli e trattori addobbati con fiori e tappeti sardi. Dopo la processione la santa Messa.La sera precedente in piazza balli pubblici.Per la festa di sant’Isidoro, si svolge una mostra di pittura e scultura estemporanea organizzata dal Comitato con la collaborazione della Pro Loco e dell’Amministrazione Comunale.Verso le ore 13 degustazione in piazza di prodotti tipici di Collinas.Al pomeriggio si possono visitare varie case tipiche del paese con la rappresentazione di antichi mestieri con l'assaggio di dolci tipici e de famoso “Binu Druci de Forru” ,“Vino dolce di Collinas.” San Rocco Collinas è forse uno dei pochi, se non l’unico paese in Sardegna che venera questo Santo.Esiste anche una chiesa dedicata a san Rocco fin dal 1654 quando si formò in Forru (così era chiamata Collinas fino al 1863), un comitato di uomini delle principali famiglie del paese, rappresentanti i due terzi della popolazione, che dal gran tempo nutriva una devozione particolare per il glorioso san Rocco, che il 13 giugno 1654 fecero un contratto nel quale si impegnarono ad edificare una Chiesa col titolo e con l'invocazione di detto Santo, affinché il suo culto maggiormente si diffonda. Perciò col permesso del Vescovo Antonio Manunta e col consenso del Rev.do Cirronis Canonico Prebendato di Forru, in collaborazione con l'Amministratore e Procuratore della Parrocchia, si impegnarono ad edificare detta Chiesa di San Rocco entro lo spazio di due anni.La Chiesa doveva essere, per grandezza e forma di stile, uguale alla Chiesa di San Pietro, la quale si trovava nelle vicinanze di Forru (dove ora c'è l'edificio delle Scuole Elementari) col suo campani letto, porta e serratura. Si obbligarono a provvedere un quadro di San Rocco, tovaglie all'Altare, paramenti, calice d'argento con patena dorata per la celebrazione della Santa Messa, senza che abbia da spendere nulla la Parrocchia.Quell’atto fu stipulato davanti ai testimoni Giacomo Manca Notaio di Sardara, Mastro Angelo Piras da Isili domiciliato a Cagliari e Sebastiano Usai da Forru. Estensore di questo atto è il Notaio Giovanni Battista Salis, Notaio pubblico di Ales e Segretario della Curia e Mensa Vescovile.Negli anni 1851 e 1852 al tempo del Prebendato Canonico Nocco, erano stati compiuti grandi restauri nella Chiesa di San Rocco. Nel 1855 imperversava in in Forru il colera, che in 50 giorni tra il 17 ottobre e il 7 dicembre, causò 120 morti, tra i 960 abitanti che il paese contava, riducendoli a 780. Il giorno dell'Immacolata il flagello cessò. I superstiti furono riconoscenti a San Rocco, del quale restaurarono il simulacro, dotandolo di un bastone d'argento con la seguente scritta “Dal 17 ottobre al 12 dicembre 1855, 120 colerosi perirono in Forru che contava circa 960 abitanti. D’essi 32 resero l’anima a Dio nel 15 novembre. I superstiti a san Rocco grati e riconoscenti”.Nel 1997 la Chiesa è stata restaurata, dopo circa 30 anni di completo abbandono.La campana del campaniletto della Chiesa di San Rocco è datata 1688La festa si svolge solennemente il 16 agosto.Verso le ore 18 si svolge la processione per le vie del paese, seguita dalla Messa solenne con panegirico.La sera del 15 e del 16 agosto nella piazza del Municipio c’è un intrattenimento musicale Con musica leggera ed etnica. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Abitanti Sono i Forresi uomini tardi, d’umor serio, tenaci delle antiche abitudini, dissimulatori, contenti del loro poco, generosi co’ forestieri e nella povertà sdegnosi di mendicare.☀ Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 221. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ dizionario Angius Casalis. Bibliografia Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. Collegamenti esterni La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna
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